Costa dei cocciari
Lunghezza: 0.360 km
Dislivello: 78 mPendenza: 22.11 %
Difficoltà: 158.8
Partenza: 170 m
Arrivo: 248 m
Qualcuno alla fine della tappa ha scritto che "questo non è ciclismo", ma per noi ciclisti locali il Ciclismo è innanzitutto questo e siamo un po’ orgogliosi e un po’ divertiti dalle polemiche. Quando eravamo bambini, andavamo spesso su e giù per coste come questa: in inverno scivolavamo sul ghiaccio con i sacchetti della spesa, ma appena appena arrivava la stagione tiepida ci affrontavamo in salita per vedere chi arrivava più in alto (con le BMX era fuori discussione arrivare in cima). Se potevamo ci precipitavamo dalla collina vicina per avere un po’ di slancio.
Da questi giochi ho imparato che prima ancora dei rapporti giusti è importante partire piano. La foga e le grandi rincorse non servono, bisogna dosare le forze altrimenti la salita ti respinge. In dieci metri si può rimanere, irrimediabilmente, senza forze. La fine della salita, tra l’altro, se può, cerca di spostarsi verso monte, quindi non bisogna mai pensare “è finita” prima che la bici vada da sola in discesa.
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Risalendo da Casette d'Ete e dall'Autostrada, dopo un paio di km di salita dolce si vede sulla sx una strada con un cartello che indica la pendenza del 30%. La Costa dei Cocciari inizia lì e finisce, dopo soli 350 m, nei pressi di un monumento ai caduti, dove confluisce nuovamente sulla SP27. E' una strada secondaria, ma piuttosto conosciuta, perché consente di tagliare 2 km buoni di Provinciale e l'attraversamento del centro.
Salita breve ma dalle pendenze micidiali (28% nel finale), conosciuta alla Tirreno-Adriatico 2013, Dura, ma è davvero corta, tanto che l'unica volta che sono arrivato fino a Sant'Elpidio a Mare per provarla, l'ho fatta due volte di fila. Insomma, in realtà c'è di peggio come durezza complessiva (Pitino, Porta d'Osimo, Montelupone, la Gattara), ma anche come pendenze (Offagna, forse Poggio Saletto), ma è un tratto di Marche suggestivo, ancora di più dal 2013 dopo averci visto in difficoltà nientemeno che Chris Froome. Era l'anno buono di Horner e di Santambrogio; in fuga, un Dumoulin ancora in carne fu il primo ad affrontare la rampa di Cocciari. Il video della tappa è fantastico: guardate cosa fanno Sagan e Nibali (che quell'anno avrebbe vinto il Giro d'Italia) e, al minuto 10, cosa fa Purito Rodriguez, con infinita forza e solita pessima scelta di tempo.
Era stata una giornata di freddo e pioggia e gli stessi professionisti avevano avuto il loro bel daffare su questa costa, perché, a causa del fondo umido, erano stati costretti ad affrontarla seduti sul sellino. I tifosi che hanno affrontato la tappa davanti alla tv, invece, si sono divertiti.
Fu Contador, il più in difficoltà di tutti in quelle condizioni; dichiarò a caldo che quello non era ciclismo e che non avrebbe più corso la T/A (l'anno successivo, invece, c'era eccome e avrebbe vinto la corsa alla grande, per altro sul Muro di Guardiagrele, che è ancora più estremo.)
Tutta un'altra cosa rispetto al 2013 è stato affrontare la salita con il sole. Ci siamo tornati il 2 luglio 2017, due giorni prima del passaggio del GiroRosa che in cima alla Costa dei Cocciari ha posto il traguardo della 5° tappa, addirittura una cronometro!
Fu Contador, il più in difficoltà di tutti in quelle condizioni; dichiarò a caldo che quello non era ciclismo e che non avrebbe più corso la T/A (l'anno successivo, invece, c'era eccome e avrebbe vinto la corsa alla grande, per altro sul Muro di Guardiagrele, che è ancora più estremo.)
Tutta un'altra cosa rispetto al 2013 è stato affrontare la salita con il sole. Ci siamo tornati il 2 luglio 2017, due giorni prima del passaggio del GiroRosa che in cima alla Costa dei Cocciari ha posto il traguardo della 5° tappa, addirittura una cronometro!
Tirreno Adriatico 11 marzo 2013:
Porto Sant'Elpidio > Porto Sant'Elpidio – 209 km
Telecronaca dalla Costa dei Cocciari al traguardo
Foto di gente contenta - (c) Simone Montemezzo |
Giro Rosa 2017 Stage #5 04/07/2017 Sant'Elpidio a Mare - Sant'Elpidio a Mare
Guarda la sintesi della tappa
12.7 km sui quali la bici da crono sarebbe dovuta servire a poco. Invece stravince la campionessa olandese Annemiek VAN VLEUTEN (ORS ORICA SCOTT) in 25'29 alla media Media 29,973 Km/h vedi Ordine d'arrivo, l'unica che ha usato la bici da cronometro (e sì che sulla Costa dei Cocciari si è beccata ca. 40" dalla 15° Lucinda Brand, che forse si consolerà con il QOM).
Mi sarebbe piaciuto vederle dal vivo, ma purtroppo lavoro anch'io ogni tanto. Di necessità virtù: il video è stato preso da facebook, non sono riuscito a scovarne l'autore. Le immagini sottostanti, invece, sono state incorporate dall'archivio Getty. Un confronto con quelle sopra, per qualità della foto e dei soggetti, è impietoso.
Questo tuo ricordo di bambino è stupendo!
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