Creste Fermane: Penna San Giovanni e Monte San Martino

Attento, mi hanno detto, gli Appennini sono come la ribollita. C'è dentro di tutto e rischi di perderti, di spezzare l'andatura nella ricerca dei singoli ingredienti dell'italico minestrone che, invece, va mangiato tutto assieme. Per non smarrirti devi [...] non perdere di vista quei becchi inconfondibili chiamati «Pen» che hanno dato il nome al tutto. Monte Pènice, Penna, Pennino, Penne, Pennabilli, Pescopennataro. Li trovi dalla Liguria al Molise. [...] Luoghi sacri di cui è rimasto solo il nome, celtico. E quel brivido che ti prende sulla cima, dove - mentre guardi l'universo - una voce ti tenta dicendoti: «Ecco, un giorno tutto questo sarà tuo» (P. Rumiz)
Alla fine di questa regata, le cui boe si chiamano Penna San Giovanni, Monte San Martino, Falerone, arrivati a fine corsa, sotto l'ala di San Michele, a Sant'Angelo in Pontano vi accorgerete di aver superato un dislivello di 1750 m in 70 km. Né più né meno che salire sullo Stelvio e tornare giù.


E' un giro nato per caso. e come sempre accade in queste occasioni, è venuto fuori molto faticoso. Abbiamo visitato luoghi stupendi: campagne e borghi, alcuni davvero sorprendenti, in una complicata geografia di colline, nella quale è difficile orientarsi.
Sono posti che meritano una visita in bici ai primi di febbraio, quando il verde brillante dei primi cereali colorano le colline e, soprattutto, a fine stagione, quando si può pedalare senza fretta e con la testa al riposo invernale. Se l'estate è la stagione dei tornei cavallereschi (ne abbiamo incontrati due), l'autunno è anche la stagione delle sagre (mele rosa, tartufi, castagne), quindi da un giro come questo si ritorna con molte informazioni interessanti.
Di seguito presento tre punti chiave del percorso: il borgo di Servigliano, classico punto di svolta delle tante corse e corsette del Fermano, che attorno alle sue mura e completano un'inversione a U e ridiscendono verso Fermo, gli altissimi Monte San Martino e Penna San Giovanni

Servigliano




Servigliano è l'unico borgo storico delle Marche che io conosca ad essere stato costruito in pianura. Il paese vecchio era franato e, a furia di insistere, nel 1771, Papa Clemente XIV accetta di finanziare la ricostruzione di un nuovo castello a cui sarebbe stato dato il nome del pontefice.
La nuova Servigliano / Castel Clementino restituisce nel suo impianto le sperimentazioni della cultura illuministica e razionalizzatrice del Settecento: un quadrilatero che si avvicina molto al quadrato, un cardo, che unisce le porte laterali, Clementina e Pia, e un decumano (o asse principale) rappresentato dal Corso Vecchiotti che conduce alla collegiata. Al centro un'ampia piazza. Da ogni porta una prospettiva perfetta su una chiesa costruita al lato opposto del paese. Tutto costruito in laterizio, Servigliano oggi è bellissimo. Non conosco un posto migliore dove fermarsi a riempire le borracce.


Monte San Martino

Start: Staz.ne M. S. Martino
Distance: 5 km
Elev. Gain: 314 m
Avg Grade: 6.2%
Max Grade: 14%
Min Elev: 286 m
Max Elev: 600 m
Climb Category: 3


