Forchetta di Fonte Avellana
L'eremo di Fonte Avellana non lo vedi finché non ci sbatti il muso contro, nascosto com'è in una conca rocciosa fitta di querceti. Sopra il portale una lapide dantesca ribadisce ce nei secoli poco è cambiato« Tra ' due liti d'Italia surgon sassi,
e non molto distanti a la tua patria,
tanto che' troni assai suonan più bassi,
e fanno un gibbo che si chiama Catria,
di sotto al quale è consecrato un ermo,
che suole esser disposto a sola latria. »
Pd. XX, 106-111
La strada non finisce all'Eremo di Fonte Avellana (lo chiariamo subito perché in rete girano informazioni sbagliate), ma continua fino a un valico che, nelle mappe dell IGM, è denominato "La Forchetta", per poi scendere verso Caprile e Frontone. E' un valico che potremmo definire "di lusso", perché non è necessario a collegare due valli, dal momento che il fiume Cìnisco, che solca il versante nord, è un affluente di quel Fiume Cesano che scava il versante sud (la confluenza avviene a Pergola) e le due vallate sono collegate da innumerevoli strade assi più comode.
Il valico, pertanto, è transitato solo da quanti siano diretti al Monastero di Fonte Avellana e questo è un lusso anche per i ciclisti, che hanno a disposizione una strada splendida e singolarmente solitaria. E' una salita bella tutto l'anno, anche se il periodo migliore è probabilmente quello del foliage tra ottobre e novembre; la quota relativamente modesta della Forchetta (780 m s.l.m.) fa sì che le salite siano percorribili per quasi tutto l'anno.
Il valico, pertanto, è transitato solo da quanti siano diretti al Monastero di Fonte Avellana e questo è un lusso anche per i ciclisti, che hanno a disposizione una strada splendida e singolarmente solitaria. E' una salita bella tutto l'anno, anche se il periodo migliore è probabilmente quello del foliage tra ottobre e novembre; la quota relativamente modesta della Forchetta (780 m s.l.m.) fa sì che le salite siano percorribili per quasi tutto l'anno.
In questo post sono presentati entrambi i versanti della Forchetta: prima quello di Fonte Avellana, poi quella da Frontone
1. Forchetta di Fonte Avellana dalla Val Cesano
Distance: 6.4 km
Elev. Gain: 332 m
Avg Grade: 5.2%
Max Grade: 12%
Min Elev: 447 m
Max Elev: 781 m
Climb Category: 2
Salita molto interessante che attraversa una zona affascinante per natura e per architettura. Siamo sul versante orientale del Monte Catria. La strada si allunga in una valletta appartata scavata dal Fiume Cesano.
Il punto di partenza classico è poco dopo la Madonnina di Chiavelle, in corrispondenza del parcheggio del ristorante Le Cafanne, un posto molto suggestivo in riva al ruscello, con tavoli quelli all'aperto, e piatti semplici, ma confortanti.
Dopo 1,2 km, in località Castellaccio (quota 506), si incrocia, da sinistra, la strada che scende dall'Abbazia di Sitria, da tenere presente per percorrere un anello che comprende anche im Passo del Catria.
Per iniziare la salita vera è ancora presto. Ancora 2,5 km al 2% lungo questa parte di valle meno angusta e che non a caso è denominata la Val Grassa, finché si giunge a una sorta di bivio geologico (quota 549): il fiume si perde a sinistra verso la boscosissima Balza dell'Aquila, invece la Strada Provinciale Avellana sterza bruscamente a destra su una valletta appartata e, finalmente, si mette a salire. Da questo punto al valico mancano 2800 metri, pendenza media 8%.
Il drittone termina alla cappella di S. Albertino (quota 600), primo segno dell'antica presenza monastica in questa valle. La valletta è particolarmente stretta e S. Albertino è solo la prima di una serie di cappelline che punteggiano l'erta finale che conduce all'Eremo.

Sul sesto tornante parte la salita HC che porta alla Croce del Monte Catria (quota 1700, vedi infra), ma è percorribile solo in MTB, noi si continua sull'asfalto.
E' il tratto più suggestivo della salita: completamente solitario, ma con la fabbrica del grande monastero che, finalmente, si mostra nella sua austera bellezza. 7% fino in cima

Start: Strada del Caprile (PU)
Distance: 4 km
Elev. Gain: 311 m
Avg Grade: 7.8%
Max Grade: 12%
Min Elev: 470 m
Max Elev: 781 m
Climb Category: 2
Da questa altra parte la salita non l'ho mai fatta in bdc; solo una volta in MTB alla fine di un giro molto faticoso che mi aveva portato a salire verso la croce del Monte e a scendere lungo la pista da sci. Di qui ero sempre e solo sceso.
E' stata la prima volta in assoluto, ché nemmeno in macchina ero mai salito di qui: avevo allungato il mio giro apposta per scrivere questo post ma, arrivato a Caprile, purtroppo, non avevo la lucidità necessaria (crisi di fame, mal schiena, scarsa abitudine alle ruote grasse) per condurre un'osservazione scientifica.
Qui di seguito leggerete solo alcune impressioni di novembre e i ricordi da discesista.
1° impressione: la valle di Caprile. E' meravigliosa
1° impressione: la valle di Caprile. E' meravigliosa
2° impressione: i primi due chilometri e mezzo. Non sono di vera salita, per cui sono stati disegnati nell'altimetria per ingannare i lettori, ma non verranno considerati in questa breve descrizione. E' un lungo falsopiano quello che dal paese basso di Frontone attraversa Foce e arriva al bivio Caprile-Funivia/Fonte Avellana.
Una volta presa la strada a sinistra la pacchia finisce. Chi ha progettato questa strada forse sperava di tirare un'unica riga e di arrivare in cima. Non ci è riuscito ma ci è andato vicino: dal bivio in avanti ci sono 4 chilometri di strada, tre rettilinei e due tornanti.

Il primo drittone è lungo 1800 m, pendenza media umana al 7.7%. Mi sono distratto tutto il tempo a guardare il massiccio del Monte
Restano ancora solo 1400 m di salita e, purtroppo 160 m di dislivello. In cauda venenum, come sempre, le pendenze peggiori, 11-13% arrivano alla fine. Io sulle gambe non le ho sentite, ma ero già ciucco all'inizio della salita. sulla carta ci sono e scommetto che affrontando l'ascesa con un altro piglio si fanno sentire eccome.
La S finale garantisce un'affaccio sulla valle nascosta dell'eremo spettacolare
Impressione di un discesista: l'asfalto. Un po' sporco ma molto decente per la salita, un po' pericoloso in discesa. Adesso possiamo proprio concludere.
Sono salito qui l'8 novembre 2020. C'erano le foglie rosse, il cielo era azzurro-cielo, non si vedeva una nuvola sda tre giorni e c'erano 18 gradi. nemmeno un alito di vento. Condizioni ideali sotto ogni punto di vista, ma in qualunque stagione si affronti la salita, il panorama sull'Eremo e sul Monte Catria ripaga abbondantemente dello sforzo fatto. O no?
Commenti
Posta un commento