Piste ciclabili e ciclopedonali

Scarponi è stato ucciso da un furgone che voleva immettersi su una strada secondaria. C'è poco da dire. In mezzo si sono stati i casi di Froome e della squadra investita da una ragazza ubriaca e drogata in Spagna. Di Hayden si sa meno, ma, anche si fosse immesso in modo imprudente sulla provinciale , visto il punto dell'impatto, l'automobilista doveva guardare da tutt'altra parte. 
Poi parlare di imprudenza è sbagliato, il pilota in effetti si è immesso a 19.5 km/h, il che vuol dire che aveva smesso di pedalare da almeno 15".

Eppure quanti commenti dello stesso tenore! Tutti addosso ai ciclisti, come se un'infrazione in bici meritasse la pena di morte.
Sui blog dei quotidiani on line si leggono interventi completamente campati in aria: chi accusa i ciclisti di sfrecciare a 75 km/h nei centri abitati. Chi pontifica sul fatto che in una strada dove c'è il limite di 70, non dovrebbe essere consentito andare in bici.

E chi se ne importa se nel caso di Hayden il limite era di 50 e se il ciclista andava, come tutti a 25 di media (guardate gli ultimi giri di "Kentucky Kid": https://www.strava.com/athletes/11608551?oq=hay) non sappiamo di cosa parliamo, ma di spargere odio non perdiamo occasione


Un codice inadeguato

Il codice della strada va riscritto. La parte che riguarda i velocipedi è fuori del tempo, ma se, per ipotesi, un nuovo codice equiparasse le bici da corsa ai ciclomotori e se, come si dice funzioni in Spagna, un nuovo articolo consentisse ai ciclisti di procedere in gruppo, tu ti adegueresti? E noi smetteremmo di leggere commenti deliranti in cui si giustifica l'omicidio stradale?


La questione delle Piste ciclabili

Oggi sono poche e poco sicure. Riuardo alle ciclabili ci sono tre tipi di problemi:
- ingegneristici
- di educazione
- legislativi (codice della strada e regolamento applicativo)

Problemi di costruzione

Su questo punto Leggi e regolamenti sono molti rigorosi, frutto di un'analisi molto accurata: il DM N.557 del 30/11/1999 (Regolamento per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili) considera bene gli ingombri, la velocità di percorrenza (20-25 km/h anche 40 in discesa), le pendenze massime (5%),  la visibilità nei punti di intersezione, i tempi di reazione dei ciclisti.
Qualo sono le caratteristiche di una ciclabile  allora?
La larghezza standard di una corsia ciclabile è di 1,50 m per unico senso di marcia (Il DM 557 tiene conto sia degli ingombri di ciclista e bicicletta sia dello spazio per l’equilibrio). Nel caso di ciclabili ricavate su strade preesistenti,  per tratti limitati, le larghezze si possono ridurre un po':

PISTA A CORSIA SINGOLA 1,50  (mai meno 1.25)
PISTA A DUE CORSIE DI SENSO CONCORDE 2,50 (mai meno 2.00)
PISTA A DUE CORSIE DI SENSO OPPOSTO 2,50 (mai meno 2.20)

Queste misure valgono per delle piste dedicate alle sole bicuclette, se esse devono ospitare  tutti i tipi di velocipedi le misure vanno incrementate del 20%  (corsia singola 1,80 due corsie 3.00).
Ovviamente questi limiti sono puntualmente forzati. perciò quello che funziona sulla carta, nella realtà non lo troviamo. è il caso dell'exemplum della nostra bella ciclabile.



Problemi di educazione

Una soluzione possibile: Area a preferenza ciclabile (APC). Nella progettazione delle reti ciclabili la presenza di particolari e specifici contesti urbani quali i centri storici o aree costituite da una rete stradale prevalentemente di tipo locale, deve portare all’individuazione delle APC. All’interno delle APC la circolazione delle biciclette e/o degli altri velocipedi avviene completamente in promiscuo con quella dei pedoni e dei veicoli a motore su tutte le strade nel rispetto delle regole di comportamento dei ciclisti contenute nel Codice e nel relativo Regolamento. In tali aree non risulta necessario individuare piste o percorsi in quanto la sicurezza dei ciclisti deriva proprio dalla libera condivisione dello spazio stradale in cui pedoni, Istruzioni Tecniche per la progettazione delle reti ciclabili (Bozza n. 3 - 17 aprile 2014)

Problemi  legislativi

un codice della strada che parla di velocipedi inserendo in una sola categoria biciclette tricicli, risciò, bicicli, monopattini etc... manifesta già da sé la propria inadeguatezza. Quando poi, parlando di dotazioni indispensabili per circolare in strada, fa riferimento alle luci, al campanello (!) e non al casco si squalifica ulteriormente. Il regolamento applicativo, per fortuna, è scritto in modo da contraddire il CdS e da dissuadere i vigili troppo zelanti.









Decreto Ministeriale N. 557 del 30/11/1999
Regolamento per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili
Capo II

Principali standards progettuali per le piste ciclabili

4. Salvo casi particolari, per i quali occorre fornire specifica dimostrazione di validita' tecnica
della loro adozione ai fini della sicurezza stradale, specialmente con riferimento alla conflittualita'
su aree di intersezione, non e' consentita la realizzazione di piste ciclabili a doppio
senso di marcia con corsie ubicate entrambe sullo stesso lato della piattaforma stradale.

