Sul Pen - Alba al Monte Pennino

"Le Alpi sono solo la cornice esterna del paese. Gli Appennni invece ne sono l’anima, lo stomaco, la colonna vertebrale. Non bisogna perdere di vista quei becchi inconfondibili chiamati “Pen” che migliaia di anni fa hanno dato il nome al tutto e ancora oggi danno il senso al tuo andare. Monte Penice, Penna, Pennino, Penne, Pennabilli, Pescopennaro. Li trovi dalla Liguria al Molise. Luoghi sacri di cui è rimasto solo il nome celtico e quel brivido che immancabilmente ti prende quando raggiungi la cima, da dove guardi senza fiato l’universo.” (Paolo Rumiz, “La leggenda dei monti naviganti”).
alba_monte_pennino
http://elisabistocchi.blogspot.com/2015/07/alba-al-monte-pennino.html

A forza di andare in bicicletta si arriva al punto che le montagne da fare finiscono; allora si inizia a "cercare" (in senso dantesco) la carta geografica nella speranza di trovare qualche altro monte o qualche altro valico secondario. Qualcuno, bianco, ce ne è ancora, così sono state scoperte, le piste pietrose che scavalcano il Sasso Aguzzo e portano in Toscana, della Chiavellara, della Clementina/Passo del Termine  e del Monte Cucco che portano direttamente dalla provincia di Ancona a Gualdo Tadino, Sigillo e Nocera Umbra.
Finiti anche quelli, prima di passare alla MTB c'è sulla mappa un'ultima speranza: il Monte Pennino. E' una montagna a metà strada tra l'Appennino fabrianese e i Sibillini, relativamente isolata che raggiunge i 1.571 m s.l.m.. E' situata nel comune di Serravalle di Chienti al confine delle regioni Marche ed Umbria. Alle sue pendici, dalla parte umbra, nasce il fiume Topino, dalla parte marchigiana scende l'acqua della Scurosa che poi a Pioraco confluisce nel Potenza.

Monte Pennino da Colfiorito

La sagoma arrotondata del Pennino è visibile da tutta la regione. Non è molto grande, perché questa montagna è la più lontana tra tutte quelle sull'orizzonte.
I prati sommitali dalle marche sono raggiungibili solo per sentieri o "grazie" a una stradina che passa per Laverino, ma che è poco meglio di un sentiero. Dall'Umbria, invece, salgono due belle strade da due frazioni di Nocera. La prima inizia a Bagnara, paese delle mille fontanelle, posto alle sorgenti del Topino, l'altra a Collecroce.
Visto dal satellite il disegno fatto dai tornanti delle due strade è molto bello. Un merletto a tombolo. Da vicino, però, il fascino del bianco cede subito alla fatica e alla constatazione che le piste sono proibitive per le bdc. Senza una gravel non si sale nemmeno lungo lo stradone di Collecroce.
Ma nessuno vi impedisce di provarci. Corre voce che qualcuno per salire più in alto che poteva ha scalato il Monte anche con il 36x27 e i copertoncini da 23.

Vista sull'Altopiano di Collecroce




Monte Pennino da Laverino

La strada che dalle Marche porta al Monte Pennino ci è stata segnalata da Roberto Giuli ed è durissima. I tre chilometri tra la piccola frazione di Laverino e il Passo della Sportola hanno una pendenza media del 13.9%, praticamente come Pitino, ma su fondo ancora peggiore.