Per quanto ho capito dell'orografia della nostra regione, le colline dai monti fino al mare (e anche sotto il mare) sono parte dell'Appennino e sono venute su per gli stessi movimenti che hanno sollevato i Sibillini.
Le due pieghe più interne sono le più eminenti, con vette tra i 2500 e i 1500 m, Prima di entrare nel regno delle colline, però c'è una terza piega, che conta alture meno evidenti, che hanno ancora l'aspetto di colline, ma che infliggono dislivelli notevoli; guai a prendere sottogamba le colline del Fermano e dell'Alto Maceratese, ma, soprattutto, guai a sottovalutare le rupi della terza piega, quella su cui sorgono Smerillo, Monte San Martino, Penna San Giovanni, Cingoli.
La foto (c) Agriturismo Bellavista dovrebbe dare un'idea del "mare in tempesta di alture" che caratterizza la geografia di questa parte di Regione. Siamo al confine tra la collina e la montagna. I borghi sono stati costruiti a prova di assedio sopra rupi a 600-700 metri s.l.m. e disterebbero in linea d'aria un paio di km. Peccato che il piccolo torrente Tennicola abbia scavato la valle fino a quota 250 e che per passare da un paese all'altro sia necessario superare sprofondi di 400-450 m in (non più di) 5 km. (Ci sarebbero delle scorciatoie, ma non sono un TomTom, non le consiglio a nessuno)

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La salita dalla parte del Tenna parte dalla vecchia stazione ferroviaria della linea Porto San Giorgio-Amandola che restò attiva fino al 1956. Dalla stazione al Paese ci sono 5 km (a inizio Novecento si camminava e i cittadini "per spostarsi con i mezzi" non si lagnavano se c'era da fare un po' di strada a piedi).
La salita è stranamente pedalabile e il paese, che conserva perfettamente l'impianto medievale è molto bello. In cima al colle ci sono da vedere due cose: una chiesa che custodisce tre splendidi polittici crivelleschi e un "panorama senza pari sui Monti Sibillini", (beh, a onor del vero, quello che si vede dalla Penna è quasi uguale)


Penna San Giovanni

Start: Molino Mancini
Distance: 5 km
Elev. Gain: 432 m
Avg Grade: 8.6%
Max Grade: 20%
Min Elev: 240 m
Max Elev: 672 m
Climb Category: 2

"Penna San Giovanni (MC) è un paese che si eleva a 672 metri sul livello del mare a cavallo delle vallate del Salino e del Tennacola, affluenti del Fiume Tenna a circa 10 chilometri da Servigliano". Continua a leggere su Penna San Giovanni su www.themarcheexperience.com
Noi di Salite della Marche, naturalmente, non consigliamo affatto di passare da Servigliano, che sarebbe l'unica strada facile per scalare la Penna. E' di ferro il nostro destino: "niente città. Niente pianure. Niente guide rosse, verdi o blu ai monumenti. [...] La nostra è una storia di paracarri e tornanti" e sappiamo che è molto più divertente salire da Monte San Marino.

La salita completa non è uno scherzo: dal fondovalle sono oltre 400 m di dislivello, mai sotto il 7%. La prima volta che sono salito di qui non riuscivo a credere che una salita collinare potesse essere cosi lunga. Se si sa a cosa si va incontro e si evitano i fuorigiri invece l'ascesa può essere anche piacevole.
Arrivati alle mura, tanto vale fare 31 e salire direttamente per il centro. La strada sarebbe vietata, ma fare il giro largo intorno alle mura rovina un po' l'impresa. Dà molta più soddisfazione la direttissima in pavé al 17%. Ma non è ancora finita

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Come molti altri paesi dell'entroterra marchigiano, anche Penna San Giovanni si erge su una ripida rupe panoramica con in cima i resti dell' antica Rocca. La salita finisce lì, a 760 m s.l.m. Dalla Piazza del Municipio si sale verso la parte alta, si viola un'altro divieto di transito, si paga con il solito strappo al 17-20% .
Sopra l' abitato del borgo, dove una volta c'era la Rocca ed il terzo cerchio di mura, ultimo baluardo difensivo cittadino, ora rimane il villino liberty decadente della fotografia di The Marche Experience, un grande giardino scalinate, aree di sosta e belvederi panoramici. E che belli i tre campanili cittadini nella foto: da sx quello della Chiesa di San Francesco, quello della Pieve di San Giovanni Battista, quello del Palazzo del Municipio. Ma dal vivo sono anche più belli
Di seguito i segmenti Strava. da notare come il tratto autorizzato ai "solo autorizzati" dentro Penna San Giovanni, sia parecchio frequentato


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