6. In generale e con riferimento specifico alla tipologia delle strade indicata nel decreto legislativo
30 aprile 1992, n. 285, e' da osservare che:

Art. 8.
Velocita' di progetto e caratteristiche plano-altimetriche
1. La velocita' di progetto, a cui correlare in particolare le distanze di arresto e quindi le lunghezze
di visuale libera, deve essere definita per ciascun tronco delle piste ciclabili, tenuto
conto che i ciclisti in pianura procedono in genere ad una velocita' di 20-25 km/h e che in discesa
con pendenza del 5% possono raggiungere velocita' anche superiori a 40 km/h.
2. Nella valutazione delle distanze di arresto si deve tenere conto di un tempo di percezione e
decisione variabile tra un minimo, pari ad un secondo, per le situazioni urbane, ed un massimo
di 2,5 secondi per le situazioni extraurbane, nonche' di un coefficiente di aderenza longitudinale
da relazionare al tipo di pavimentazione adottata e, comunque, non superiore a 0,35.
3. Nel caso di realizzazione di piste ciclabili in sede propria, indipendenti dalle sedi viarie destinate
ad altri tipi di utenza stradale, la pendenza longitudinale delle singole livellette non
puo' generalmente superare il 5%, fatta eccezione per le rampe degli attraversamenti ciclabili
a livelli sfalsati, per i quali puo' adottarsi una pendenza massima fino al 10%. Ai fini dell'ampia
fruibilita' delle piste ciclabili da parte della relativa utenza, la pendenza longitudinale media
delle piste medesime, valutata su basi chilometriche, non deve superare il 2% salvo deroghe
documentate da parte del progettista e purche' sia in ogni caso garantita la piena fruibilita'
da parte dell'utenza prevista.
4. I valori di pendenza longitudinale massima (media e puntuale) esposti al comma 3 devono
essere utilizzati anche come riferimento sostanziale per l'individuazione dei percorsi di piste
ciclabili da realizzare su strade destinate prevalentemente al traffico veicolare o in adiacenza
alle stesse, in concomitanza ai criteri progettuali esposti all'articolo 6, comma 6.
5. I raggi di curvatura orizzontale lungo il tracciato delle piste ciclabili devono essere commisurati
alla velocita' di progetto prevista e, in genere, devono risultare superiori a 5,00 m (misurati
dal ciglio interno della pista); eccezionalmente, in aree di intersezione ed in punti particolarmente
vincolati, detti raggi di curvatura possono essere ridotti a 3,00 m, purche' venga rispettata
la distanza di visuale libera e la curva venga opportunamente segnalata, specialmente
nel caso e nel senso di marcia rispetto al quale essa risulti preceduta da una livelletta in discesa.
6. Il sovralzo in curva deve essere commisurato alla velocita' di progetto ed al raggio di curvatura
adottato, tenuto conto sia di un adeguato coefficiente di aderenza trasversale, sia del fatto
che per il corretto drenaggio delle acque superficiali e' sufficiente una pendenza trasversale
pari al 2%, con riferimento a pavimentazioni stradali con strato di usura in conglomerato bituminoso.
7. Ferme restando le limitazioni valide per tutti i veicoli, comprese quelle inerenti a particolari
zone di aree urbane (ad esempio zone con limite di velocita' di 30 km/h), specifiche limitazioni
di velocita', per singoli tronchi di piste ciclabili, dovranno essere adottate in tutti quei casi
in cui le caratteristiche plano-altimetriche del tracciato possono indurre situazioni di pericolo
per i ciclisti, specialmente se sia risultato impossibile rispettare i criteri e gli standards progettuali
precedentemente indicati (per strettoie, curve a raggio minimo precedute da livellette in
discesa, ecc.).
Art. 9.
Attraversamenti ciclabili
1. Gli attraversamenti delle carreggiate stradali effettuati con piste ciclabili devono essere realizzati
con le stesse modalita' degli attraversamenti pedonali, tenendo conto di comportamenti
dell'utenza analoghi a quelli dei pedoni, e con i dovuti adattamenti richiesti dall'utenza ciclistica
(ad esempio per la larghezza delle eventuali isole rompitratta per attraversamenti da effettuare
in piu' tempi).
2. Per gli attraversamenti a raso, in aree di intersezione ad uso promiscuo con i veicoli a motore
ed i pedoni, le piste ciclabili su corsia riservata devono in genere affiancarsi al lato interno
degli attraversamenti pedonali, in modo tale da istituire per i ciclisti la circolazione a rotatoria
con senso unico antiorario sull'intersezione medesima.
3. Per gli attraversamenti a livelli sfalsati riservati ai ciclisti (piste ciclabili in sede propria) va
in genere preferita la soluzione in sottopasso, rispetto a quella in sovrappasso, assicurando che
la pendenza longitudinale massima delle rampe non superi il 10% e vengano realizzate, nel
caso di sovrappasso, barriere protettive laterali di altezza non inferiore ad 1,50 m.



siamo messi male ma c'è chi sta peggio.



# Cris 
fatemi capire bene….quindi con lo skateboard non posso andare ne sulla strada, ne su i marciapiedi ne sulle piste ciclabili ?
  1. # nicola 
    Di cosa ti meravigli siamo in italia!

http://www.ciclistaurbano.net/bici_rotatoria.html
http://www.bikeitalia.it/codice-strada-per-bici-i-ciclisti/
http://opencyclemap.org/
http://www2.unibas.it/petruccelli/pdf/MIT-istruzioni_progetto_piste_ciclabili%20-%202014.pdf

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