Valle Castellana e Passo del Ceppo (variante Tevera)

Non c'è come girare l'Italia per capire cosa sarebbe l'Italia senza il Giro d'Italia. Certo, si parla della festa popolare e della gara sportiva. Ma ultimamente, sempre di più, della pura e semplice strada. Ce ne siamo accorti tutti, sulla propria pelle, sui propri ammortizzatori, chi va in auto e più di tutti chi va in bici, ce ne siamo accorti bene di come siano ridotte negli ultimi anni le strade d'Italia. Non faccio per niente del catastrofismo se ricordo le strade bombardate, i tombini profondi una spanna (che obbligano il ciclista, anche il più prudente, a scartare verso il centro, così da essere stirato meglio, di spalle), i rilievi e gli avvallamenti delle radici d'albero, eccetera eccetera. (...). Pedalare al Nord, ormai, è come pedalare al Sud. Anziché rifare le famigerate “Strade del Sud”, abbiamo distrutto quelle del Nord, così la finiranno una buona volta di frignare su questo dannato gap tra Settentrione e Meridione.
E il Giro? Col passare del tempo, il Giro è ormai diventato l'ultima speranza, la mossa della disperazione, per mettere giù un po' di asfalto. Colpa di Vegni e del Giro? Non scherziamo. Vegni può avere mille colpe, ma questa proprio no. A dirla tutta, Vegni meriterebbe la medaglia al valor civile, perché quanto meno dove porta il Giro ci porta pure l'asfaltatura. Credo lo possano confermare tante comunità locali d'Italia, che una mattina si ritrovano la strada da anni martoriata come un Vietnam, quando il Vietnam era il Vietnam, improvvisamente tirata come un biliardo. Al Ceppo e San Giacomo è bastata la Tirreno Adriatico di Vingegaard (Cristiano Gatti da Tutto Bici Web del 14/05/2024)


L'altimetria prende Piazza Arringo come punto di partenza, ma vi consigliamo di partire dalle Cartiere papali (parcheggio gratuito e senza problemi alle 8:00 di mattina). Il giro turistico meglio rimandarlo al ritorno, con i chioschi del fritto aperti.
Dalle antiche cartiere si può salire con trascurabili interruzioni per ben 35 chilometri; non bastano le Marche per contenere la salita, il GPM del Ceppo infatti è in Abruzzo, in pieno Parco Nazionale dei Monti della Laga. Una salita lunghissima, dunque, ma dalla pendenza sempre ragionevole. 
Per comodità dividiamo l'ascesa in due, prendendo come punto di snodo il giardinetto all'entrata di Valle Castellana. 

Da Ascoli a Valle Castellana [km 1-18]


From: Ascoli Piceno 
to: Passo del Ceppo
Distance: 37.8 km
Max Elevation: 1330 m
Min Elevation: 150 m
Elev. Gain: 1410 m
Avg Grade: 3 %
Max Grade: 10 %
Climb Category: HC
Strava Segment: 34739310


A parte la sveglia mattutina data dalla rampa per uscire del parcheggio, da Porta Cartara al Ceppo la salita, pur essendo classificata HC non è difficile, perché (praticamente) non presenta mai tratti in doppia cifra. 



Adesso possiamo iniziare

Il tratto più duro è forse proprio quello iniziale, i primi 5 km fino a Castel Trosino. Il borgo medievale merita una visita, c'è una bella fontanella tra l'altro. I punti per prendere l'acqua, lungo la strada, non mancano, ma non sono evidenti e, siccome non sempre si incontrano villici a cui chiedere informazioni, magari vale la pena di rabboccare proprio al castello. 


Dopo Castel Trosino c'è il primo dei tratti in contropendenza che, ogni tanto, interrompono la lenta ascesa. Quando la strada risale siamo già negli Abruzzi, quindi... attenzione alla buca! Immancabile sui confini c'è sempre una grossa buca dalla parte di là del ponte che è sempre in grado di rovinare la giornata. 
Fino al ristorante di Peppe Lu Brri la salita coincide con quella di San Giacomo (salitedellemarche.it|Colle San Giacomo), oggi, però, all'incrocio per San Vito dobbiamo continuare dritti lungo sulla provinciale che segue il torrente Castellano (seconda contropendenza).
E' una bella strada adesso, fatta di mattina è sempre in ombra. Il paesaggio è segnato dal torrente che ha una bella portata come è caratteristico dei Monti della Laga; queste montagne che dividono le catene montuose calcaree dei Sibillini e del Gran Sasso sono un'isola di arenaria nell'arido Appennino Centrale, sono grossi mucchi di terra non sono monti di roccia. Per questo l'acqua scorre copiosa e in superficie 



Tante riflessioni sono possibili grazie alle pendenze amichevoli; quando poi si arriva alla diga di Talvacchia, piena come un uovo nell'estate del 2023, per altri cinque chilometri praticamente si pedala in pianura. Finché dopo un chilometrino al 7.5% si arriva alla Piana come, dal 1280, si chiama il capoluogo del Comune sparso di Valle Castellana.

