Tappe del Brevetto Gravel #24: Pian Perduto. Tra rose, cardi, Forche di Giuda e Passi (molto) Cattivi

Quella che attira turisti in cerca di estasi paesaggistica, quella che attira fotografi dilettanti e professionisti. Quella delle lenticchie. Quella di un’antica battaglia, che nel 1522 vide affrontarsi Vissani e Norcini, e che venne vinta dai primi, seicento contro seimila, perché avevano la fede dalla loro parte, mentre i secondi erano devoti solo al vino.

“Quando il Governator vidde sfilare
L’armata de’ norcini inferocita
Alli soldati tosto fe’ piegare
Amendue le ginocchia e unir le dita,
Di S. Margherita fe’ invocare
Il nome illustre e rammentar la vita,
Onde ognun ripetea queste parole:
‘Dhe, santa, aiuta noi e la nostra prole’

E Mentre Visso in Margherita ha fede,
Norcia in Bacco suo Dio confida e crede”.

Loredana Lipperini

 

Distance: 94 km
Tempo in movimento: 8:40:00
Non è un giro per tutte le gambe. L'accoppiata Monte Cardosa-Passo Cattivo è un classico di Manuel, ma in effetti nessuno ci obbliga a salire nello stesso giorno su entrambi i picchi dell'Altissima Valnerina. 
La dividiamo in quattro parti variamente componibili o evitabili: 1. La salita fino a Castelluccio; 2. La discesa, tutta asfaltata, fino a Castelsantangelo s/Nera; 3. La grande salita fino a Passo Cattivo; 4. Un salto a Macereto

1. Casteluccio da Forca di Giuda

1. La prima salita parte da Visso conduce a Castelluccio di Norcia attraverso i gioghi del Monte Cardosa e del Monte delle Rose. 
Nei mesi che seguirono il grande terremoto che ha distrutto le case di Castelluccio, da questo monte, più precisamente dalla Forca di Giuda (quota 1794), che corre tra il Monte delle Rose (1861) e il Monte Patino (1883), passava l'unica strada che consentiva di raggiungere gli altipiani delle lenticchie. 
La prima metà del percorso passa per questa strada, che consente di raggiungere il centro del rinascente borgo dall'alto 

To: Forca di Giuda
Distance: 20.8 km
D+: 1391
Elev. Change: 1191 m
Avg Grade: 6.7%
Max Grade: 16%
Min Elev: 605 m
Max Elev: 1796 m
Climb Category: HC


Il giro parte da Visso una strada forestale sale fino a Costa Cavolese (quota 1500), una piccola sella alle pendici del Monte Cardosa. continua a leggere in.......



2. Pian Perduto

Per una volta si Arriva a Castelluccio dall'alto, evitando il supplizio del dentino su cui sorgeva e risorgerà il paese. Si può dunque scendere senza esitare sul più settentrionale dei Piani, quello marchigiano che i nursini chiamano il Pian Perduto, quello meno ingombro di turisti e di fotografi  in cerca di estasi paesaggistica. Quello di un’antica battaglia, che nel 1522 vide affrontarsi Vissani e Nursini, "e che venne vinta dai primi, seicento contro seimila, perché avevano la fede dalla loro parte, mentre i secondi erano devoti solo al vino."
Superato l'inevitabile ciglio dell'altipiano, quella Forca di Gualdo che spesso fa penare più di quanto non direbbero i dati sull'altimetro, resta ancora la splendida discesa fino a Castelsantangelo.

3. Frontignano e Passo Cattivo


Start: Castelsantangelo sul Nera
Finish: Passo Cattivo
Distance: 14,51 km
D+: 1.143 m
Avg Grade: 8%
Max Grade: 16 %
Min Elev: 718 m
Max Elev: 1842 m
Climb Category: HC
Suggested Route: Routes 328...88

Finish: Frontignano
Distance: 7.8 km
Max Elev: 1342 m
Strava Segment: Routes|328...7788



Nella prima parte è la salita appena riaperta di San Placido, uno dei borghi storici più alti delle Marche. E' un po' più corta rispetto alla strada che sale da Ussita con un disegno più interessante. Già quest prima parte asfaltata offre tutto quello che cercano gli innamorati delle salite: tanti tornanti, pendenze importanti, panorami suggestivi e anche edifici storici. 
La salita inizia con una evidente rampa poco a valle di Castelsantangelo sul Nera. La strada rimane sulla destra, facilissima da individuare.
Il primo chilometro, decisamente duro, serve per arrivare a Nocria,  uno dei borghi più colpiti dal terremoto.

San Placido, agosto 2016

In poco più di un chilometro si sale di 100 metri, solo durante l'attraversamento del borgo la pendenza si attesta intorno al 7%. Superato il paese, c'è un chilometro all'8% e poi il tratto più impegnativo: per due chilometri, fino a San Placido la strada sale con pendenze in doppia cifra e punte oltre il 12%.
Molto suggestiva era la sequenza dei tornanti che precedono e seguono quello che era un borgo grazioso con edifici antichi dai portali di rara bellezza a certe altitudini. 
La salita e i tornati continuano con pendenze vicine al 10% ancora per un chilometro, poi si entra nell'altipiano del Pian della Croce e due drittoni al 6% portano all'incrocio con la strada che sale da Ussita. Da qui ripasseremo per tornare a casa, ma prima si va a destra fino al Passo Cattivo, che si vede già in lontananza, ma a è meglio non guardare. A proposito, per i dettagli della salita è meglio leggere l'articolo apposito di Salite delle Marche: Passo Cattivo da San Placido

4. Valico delle Arette e Macereto

Start: Ussita
Distance: 5.8 km
Elevation Gain: 416 m
AVG Grade: 7.2%
Max Grade: 12%
Min Elev: 697 m
Max Elev: 1113 m

Da Passo Cattivo a Ussita ci sono quasi 15 chilometri di discesa dei quali 9 su asfalto e pure veloci. A questo punto chi non è sazio di salita può aggiungere anche il Valico delle Arette. 
Bisogna avere una volontà di Ferro, perché da Ussita mancano solo 5 km di discesa per chiudere il giro e nelle gambe protestano già oltre 80 km. 
Se davvero avete la forza di continuare - i miei complimenti - ricordate che il versante ussitano è l'unico effettivamente impegnativo. Il dislivello non è tanto, ma è salita vera. A parte il primo chilometro e mezzo la strada sale con una pendenza media dell'8% e in due punti si impenna sicuramente anche oltre il 12%.
La cosa brutta della salita è che davanti ai nostri occhi ci sono solo le ginestre. Ci si deve limitare a salire, ma non è inutile sapere che ci guarda le spalle la più imponente parete calcarea dei Sibillini; se non non la possiamo gustare in salita, possiamo pensare che il panorama sarà un premio ancora più bello quando saremo arrivati in cima.
I professionisti della TA non ci avrebbero fatto caso, ma i cicloamatori devono: la vista dall'alto sui monti e sul Santuario Bramantesco di Macereto più sotto, a quota 1000 è tra i più belli della Regione.


(c) Gruppo Sportivo Matelica

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