Passo della Spugna



Di perdersi vale sempre la pena. Ma vale davvero la pena perdersi qui? Percorrere 150 chilometri di colline, sbagliare ogni incrocio possibile prima di imbattersi nel Passo della Spugna?
Che domande. Certo che ne vale la pena.
Qualche anno fa, in occasione dell’8ª tappa del Giro d’Italia — la Foligno-Montecopiolo — insieme al Presidente abbiamo deciso di anticipare il passaggio dei professionisti con un nostro personale giretto: 100 km nel cuore più profondo dell’Appennino centrale, tra cime dimenticate e foreste senza nome. (vedi Salite delle Marche |2014| Giro delle tre-regioni) 
Ma non era il Cippo la nostra meta, né il doppio passaggio del gruppo. Il nostro obiettivo era un altro, apparentemente modesto: il Passo della Spugna. Un nome buffo, una strada qualunque — almeno a prima vista; ciclisticamente non sarà niente di speciale, ma per noi, quella pista dimenticata è la quintessenza dell’esotismo.

Un passo fuori dal tempo

Dev'esserci stato un tempo in cui queste terre erano meno marginali: il nome Borgo Pace venne scelto in  tempi antichi in ricordo di un avvenimento storico importante, l’incontro tra i condottieri romani Cesare Ottaviano, Marco Antonio ed Emilio Lepido che sancì la pace e diede origine al periodo storico del Secondo Triumvirato.

Il Passo della Spugna oggi è una strada che definire “secondaria” è un eufemismo. Sembra lì per sbaglio, lontana da tutto, dimenticata, anzi, scampata agli asfaltatori, e adorata da chi, come noi, cerca luoghi lontani dalle rotte principali.

La strada ha due qualità irresistibili:

  • È un concentrato di tornanti — una quarantina tra salita e discesa — che, già solo a guardarli sulla mappa del Touring Club, ci avevano fatto innamorare.

  • È una delle rarissime vie che uniscono direttamente le Marche e la Toscana. Appartiene a quel club esclusivo di luoghi “non giurisdizionali" che nella percezione comune, non dovrebbero nemmeno esistere. Come il confine tra Emilia e Piemonte. Come le due exclavi toscane che, guarda caso, si trovano proprio nei paraggi.

Una via tra due valli

La provinciale del Passo della Spugna unisce Sestino (AR), nella valle del Foglia, con Borgo Pace (PU), nella valle del Metauro. È lunga 12,8 km e raggiunge il suo punto più alto a quota 751 metri.
Il versante toscano è, in gran parte, ancora sterrato — bianco, polveroso, bellissimo. Quello marchigiano, purtroppo, ha perso un po’ del suo fascino originario.





Lato marchigiano: Passo della Spugna da Borgo Pace 




Start: Borgo Pace
Distance: 5.4 km
Elev Gain: 286 m
Avg Grade: 5.6 %
Max Grade: 12 %
Min Elevation: 466 m
Max Elevation: 752 m
Climb cat: GPM 3
fondo: asfalto


Dal punto di vista degli uccelli la strada che parte da Borgo Pace è splendida: una serpentina perfetta tra gli alberi. Da terra, però, le soddisfazioni visive sono più contenute. Il fondo stradale, tipicamente appenninico, vibra sotto le ruote e l’orizzonte è quasi sempre chiuso dal bosco.

Chi ha tracciato questa strada si è fatto prendere la mano con i tornanti: una quarantina in tutto, con una costanza d’inclinazione sorprendente. Nei primi 5 km la pendenza si mantiene intorno al 5%, uniforme e pedalabile. Solo dopo l’undicesimo tornante, nei 600 metri che precedono le Chiecche, si registra un picco più impegnativo.




La strada prende il nome dal complesso di Santa Maria della Spogna, la cui chiesa oggi fa parte di un elegante resort con piscina e cipressi, ma che continua a essere celebrata con una festa popolare alla metà di aprile. (Il quadro originale è conservato nella Chiesa di Santa Maria Nuova a Borgo Pace)


Santa Maria della Spogna

Si sale nel bosco, curva dopo curva, in un’atmosfera silenziosa e raccolta. Niente panorami mozzafiato: qui il protagonista è il verde, profondo e onnipresente.



La sensazione, pedalando, è quella di essere immersi in un mare d’alberi, lontani da qualsiasi presenza umana.
Il valico arriva inatteso quando si è ancora nel territorio marchigiano. Il punto di mezzo, però, si trova poco più in basso, su un ponte che segna il confine tra le Marche e la Toscana. Esattamente alla fine del ponte inizia la parte sterrata. Si guadagna ancora qualche decina di metri di dislivello, giusto per rinforzare la sensazione del confine, poi ci si butta decisi verso Sestino e la valle del Foglia.




Il lato toscano: Passo della Spugna da Sestino (AR)




Start: Sestino
Distance: 6.9 km
Elev Gain: 256 m
Avg Grade: 3.6 %
Max Grade: 13 %
Min Elevation: 496 m
Max Elevation: 752 m
Climb cat: GPM 3
fondo: asfalto e sterrato


Dal punto di vista dei motociclisti, la salita da Sestino, il comune più orientale della Toscana, è un piccolo gioiello. La strada è in gran parte sterrata ma ben tenuta, e paradossalmente più agevole di molte strade asfaltate dell’Appennino, ormai ridotte a colabrodo.

Il primo tratto è impegnativo: alcuni tornanti piuttosto ripidi portano rapidamente alla frazione di Valenzano (642 m). Dal km 4 la pendenza si addolcisce e la strada diventa bianca. Qui comincia la parte più bella: una sterrata dolce che si insinua nel verde per circa 3 km.




È qui che si trova il tornante iconico con la quercia solitaria: il terzultimo prima di raggiungere il confine. Superato il ponte tra le due province  di Arezzo e Pesaro, la strada torna asfaltata e in appena 400 metri si raggiunge il valico, a quota 751 m.




Il Passo della Spugna è incastonato tra la Serra di Battiroli (983 m) sul lato toscano e il Monte Alto (781 m) sul versante marchigiano. Le montagne che circondano Sestino e Borgo Pace raramente superano i 1000 metri, ma hanno un fascino silenzioso e selvatico. Sono tutte ricoperte di boschi e solcate da strade che salgono quasi fino alle creste.

Tra le tante vie di confine segnalo anche un altro valico, poco distante, sotto il Sasso Aguzzo: anch’esso collega Toscana e Marche, ma la strada è troppo sassosa per essere percorsa con la bici da corsa. Forse è giusto così: alcuni passaggi è meglio che restino nascosti.

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