Da Valle Castellana al Ceppo [km 18-35]

La geografia fisica contraddice la geografia umana. L'acqua scorre verso Ascoli e la città picena è lontana 17 km (altrettanti ne mancano alla fine della salita). A livello amministrativo siamo, invece, sotto Teramo, ma la città abruzzese è parecchio più lontana e di mezzo c'è anche un monte. Il fatto di essere in Abruzzo è dovuto a vecchie questioni di geopolitica storica. Il torrente Castellano che dà il nome alla valle oggi separa solo due regioni, ma dalla morte di Manfredi di Svevia alla battaglia Castelfidardo del 1860, per almeno sei secoli, è stato il confine di stato tra il Regno di Napoli e il Patrimonio di San Pietro. 
A Valle Castellana city (quota 630) partono due strade che si riuniscono proprio sul Ceppo: una un po' rovinata, l'altra storicamente intransitabile in bdc, in realtà appena risistemata. 
Il ramo di destra della forcola è più bella ma nella riciognizione del 2023, con dispiacere, siamo stati costretti a percorrere la strada di sinistra, la SP49.
La nostra brava Provinciale 49 dopo aver superato il paese e averci regalata l'ultima discesetta, sale  ininterrottamente per dieci chilometri, superando un dislivello di 400 metri sempre circondata da boschi di querce e castagni. Traffico nullo o quasi, fondo ineccepibile per 7 chilometri. Gli ultimi tre chilometri che precedono l'immissione sulla provinciale del Bosco Martese (quota 1000) sono invece piuttosto dissestati. (NB, nel 2024 restano dissestati solo gli ultimi 400 metri, quelli indispensabili per bucare in discesa sotto il temporale)



Una volta sulla Provinciale per tutti e sette i chilometri che mancano al Ceppo il fondo stradale è migliore, ma non è mai perfetto. Bisognerà tenerlo presente al ritorno visto che non è prudente chiudere l'anello scendendo direttamente a Morrice e che sarà necessario ridiscendere per la stessa strada


Il Ceppo nel 2009 con l'albergo Julia ancora in buona forma


Il Ceppo è una località turistica molto amata, ideale per le attività dolci dal picnic al trekking, anche nella stagione fredda. Probabilmente negli anni Settanta e Ottanta ha conosciuto una rilevanza turistica maggiore, al pari di altre località montane un po' decadute del nostro Appennino come Pian dell'Elmo e Poggio san Romualdo. Altre attività come il Camping e il Rifugio fanno vivere il Ceppo, certo la vista dell'albergo Julia, abbandonato al centro del piazzale, fa molta tristezza, soprattutto se la confrontiamo con le immagini di Google Map dell'agosto 2009 nelle quali lo vediamo cinto allegramente d'assedio dalle MTB già pochi mesi dopo il terremoto dell'Aquila. E che meraviglia questa foto del 1991 che è stata postata da Luigi Durinzi sulla pagina FB di Salite delle Marche

(c) Luigi Durinzi

 

Variante del Castellano (via Morrice e Pietralta)[km 18-35]

Foto del 2023, prima di un'inattesa riasfaltatura


MAGGIO 2023 Cosa sappiamo della SP49/d che da Valle Castellana sale diretta al Ceppo passando per Morrice e Pietralta? E' stata risistemata nella primavera 2024 sullo slancio dei lavori per la tappa di Valle Castellana della Tirreno Adriatico 
Vi inviamo quindi al nuovo articolo, lasciamo questi appunti come testimonianza dei quello che succederà alla strada se verranno 15 biblici anni di incuria
  1. La strada esiste ed è la più bella (ce lo dicono Google, paesiteramani.it i gestori del camping il Ceppo) 
  2. I 5 chilometri tra il capoluogo e Morrice li abbiamo assaggiati nel 2021: è  già generoso chiamarli "strada", sarebbe più onesto definirli V E R G O G N A. Non solo sono pieni di fossi buche, brecce, chopper, amigdale, solchi e frane, ma sono pure duri. Meglio cadere sul cemento grezzo che su questo fondo. In salita e con le gomme gonfie però non dovrebbe essere un grande rischio. A Morrice si arriva dopo aver superato un dislivello di 200 m (4% medio). La parte centrale sale forte ma all'inizio e alla fine si sale davvero tranquilli). 
  3. Dentro il paese l'asfalto è perfetto, in rete girano anche delle foto dei lavori di asfaltatura svolti nel 2021 dalla ditta "Vincenzo Coccia srl" di Mosciano Sant’Angelo. 125 mila euro per due chilometri scarsi che non arrivano nemmeno al ponte sul Castellano di Casanova. 

  4. Ponte sul Castellano della diga, dall'altra parte ci sono le Marche

  5. Dal ponte al Ceppo mancano 8 chilometri e 400 metri di dislivello.
    A metà strada si passa per Colle Pietralta, ultima frazione di Valle Castellana tra le cui antiche case, in un’ampia piazzetta si affaccia la rinascimentale Chiesa di S. Nicola di Bari.
  6. Sulle condizioni di questo tratto di strada i gestori del Camping il Ceppo riferiscono che "quanti parlano di strada inagibile, purtroppo, ad oggi, dicono una mezza verità: la strada in alcuni punti causa neve, piogge, mezzi pesanti che la percorrono, trattori ecc... in più a causa della poca manutenzione in alcuni punti non è messa per nulla bene. Per questo hanno stanziato dei fondi e a brevissimo partiranno i lavori di rifacimento del manto stradale."
  7. In autunno proverò a farla con la bici eroica, magari in coppia con Cervara



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