Passo della Cappella da Cesolo - Giro d'Italia 2012


Grazie a Luigi Alesi per il permesso di utilizzare le sue foto
se volete vedere gli scatti in HD visitate i suoi album su Flickr


Start: Cesolo (MC)
Distance: 7,1 km
Elev. Change: 515 m
Avg Grade: 7.25 %
Avg Change: 18 %
Min Elev: 262 m
Max Elev: 775 m
Climb Category: GPM 2



Avevo sottovalutato il Passo della Cappella. Un posto ameno e una salita di tutto rispetto, nonostante il valico sia posto a un'altitudine modesta.

Salita molto irregolare. La prima parte è una mazzata 1100 metri al l'11-12%
Poi ci sono 1400 metri quasi di pianura fino al bivio di San Gennaro dove si svolta a sinistra e inizia una serie di strappi con tratti (quelli meno pendenti) ancora sterrati. Fino al 2012 in realtà l'intera salita era brecciata, poi in occasione del passaggio del Giro d'Italia, qualcuno ha avuto l'idea sciagurata di depolverizzare i tratti più ripidi ("catramati", ma non spianati, toccano ancora il 18% di pendenza). Non ci vado da un po', ma fino al 2015 il sottile strato di asfalto reggeva bene. Quando le forze sembrano cedere, finalmente ci si immette dove l'asfalto è asfalto buono, ma le pendenze sono sempre cattivissime per almeno 500 m.


Mi dispiace gettare discredito sulla categoria, ma ho sentito terribili bestemmie echeggiare vanamente su questa parte di salita. Ma non è la natura matrigna ad essere colpevole delle nostre sofferenze. E' l'acido lattico. Inutile dire che dal Passo si vede un signor panorama su tutte le colline e su mare.
Le foto che vedete a destra parlano da sole. Questi scorci, che racchiudono l'essenza del paesaggio marchigiano e sui quali tante volte si è esercitato il fotografo Luigi Alesi (vedi in HD su Flickr), li potete vedere solo voltandovi indietro. La fatica in quel tratto è tanta; un motivo in più per fermarsi e guardarsi alle spalle.

Qualcuno osa negarlo?



Il Giro 2012 sulla Cappella - Il racconto

In occasione della 6° tappa del Giro d'Italia 2012 siamo saliti da Treia e ci siamo piazzati sui tratti più ripidi per incitare i corridori. Come accade in queste occasioni si vede tutto quello che non si vede in televisione; e niente di quello che si vede in TV.

- Il primo ricordo è l'immagine dell'arco azzurro del GPM che si stagliava sulle lontane cime dei Monti Sibillini ancore innevate. In alto l'azzurro del cielo, sotto quello appena più pallido dei monti, intorno i verdissimi prati sommitali del Monte Acuto. 

- Il secondo è l'odore delle salsicce che cuocevano, in numero almeno doppio degli spettatori, nell'aria di mezzogiorno.


- Il terzo ricordo è la confusione di voci sul valico, francese, fiammingo, spagnolo e, diversamente-ugualmente diversi i dialetti marchigiani e il raglio stupito di un asinello. E, a ribadire il concetto, due bandiere, una belga e una italiana sventolavano sulla stessa asta.

- Il quarto è il passaggio a lungo atteso di Mark Cavendish, che racconta meglio di me Alessandro Federico in questo post di Albumciclismo

E' il mese più bello per correre in bici. E' caldo, ma non c'è afa. Tutti i campi sono verdi e brillanti di grano.
C'era nel pubblico lo zio di Michele Scarponi. Raccontava che il nipote aveva provato la salita per la prima volta una decina di giorni fa (è vero, circolano in rete le foto). Tornato a casa, pare, abbia commentato "Come c@zz° l'hanno trovata..." Questo versante, in particolare, è davvero poco frequentato, ma offre panorami suggestivi.
Al Giro d'Italia la salita è stata classificata come GPM di 2° Categoria, perché il dislivello complessivo è basso, ma è una salita davvero difficile da digerire. Se posso consiglio di affrontarla con cautela almeno fino alla fine degli sterrati.
La salita è più dura del previsto, anche se le rampe più ripide sono state depolverizzate e, checché ne dicano in TV sono rimasti sterrati solo i tratti pianeggianti. I ciclisti sono stati gentili e hanno lasciato che i tifosi li spingessero a loro piacimento e, chi sapeva l'italiano, ha anche fatto conversazione: "oh gli detto come stai? -che non lo vedi?- m'ha ditto".
Un'ultima raccomandazione: fate attenzione al primo tornante della discesa. Ci si arriva a velocità folle dopo un drittone di un chilometro al 12% ed è molto più stretto di quello che sembra. Al Giro d'Italia, che qualcuno si facesse male in questa curva, era inevitabile. Alcuni sono è finiti oltre il guard-rail, ma sono ripartiti. A Lastras è andata peggio.












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