Chi vedrà la Madonnella?

Di quassù il Giro non passerà, come in molti avevamo previsto (vedi BDC Forum). Peccato. Dicono fosse troppo pericolosa l'immissione a T dalla provinciale alla Madonnella. Il che è anche vero, ma è l'unica dettaglio corretto in una grande balla: a 50 all'ora, 200 ciclisti di lì non passano. Però rinunciare così alla salita più pazzesca mai proposta al Giro è un crimine, non un peccato. In fondo bastava asfaltare i primi 100 metri di strada, anticipare il restringimento di carreggiata.
Chi non vedrà la salita in TV, può immaginarsi la corsa su queste ricostruzione virtuali. di più non posso fare.





Si passa invece per il Passo della Cappella. Prima dell'inizio della salita vera e propria (e rispetto alla descrizione fornita in questo sito, in 39x27, e nel sito ufficiale del giro) i girini percorreranno altri 3 km poco impegnativi e supereranno altri 150m di dislivello.
Visto il mio scarso entusiasmo per il Passo della Cappella orbato della Madonnella, ho inserito inizialmente il lavoro di altri (Cyclingthealps.com) poi mi sono deciso a scrivere qualcosa di originale e sono nati i post  del Passo della Cappella e di Pitino.

D'altra parte il passaggio della 6° tappa del Giro d'Italia "in cima alla Cappella" è stato davvero emozionante: se volete vedere le foto andate al post: http://salitedellemarche.blogspot.it/2012/05/passo-della-cappella.html


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Pitino, Madonnella - Ricognizione del 30 ottobre 2011


Nell'attesa di vedere il grande ciclismo su queste colline metto da parte il vecchio post del 2011


La salita incrocia la Strada Statale 361 tra le frazioni di Rocchetta e Berta. Sull'incrocio sorge una scalcinatissima edicola mariana. Visto che nei due precedenti tentativi ero stato costretto a mettere il piede a terra (usavo un 39x27), stavolta l'ho affrontata con la vecchia bici, fresca di eroica e attrezzata con un più consono 36x28.




Salutata l'edicola sulla statale, la strada inizia a salire subito e molto ripidamente. La nebbia  non consentiva di  vedere il castello e la strada, ma dalle precedenti visite ricordavo uno spettacolo impressionante. L'asfalto cede subito il posto alla "breccia" e capire che al valico mancano ancora 400m di dislivello è demoralizzante.
l'inizio è subito impegnativo; 4-500 m al 15% abbondante. Segue un tratto più pedalabile (ma sempre vicino alla doppia cifra), finché, in corrispondenza di una villetta la strada si impenna in modo definitivo. 
da questo punto in avanti la strada prosegue quasi tutta al 16-18% fino al castello.
Il tratto più duro arriva a metà salita, al livello di un serbatoio segnato anche sulla mappa IGM. In due semitornanti la strada si fa più stretta, la ghiaia aumenta e la pendenza supera il 20%


in questo punto i campi cedono al bosco e di solito anch'io cedo ai crampi. La prima volta che ho affrontato la salita ero partito troppo forte e, arrivato qui, ho cercato di zigzagare, finendo con le ruote sulla banchina e con il piede a terra.
per fortuna il tornante era a sette-otto metri e sono riuscito a ripartire subito. se mi fosse successo in un rettilineo dubito che sarei riuscito a incastrare le scarpette sui pedali.  All'uscita del secondo tornantino la strada torna bella, ma sempre molto ripida. Si gira intorno alla staccionata di una villetta circondata dagli ulivi. Le foto non danno un'idea corretta della vera pendenza.


La mia seconda volta ho ceduto qui. Ero partito molto più prudente, ma per 1700m non mi ero accorto di salire con il 39x25! quando, ho inserito l'ultimo pignone era ormai troppo tardi: avevo accumulato troppa fatica. Mi sono fermato, una prima volta, all'ingresso di una villa in costruzione, poi su una seconda pochi metri dopo. Credevo di morire. La salita è corta, ma un essere umano impiega a farla almeno 20'. Con il 39x27 si sale sempre producendo il massimo sforzo e tenere un impegno del genere per così tanto è quasi impossibile. 
La terza volta, con i rapporti giusti, sono riuscito ad apprezzare anche il panorama, che dai drittoni intorno a quota 500 incomincia a farsi ampio e suggestivo.


la fine della salita arriva inattesa: si supera una chiesetta (la Madonnella) vicina a un'antica fonte e si pensa di dover salire ancora molto, ma la strada ripida è quella che porta direttamente al castello. i prof del Giro d'italia e quindo i anche noi, possiamo prendere la stradina a sx e tornare in valle.


 Oppure, come ho fatto io, riposarsi un po', scattare foto e salire fino al castello.



ancora un piccolo sforzo e si sale al castello. Le pendenze sono sempre le stesse: 14-15%, ma se uno arriva alla Madonnella non deve temere quest'ultimo tratto. Il giro non farà questi ultimi 300m perché poi per ritornare sull'asfalto si deve fare ca. un km di discesa sterrata e molto ripida (18% a occhio); invece, la deviazione della Madonnella è praticamente in pianura.



Ritornati sull'asfalto, si "scende", sarebbe più preciso scrivere si "precipita" va sul paese di Pitino, in loc. Cappella. Qui si svolta a dx e si prende una bella strada asfaltata che porta verso il Passo della Cappella. L'immagine sottostante mostra la collina di Pitino dal punto di attacco del Passo della Cappella.


la salita del passo è dolce all'inizio, poi si fa più ripida, ma non tocca le punte del precedente GPM. è comunque una strada larga e con un buon fondo (stranamente rossiccio, ma in zona c'è una cava)



Purtroppo dopo la neve hanno pensato male di depolverizzare il tratto più ripido. A ottobre era tutto più bianco. Il tratto più ripido, ben noto a chi ha fatto la Fondo Leopardiana, è di nuovo asfaltato.


il valico è posto più o meno a 800m. questo è l'unico punto da cui si può guardare Pitino dall'alto.

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