Montecalvo e la SP7 di Boscomartese (Acquasanta - Valle Castellana)

 

«Confine», diceva il cartello.
Cercai la dogana. Non c’era.
Non vidi, dietro il cancello,
ombra di terra straniera.
G.C.


Montecalvo è una modesta altura della Laga (1078 m) tra i Monti Gemelli e la Macera della Morte. Vicino alla vetta di Montecalvo corre la SP7 di Bosco Martese, che collega la valle del Tronto e l'alta valle del Castellano. 
Un'imponente fortezza in arenaria, a quota 950, difende ancora un valico che oggi ha perso molta dell'antica rilevanza commerciale. Si tratta però di una strada (teoricamente) strategica per i ciclisti, perché congiunge le tre salite di Cervara, di San Giacomo, del Monte Ceraso in Abruzzo e permetterebbe di chiudere degli anelli su Acquasanta Terme, Ascoli e Teramo. Insomma è una strada che dovrebbe interessarci molto, sebbene più da fare in discesa che in salita. 
L'abbondante uso del condizionale è proporzionale al numero di cerotti e di camere d'aria di cui ho avuto bisogno l'unica volta che ho affrontato in discesa il versante abruzzese. 
E' dunque con un occhio e mezzo rivolto al fondo stradale e alla discesa che andiamo a presentare le due salite di Montecalvo. 

Montecalvo dalla valle del Tronto


Start: SP207 Lungotronto / SP7 Boscomartese
Distance: 11.8 km
Elev. Gain: 571 m
Avg Grade: 4.8%
Max Grade: 8 %
Min Elev: 380 m
Max Elev: 951 m
Climb Category: 2
Fondo: asfalto ottimo
Strava Segment: 20308702



Per dirla tutta, bastano poche righe. La salita è estremamente regolare, il fondo è liscio, la carreggiata ampia. La pendenza media non è lontana dalla pendenza minima e dalla pendenza massima: un pedalabilissimo 5%.
Di interesse l'attraversamento di Paggese dopo il primo chilometro poi il paesaggio cambia poco: tantissimo alberi e, in lontananza, le maggiori vette dell'Appennino. A quota 930 il paese di San Paolo anticipa di poco il valico e la Fortezza.
Dopo il passo si apre uno spazio intricato di montagne boscose e ci si sorprende nel vedere che piccoli villaggi, non del tutto abbandonati, sono stati costruiti in anfratti tanto lontani dalle autostrade; i toponimi hanno un sapore tolkeniano: Casaduna, Collefrattale, Farno, Fleno, Forcella, Pietralta. Facevano parte dell'estinto comune di Montecalvo nel Castellano che fu soppresso nel 1866.
Fino alla nascita del Regno d'Italia, la Rocca di Montecalvo, posta sullo spartiacque tra il Tronto ed il Castellano, segnò il confine tra Stato Pontificio e Regno di Napoli; adesso divide Marche e Abruzzo. La nobile solennità delle costruzioni mostra ancora la vocazione di luogo di confine, anzi di luogo,  per dirla ancora con Caproni, non-giurisdizionale. 



Tutti i luoghi che ho visto,
che ho visitato,
ora so – ne son certo:
non ci sono mai stato.
 

Montecalvo dal Lago di Talvacchia



Start: Lago di Talvacchia
Distance: 16.8 km
Elev. Gain: 520 m
Elev. Difference: 436 m
Avg Grade: 3 %
Max Grade: 12 %
Min Elev: 515 m
Max Elev: 951 m
Climb Category: 2
fondo: asfalto 70%
breccia e gravemente sconnesso 30% 

Start: Ascoli Piceno (Porta Cartara)
Distance: 30.8 km
Elev. Gain: 916 m
Elev. Difference: 784 m
Min Elev: 166 m




Una maglia da buttare e 40 km fatti sui cerchioni a 43°C. Al momento della caduta avevo seriamente pensato di nascondere la bici e di raggiungere la macchina passando per il bosco di Talvacchia, ma con i tacchetti non era il caso, scalzo sarebbe stato divertente, ma poi come avrei fatto gli ultimi km su un asfalto al limite della fusione? Un po' imprecando e un po' maledicendomi ho chiuso il giro con i cerchioni tra le gambe. E sì che pedalare con Lentezza mi aveva avvertito: di lì non si scende. In salita se ne può parlare
La salita la farei iniziare dal Lago di Talvacchia, già così è molto irregolare; va comunque considerato che da dove si parte di solito, cioè da Porta Cartara (Ascoli Piceno, quota 166) ci si deve sciroppare salita per ca. 7 chilometri fino al bivio di Villafranca (quota 443, è la prima parte della salita di Colle San Giacomo, vedi salitedellemarche.it/2018/01/colle-san-giacomo.html). Dal Bivio ci sono altri quattro chilometri di lieve discesa e di lieve salita (D-60 D+120) prima di arrivare alla diga di Talvacchia (quota 515)
Siamo in Abruzzo da una manciata di chilometri, la nostra SP49 segue tranquilla il lungolago e il confine regionale fino al km 14. Poi finalmente si inizia a salire sul serio. Ci aspettano oltre 16 km di salita con 500 metri di D+
La prima rampa si conclude a Valle Castellana (Piana, nel dialetto locale), il paese più importante della valle. E' un chilometro con pendenza media del 7.5% ma punte in doppia cifra. Al centro del paese c'è un incrocio. Dobbiamo abbandonare la strada principale, la nostra cara SP49 ché ci porterebbe a Teramo o sulle sulle gole del Salinello (SP49a) e prendere la... SP49 in direzione Morrice.
La SP49 è una e trina, dunque,  ma il ramo che percorreremo fino al valico è già generoso chiamarlo "strada". Come una Graziella trascurata e una Pinarello Dogma appena comprata possono entrambe dirsi biciclette, anche i cinque km che collegano Valle Castellana a Morrice sono definibili Strada Provinciale, ma sarebbe più onesto definirli V E R G O G N O S I. Non solo sono pieni di fossi buche, brecce, chopper, amigdale, solchi e frane, ma sono pure duri. Meglio cadere sul cemento grezzo che su questo fondo.
In salita e con le gomme gonfie però non dovrebbe essere un grande rischio. Si arriva a Morrice dopo aver superato un dislivello di 200 m (4% medio, la parte centrale sale forte ma all'inizio e alla fine si sale davvero tranquilli). Frazioncina tranquilla con vari servizi e la vocazione da località centrale. Dentro il paese l'asfalto è perfetto e questo mi fa pensare che il paesello intrattenga contatti più frequenti con il capoluogo provinciale che non con il capoluogo comunale. 
Oltre Morrice la strada perde quota per la quarta volta fino al ponte sul Castellano; subito prima del ponte c'è un incrocio: a sx se si vuole andare a Teramo (SP48) o ai 1200 m del valico del Monte Ceraso (SP47);  a destra, la strada rientra nella Marche, sale a Montecalvo e scende ad Acquasanta. 

Non appena si rientra nelle Marche le strade tornano perfette. Mancano 5 km, 200 m di dislivello e finalmente ci si può rilassare e pensare alla prossima salita.

E ora che avevo cominciato
a capire il paesaggio:
«Si scende,» dice il capotreno.
«È finito il viaggio»










Commenti