Re Monte Nerone
Il Monte Nerone è la salita più importante, più nota, più difficile, più ciclisticamente vivace delle Marche. Tanto nota che... per anni su Salite delle Marche non avevo scritto niente. Ci eravamo distratti. Abbiamo cercato allora di scrivere il meno possibile e, semmai, di fare un po' di ordine tra i tanti che scrivono del Nerone.
Spazio dunque a chi se lo merita, a Pelorandom, Albumciclismo e agli organizzatori del Brevetto del Monte Nerone (scarica la traccia di SDM). Alcune cose però bisogna che le anticipi:
Spazio dunque a chi se lo merita, a Pelorandom, Albumciclismo e agli organizzatori del Brevetto del Monte Nerone (scarica la traccia di SDM). Alcune cose però bisogna che le anticipi:
1) il boscoso versante di Piobbico è da anni in estremo degrado, tanto che dal 2024 sarà valido anche per il Brevetto Gravel
2) Il versante di Pianello, quello del Giro d'Italia del Centenario, il c.d. Ventoux delle Marche pareva correre verso lo stesso destino, ma è stato inopinatamente sistemato alla meno peggio nel 2021. Ancora va bene, ma mi tengo il coccodrillo pronto per i prossimi anni.
2) Il versante di Pianello, quello del Giro d'Italia del Centenario, il c.d. Ventoux delle Marche pareva correre verso lo stesso destino, ma è stato inopinatamente sistemato alla meno peggio nel 2021. Ancora va bene, ma mi tengo il coccodrillo pronto per i prossimi anni.
3) Perfetto il versante di Apecchio-Serravalle, l'unico adatto alla discesa.
4) Per arrivare dallo svalico del rifugio a Cima Bibi, sulla vetta del Monte Nerone (quota 1525) ci sono ancora tre tornanti. Di questo tratto finale, comune a tutti e tre i versanti, si parla alla fine dell'artcolo
N.B.: Per altri dettagli, curiosità e notizie di contorno consiglio le lettura di Salite delle Marche | Le quote di Cerreto e altre cose che ho capito sul Monte Nerone
1. Monte Nerone da Piobbico (Pelorandom &me agg.to 30/3/2017)
Dislivello quasi identico, ma lunghezza inferiore non lasciano spazio a dubbi: è il versante più impegnativo del monte Nerone, se poi aggiungiamo la sede stradale ormai diruta, frane e smottamenti vari lo si può tranquillamente definire "il peggiore". [...]
Per affrontare quella che, se anche l'asfalto fosse un biliardo, sarebbe comunque la salita più dura delle Marche si prende da Piobbico la bella strada per Roccaleonella che è larga e ben tenuta grazie al passaggio del Giro d'Italia (nonostante il 2009 sia un ricordo sbiadito, la carreggiata è ancora buona). La strada mostra subito una gran fretta di salire (13%) fino a superare le case di Ca' Giovacciolo; di qui la pendenza cala leggermente, rimanendo pur sempre intorno al 10% (con qualche ricaduta di nuovo al 12-13%). I primi due chilometri, se si vuole considerare solo il profilo altimetrico, sarebbero i più difficili della salita. Ma la realtà, purtroppo. è peggiore di quella che si intuisce dai grafici.
Superato l'abitato di Acquanera, dove sulla destra si trova l'unica fontana, state pronti a girare a destra. Poche centinaia di metri dopo l'ultima casa, si distacca, sulla destra, una stradina asfaltata, stretta, quasi occlusa dai rami degli alberi; una rustica scritta su un cordolo di cemento indica che porta al Monte Nerone (almeno io la prima volta non l'ho vista a causa dell'erba e mi sono fatto un paio di km di troppo, poi il fatto che scendevo invece di salire mi ha insospettito).
Per affrontare quella che, se anche l'asfalto fosse un biliardo, sarebbe comunque la salita più dura delle Marche si prende da Piobbico la bella strada per Roccaleonella che è larga e ben tenuta grazie al passaggio del Giro d'Italia (nonostante il 2009 sia un ricordo sbiadito, la carreggiata è ancora buona). La strada mostra subito una gran fretta di salire (13%) fino a superare le case di Ca' Giovacciolo; di qui la pendenza cala leggermente, rimanendo pur sempre intorno al 10% (con qualche ricaduta di nuovo al 12-13%). I primi due chilometri, se si vuole considerare solo il profilo altimetrico, sarebbero i più difficili della salita. Ma la realtà, purtroppo. è peggiore di quella che si intuisce dai grafici.