M.te Pennino very HC



Start: Bivio Ercole 
Distance: 18 km
Elev. Gain: 1050 m
Avg Grade: 7.2%
Max Grade: 20%
Min Elev: 481 m
Max Elev: 1517 m
Road Surface: Gravel/MTB
Climb Category: HC
Suggested Route: Monte Pennino dalle Marche

Start: Laverino
Distance: 8.3 km
Elev. Gain: 850 m
Avg Grade: 10.5%
Strava Segment: 11107073
Valid for:


Una strada da MTB più ancora che da bici gravel, ma certamente intrigante. Presa dal Bivio Ercole garantisce 18 chilometri di salita continua e un dislivello di oltre 1000 metri. Superato il Passo della Sportola (confine regionale) la strada si innesta sulla "via normale" che sale da Bagnara e può essere percorsa anche con una bici da corsa normale 

Monte Pennino da Bagnara




Start: Bagnara di Nocera Umbra (PG)
Distance: 10.5 km
Elev. Gain: 855 m
Avg Grade: 8%
Max Grade: 19%
Min Elev: 662 m
Max Elev: 1517 m
Road Surface: Gravel
Climb Category: HC
Strava segment: 3073303
Suggested Route: strava|20253199

La salita di Bagnara è molto dura. Il fondo è compatto fino a quota 1220, cioè fino all'ultima entrata della cava. Oltre la cava la carreggiata si restringe e, a quota 1300,  il fondo diventa troppo ghiaioso e in vari punti bisogna procedere a piedi. Restano però solo 150 m di dislivello e, a quel punto, è difficile sia andare avanti sia tornare indietro.
Questa strada va evitata nei giorni feriali, perché transitata dai mezzi pesanti in servizio nella cava. (Per dovere di cronaca l'abbiamo provata di mercoledì incontrando due camion che scendevano e due, gli stessi, che risalivano, e non abbiano avuto nessun problemaa).
La seconda salita è facilmente transitabile dalle auto, ma i sassi sul fondo compatto e affioramenti di roccia rendono l'ascesa troppo faticosa per le bdc. Sostanzialmente è una montagna che può essere affrontata bene solo con gravel o bici da cross.
Detti i difetti ci resta una salita di 7 km sterrata, davvero moto dura: pendenza media del 9%, dal fondo sì compatto, ma non come quello di uno sterro di campagna; in alcuni punti, in particolare nei tornanti, la sabbia che si accumula è profonda e la massicciata pietrosa spesso emerge in un continuo di sollecitazioni. 
La sabbia è bianchissima e questa sì che riflette il sole, non come la pietraia del Ventoux. Una bella sfida insomma.
I punti più impegnativi sono subito prima dei tornanti dove si sono formate brevi , ma micidiali rampette; il tratto in assoluto più difficile arriva tra i 5 e i 5.5 km quando si attraversa l'area di cava. Qui la strada che sale già in doppia cifra conosce un dosso al 19%.
Dopo bisogna tenere duro, perché la strada continua a salire in modo severo e sembra sempre identica
Km 5.5 la roccia de Monte Pennino emerge nella ferita della cava. pendenze oltre il 15% 
Tornante verso destra, pendenza 9%. Il fondo non fa schifo, ma salire di qui è davvero dura

Siamo nel tornante sopra. Perfettamente identico, solo un po' più profondo lo strato di polvere 

La sbarra indica l'ultima entrata per la cava. La strada "bella" ha i metri contati 

Già che siamo qui: questo è il panorama verso ovest 
Questo è il panorama verso est dall'ultimo tornante transitabile 

E dopo 7.3 km di fatica la strada diventa così. Ancora praticabile, ma con la bdc in spalla. Restano ancora 4 km e 250 m di D+; la montagna continua a fare resistenza ma inizia a cedere anche lei: mappa alla mano le pendenze non sono più tanto terribili, basterà il fondo a fermarci? (spoiler: sì,  due volte)

quota 1290: la festa è finita

si spinge
Con una bdc, eroica, gravel o cross non c'è molto da fare: si deve scendere e spingere. A questo punto diciamo che molto dipende dalle calzature. Se ci presentiamo con gli scarpini con gli attacchi diventa proibitiva. Con delle scarpe normali ci si riesce bene. Così è accaduto a me: la prima volta ho ceduto, la seconda mi sono presentato con bici d'epoca e scarpe di gomma e ho completato monte e articolo. 
La bicicletta insegna anche questo: a non mollare e insegna anche quando è ora di dire basta.
Ovviamente guardando i tempi su strava è evidente che, fatta in MTB, la salita del Monte Pennino è molto più facile e molto più veloce.

