La grande corsa

Pubblicato da Michele Mazzieri marzo 11, 2023

La grande corsa

“Oggi è stata una delle tappe più dure che mi ricordo negli ultimi anni. Percorso durissimo fatto a tutta dall’inizio alla fine. Peccato per il finale che mi è mancato, non ero super brillante, ma sono soddisfatto di come l’ho gestita." (Giulio Ciccone a fine tappa ai microfoni Rai)

- ore 17.10 la corsa è finita, ma qualcuno (n.181, Valerio Conti) non ha capito dove sono le Piscine dove sono parcheggiati i pullman delle squadre e deve rifare la salita fino al traguardo

Valerio Conti risale il Guazzatore

- ore 16.50 E' passato il Fine-Corsa, è il momento di un po' di caos, tra Macchine della polizia, cicloimbucati e pro in cerca dell'albergo. Tutti rigorosamente contromano.

Quinn Simmons. ci mancava solo di esser investiti dalla polizia

242 George Bennet e 155 Mark Donovan verso casa

Lungo le mura. Forza, il traguardo è a 5 km

La corsa non è ancora finita ma c'è già chi cerca la strada di casa. Vero Attila?

Formolo, una giornata faticosa

Facce da Gattara

Maxi schermi supplementari

Il lavoro è finito, ma come si fa a trovare le forze per arrivare al traguardo? Forza Tiesj e Attila

Pinot, Alaphilippe, 'O Connor, Ciccone, Carthy, Roglic, Almeida e Landa

Rifornimenti in cima a ogni muro, soprattutto per i velocisti

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L'Appennino che attraversa le Marche si sviluppa su quattro pieghe o catene. La prima è quella che fa da confine con l'Umbria, in essa spicca il Monte Catria (m 1701). La seconda catena è quella del San Vicino, che termina con la maestosa quinta dei Monti Sibillini. La terza piega è quella su cui sorgono Cingoli e il Monte Acuto. L'ultima piega corre per lo più sotto l'Adriatico, da essa emerge il Monte Conero, che dà origine ad un promontorio che divide a metà la costa marchigiana.
I fiumi hanno un tipico andamento parallelo e formano quella struttura di valli chiamata "a pettine" che rende particolarmente vari, ma faticosi, gli itinerari in direzione Nord-Sud.

La zona delle colline è perciò caratterizzata da un gran numero di salite che, collegando la valle con le città costruite sulle creste, superano dislivelli di 200-300m. Spesso si tratta di veri e propri muri lunghi 1000-1500m metri con pendenze spesso superiori al 15%, come il Muro di Montelupone, i muri di Offagna, Recanati, Osimo, le varie Boccoline, Roncoline, Badorline e gli altri mille "monti" della Regione... per non parlare di Pitino.

Le salite appenniniche non raggiungono grandi altitudini (solo quattro strade asfaltate superano i 1500m), perciò non presentano grandi dislivelli; di solito sono salite di 7-8 km con dislivelli di 600-700m e pendenze attorno all'8%. Tuttavia spiccano alcune ascese più impegnative, come quelle del Monte Nerone, del Pizzo di Meta, del Catria e del San Vicino, che superano dislivelli di circa 1000m con pendenze sempre impegnative.