Superato l'abitato di Acquanera, dove sulla destra si trova l'unica fontana, state pronti a girare a destra. Poche centinaia di metri dopo l'ultima casa, si distacca, sulla destra, una stradina asfaltata, stretta, quasi occlusa dai rami degli alberi; una rustica scritta su un cordolo di cemento indica che porta al Monte Nerone (almeno io la prima volta non l'ho vista a causa dell'erba e mi sono fatto un paio di km di troppo, poi il fatto che scendevo invece di salire mi ha insospettito).
La pendenza della salita, come del resto anche il tratto di strada appena percorso, rimane sempre intorno al 10%, praticamente cala solo in corrispondenza dei tornanti.
Sarebbe una strada molto bella, generosamente ombreggiata e in un paio di punto molto panoramica, se... non occorresse fare un continuo slalom tra le buche, pozzi crepe e frane.
Ragazzi NON fate circolare queste informazioni, sennò ci chiudono la strada: ho fatto ieri (30 marzo 2017) il versante di Piobbico ed è stata una vera impresa: ci sono quattro smottamenti sui quali si passa solo grazie ai fuoristrada dei cacciatori che hanno pressato la ghiaia. Un tratto è franato in modo tale che dubito che una normale automobile riesca a transitare. Le auto non sono mica cavalli!
Sarebbe una strada molto bella, generosamente ombreggiata e in un paio di punto molto panoramica, se... non occorresse fare un continuo slalom tra le buche, pozzi crepe e frane.
Ragazzi NON fate circolare queste informazioni, sennò ci chiudono la strada: ho fatto ieri (30 marzo 2017) il versante di Piobbico ed è stata una vera impresa: ci sono quattro smottamenti sui quali si passa solo grazie ai fuoristrada dei cacciatori che hanno pressato la ghiaia. Un tratto è franato in modo tale che dubito che una normale automobile riesca a transitare. Le auto non sono mica cavalli!
Sono "sfasciati" soprattutto i chilometri 3 e 7: in quest'ultimo tratto le reti per bloccare la ghiaia sono cariche di detriti, ma c'è un tratto di strada di 100 metri cosparso di brecce taglienti che potrebbero facilmente squarciare i copertoni; io sono salito in piedi sui pedali, ma sarebbe stato più saggio caricarsi la bici sulle spalle e salire a piedi. Lunghezza e dislivello ormai sono poca cosa rispetto alle difficoltà del fondo; si aggiungano le note voragini dell'asfalto, i soliti sassi all'uscita dei tornanti, le ginestre a bassa quota e i noccioli al piano di sopra che invadono mezza carreggiata e si può capire che forse sarebbe più corretto parlare di strada forestale. Almeno ci andrebbero solo le MTB.
Spero che quella che ho visto ieri sia una condizione provvisoria, conseguenza dello scioglimento delle nevi, perché il Comune di Piobbico rischia a tenere aperta una strada così. Nessuno si fa illusioni per l'asfalto, ma una spazzata ai detriti è doverosa.
Ritornando alla salita, c'è da dire poco. Per nove chilometri pendenze costanti tra il 9 ed il 10% con brevi tratti al 12%, un tracciato che trafigge la foresta e si inerpica dapprima intorno alla punta del Monte Serrone, quindi sul Monte Nerone vero e proprio.
A quota 1000m si incontra una brevissima contropendenza di appena 200m, troppo breve per tirare il fiato.
A quota 1040m circa, si nota sulla destra un cartello in legno indicante la Grotta di Nerone e Balza Forata, per gli amanti dei trekking e della speleologia.
Al tornante successivo, a quota 1070 m Pelorandom consiglia di appoggiare le bici a terra, fare appena 50m su prato e godervi il panorama esattamente dal bordo di uno strapiombo di qualche centinaio di metri sulla Val d'Abisso, "occhio pero' che non c'è nessun parapetto".
A quota 1140m, in corrispondenza di un altro tornante, un cartello nascosto oltre le rocce, indica il sentiero per il rifugio Corsini (sempre per gli amanti del trekking).