La cima è vicina ma con scarpe da bdc si fa dietro front


Maglia di lana e scarpe di cuoio e sali dappertutto

Il finale del Monte Pennino è una sfida con l'attrito della strada più che con la gravità. Come anticipato sopra, due sono i tratti nei quali bisogna scendere e fare un po' di trekking: 

  1. Il primo, a quota 1300, è il tratto delle foto; la parte "impedalabile" sarà lunga 100 m, non è conveniente nemmeno a livello cronometrico insistere sulla sella, ché la ghiaia è troppo alta e la pendenza è tale che a passo d'uomo forse si fa anche prima. 
  2. Nel secondo caso, siamo a quota 1400, il tratto è più lungo ma molto meno pendente, si può fare più velocità e forse con una bici più adatta della mia si riesce a restare n piedi, ma non credo ne valga la pena

La cima davanti è il Colle della Croce

Quota 1350: C'è una sbarra per impedire ai camperisti di avventurarsi in discesa verso Bagnara. Siamo ormai molto in alto sulla cresta, il prato a sinistra della strada è territorio maceratese. Pochi alberi sono rimasti, c'è una suggestiva galleria in mezzo a una rara macchia di faggi, ma lo spettacolo è il panorama, che raramente si apre su orizzonti così vasti. Dal Chianti al Monte Amiata, dall'Appennino Romagnolo al Mare Adriatico e ai Sibillini. Il Monte Subasio a destra, ormai decisamente più in basso rispetto a noi, nasconde la vista di Assisi e e Spello. Da qualche parte ci sarà anche il Terminillo e il monte del Beato Ubaldo.
La strada non finisce più di salire, ma è ormai si viaggia intorno al 6%, praticamente si vola. E poi, finalmente, dopo la seconda cima,si scende. Guardo l'altimetro, segna 1525 m. Più in alto di cosi una strada non si poteva portare. E' un Colle delle Finestre più basso, ma comunque con quasi 11 km di sterrato, tutt'altro che pettinato.


Monte Pennino da Collecroce

Start: Altopiano di Collecroce
Distance: 9.5 km
Elev. Gain: 685 m
Avg Grade: 7.2%
Max Grade: 14%
Min Elev: 832 m
Max Elev: 1517 m
Road Surface: Gravel
Climb Category: 1
Strava segment: 15084377
Suggested Route: strava|20253199


Risparmio la recensione di questo versante. L'ho percorso in bdc solo per un km, poi ho provato dall'altra parte. Il fondo era compatto ma c'erano troppi sassi , uno stillicidio con le gomme da 23. Ho trovato bellissima la strada sterrata in pianura che attraversa la piana di Collecroce e porta all'attacco della salita. 
In compenso ho percorso questa strada in discesa e posso confermare che nel complesso è meglio passare dall'altra parte. Qui non ci sono pezzi da fare a piedi, la carreggiata è più larga, ma il fondo è più difficile. Con le auto è perfettamente transitabile, in bdc no. Fattibile con una gravel, ma servono almeno pneumatici da 28.
Curioso che una strada così sia tutto sommato trafficata. ho incontrato molte jeep di pastori e cacciatori, ma anche camper, vecchie panda e Y10... e tutti gli autisti volevano chiacchierare (o chiedere informazioni sui "quegli stronzi dei cani che erano scappati di nuovo"). Affabili, ma con una fastidiosa abitudine: tutti mi salutavano dicendo "non ce la farai mai!"


Uno sguardo all'Altopiano di Collecroce e alla bellissima sterrata in pianura che l'attraversa
Il primo tornante
quota 1000

In cresta davanti al rifugio

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