Abbiamo ancora circa 200m di dislivello da superare e comprendono anche il rampone quasi bianco con la pendenza maggiore, al 14%.
E continuano anche le buche ovviamente, in certi casi è praticamente impossibile evitarle, visto che hanno invaso l'intera sede stradale, bisogna farci l'abitudine e rallentare l'andatura.
A quota 1300m circa, finisce la strada stretta, si trova inoltre una deviazione in discesa per il rifugio Corsini, ma in bici si prosegue imperterriti in salita, il bosco non c'e' più e dopo aver passato un brutto edificio in cemento (la Colonia Don Orione, rilevata qualche anno fa dagli scout della zona di Pesaro), siamo praticamente al valico.
Per chi proprio non può fare a meno di arrivare quasi in vetta, ci sono ancora un paio di chilometri, che portano esattamente dinanzi il cancello di ingresso dei ripetitori RAI. (Vedi sotto)
2. La Montagnola: Monte Nerone da Pianello, via Cerreto (Pelorandom)
Start: Pianello di Cagli
Distance: 13.4 km
D+: 1030 m
AVG Grade: 7.6 %
Max Grade: 13 %
Min Elevation: 338 m
Max Elevation: 1352 m
Climb Category: HC
Strava Segment: 10409491
Fondo: asfalto con voragini,
frane e detriti taglienti
Valida per il brevetto:
E` questo il versante affrontato prima dal giro d`Italia 2009. Ammesso di avere l`allenamento adatto, l`unico vero problema con questa salita, potrebbe essere dovuto al caldo, quindi evitate i periodi di anticiclone africano, o quanto meno affrontatela nelle primissime ore della mattinata. Considerato il degrado del versante di Rocca Leonella e l'eccessivo traffico automobilistico (nei fine settimana) del versante di Serravalle di Carda, è probabilmente anche il versante migliore per i ciclisti.
La sede stradale è molto stretta, quasi completamente esposta al sole, sale con numerosi tornanti, tutti numerati, attraverso i prati.
Si parte dal bel paesino di Pianello a circa 12,5 km da Cagli si dà un'occhiata alle tabelle celebrative della tappa del Giro '09 e si punta la montagna. La salita inizia poco dopo il fiume, con un tornante non numerato che sale subito al 13%, fino a superare le ultime case dell'abitato, dopo le quali la pendenza si affievolisce fino a diventare discesa per circa 500 m,
Giunti in fondo alla valle, torna la salita che non ci lascerà più fino al valico. Di nuovo la pendenza sale (10-12%), fino al bivio per Cerreto; qui si trova anche il primo tornante numerato, il n.21 con la relativa quota altimetrica (520 m).
3. Monte Nerone da Serravalle di Carda - Pian di Trebbio (Pelorandom)
Start: Pian di Trebbio
Distance: 8.9 km
D+: 755 m
AVG Grade: 8.1 %
Max Grade: 14 %
Min Elevation: 770 m
Max Elevation: 1525 m
Strava Segment: Strava Segment:
Climb Category: HC
Valida per il brevetto:
Si comincia subito in salita, in curva al 9-10%, che poi cala repentinamente divenendo pedalabile prima del primo tornante che si affronta solo al 2%. Asfalto ancora nero dopo che è stato rifatto in occasione del passaggio (in discesa) del Giro d'Italia Continua a leggere su pelorandom...
N.B.: Per Discese delle Marche è la più bella discesa della Regione
La strada sale e termina definitivamente con un cancello che ne sbarra la prosecuzione in corrispondenza degli impianti radio della RAI, siamo praticamente in cima, il panorama foschia permettendo, e' veramente spettacolare: sulla destra (verso sud), è ben visibile il Petrano, il massiccio del Catria, anche se la punta che si vede in primo piano è quella del monte Acuto, dove arriva la bidonvia di Frontone, quindi ancora a destra il massiccio del Monte Cucco e, più in lontananza, arrotondato, c'è il Monte Subasio.
A nord (a sinistra salendo), in basso il paese di Piobbico, più in lontananza ma ben riconoscibile, il Carpegna, i Sasso Simone e Simoncello. Ad est ovviamente il mare, con tutte le città costiere
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