Sono le volte che rimpiango di non avere abbastanza collaboratori sparsi per la Regione. Le uniche notizie su questa salita mi venivano da Climbfinder, che, dall'Olanda, non può offrire più di una compilazione automatica con i numeri ricavabili dalle mappe. Eppure questi difficili muretti sono piuttosto frequentati, se è vero che la macchina di Google ha immortalato due ciclisti mentre doppiano il tratto più duro e se, nella classifica di Strava, si leggono i nomi di oltre 200 scalatori (tra i quali anche qualche Pro).
Su Strava il settore più iconico della salita si è aggiudicato il simpatico nickname di "Kilometro della morte" che lo gemella con i vari "Pitì tratto mostruoso" i "500 metri da incubo", "Death Road" "Diavolo impestato" etc...
Stessa collina, stessi numeri della Boccolina, ma un'anima completamente diversa: sono i Muretti, l'ultima delle strade che dal Vallato s'inerpicano verso il borgo storico di Maiolati. Tra tutte, è l'unica asfaltata e indubbiamente la più sfacciata, quella che con maggiore insolenza sfida di taglio le curve di livello.
Il nome "Muretti" non è casuale, ma deriva dalla sua peculiare conformazione: nel primo tratto, la strada si presenta come un'altalena implacabile di dislivelli, una sequenza di gradini che alternano pendenze importanti (intorno all'11%) a tratti che mozzano il fiato (a occhio anche 24%). Un'autentica scalata verticale che mette alla prova anche i ciclisti più esperti.
Dalla metà in su la pendenza si fa uniforme, ma è difficile stabilire se questo sia un male o un bene: la strada sale feroce per circa un chilometro, mantenendo costante un'inclinazione che non scende mai sotto il 15%, un impegno continuato che non concede tregua ai polpacci.
La particolarità di questa ascesa si rivela poco dopo l'inizio di questo tratto ferale, dove la salita si biforca in due possibili percorsi. Il ramo di sinistra (via del Cimitero) si snoda in sei stretti tornanti per ammorbidirsi leggermente e concedere un effimero respiro in prossimità del cimitero; la tregua dura appena 500 metri, prima che le pendenze tornino a mordere le gambe fino alle antiche pietre di Maiolati.
A destra, invece (via Taiano), la strada prosegue implacabilmente rettilinea, a guisa di freccia scagliata verso le mura, finché non si congiunge con l'altro ramo giusto all'ingresso del borgo.
Esaminiamo ora entrambe le varianti, partendo dalla più diretta e intransigente: Via Taiano.

Start: Via Vallato
Crossing point: Tajano
Finish: Maiolati Spontini
Distance: 2.1 km
D+: 288 m
Min elevation: 119 m
Max elevation: 407 m
Average gradient: 13.7%
Maximum gradient: 23%
Via Vallato inizia esattamente nello stesso incrocio da cui parte la celebre Boccolina. Per due chilometri e mezzo la strada segue docilmente il corso del fiume, lasciando chi pedala in una falsa sensazione di tranquillità. Poi, all'improvviso, come una fiera che ha atteso con pazienza il momento dell'attacco, la strada effettua una curva secca a sinistra e si impenna. È uno di quegli scherzi crudeli che le nostre strade amano riservarci (un tranello simile lo tende il Pignocco di Osimo, quello dei "500 metri da incubo").
Il Garmin, purtroppo, attenua leggermente l'effetto sorpresa, iniziando a squillare già 28 metri prima dell'inizio del segmento, quando l'occhio non percepirebbe ancora alcun segnale della salita imminente. Il primo "male" si rivela solo dopo aver completato la curva.
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Salite non si vedono: errore del GPS o tranello? |
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quota 119
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"sorpresa" dietro la curva |
Siamo in Contrada Tufi. 120 s.l.m, nel cuore della Vallesina. E' una strada stretta tra le vigne e i campi. Dà l'idea di essere ripida (13-14%), ma gli alberi e il suo andamento sinuoso non consentono di capire quanto lo sia davvero e quanto lunga sia.
Dopo la prima semicurva incontriamo il primo muretto al 18%, a cui fa seguito un breve tratto rettilineo dove, forse, la pendenza scende, anche se per poco, sotto il 10%. Vale la pena approfittare e rallentare.
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primo tratto di respiro |
Superata l'edicola mariana, che segna la fine del pianerottolo, le scale d'asfalto. Le parti più ripide toccano sicuramente il 20%, perché, se, quando si sta seduti, la ruota davanti tende a staccarsi da terra. C'è bisogno di scriverlo che in caso di asfalto umido, in questi punti in cui la ruota posteriore tende a slittare persino quando si va seduti, è impossibile salire in piedi sui pedali?
Vorremmo essere più precisi, ma è molto difficile calcolare le pendenze e contare tutti i muretti. Sulla carta millimetrata la pendenza media risulta simile a quella dei due chilometri peggiori dello Zoncolan, ma, psicologicamente, è più facile affrontare il gigante della Carnia – ormai celebre e studiato nei minimi dettagli – piuttosto che una striscia di asfalto persa nella campagna marchigiana, che non concede mai di sapere cosa riserverà il metro successivo. Nemmeno del Garmin ci si può fidare, ché si perde e non riesce a indicare precisamente la fine degli strappi più duri.
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Pedala, pedala inizia il "Kilometro della morte"- ecco si intravede una curva ripida a sinistra |
Dopo un chilometro diversamente regolare e per niente pedalabile inizia il tratto che su strava è stato ribattezzato Kilometro della morte. Da adesso le cose si fanno ancora più semplici: bisogna staccare il cervello e limitarsi a pedalare.
Pedala pedala, ecco si intravede una curva ripida a sinistr;, pedala, pedala, pedala arriva la biforcazione. Per Taiano si deve andare a destra sulla strada in effimera pianura (dura 30 metri) segnata da un divieto d'accesso
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pedale pedala si arriva al bivio Taiano/cimitero |
Questo lato della forcola, sale a Maiolati con un geometrico 15%. Il divieto d'accesso che nel 2019 non c'era è l'ultimo dei nostri problemi, ma, in effetti, c'è: dopo circa 300 metri. La cosa non ha molto senso la la strada nei restanti 300 metri sarebbe percorribile solo in discesa.
Ma, al pari di quello che accade a Montelupone, non si corrono rischi in bici. per altro non vi ho mai incontrato nessuno.
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Taiano, dopo la casa c'è il tratto contromano
La strada si ricongiunge con il ramo di sinistra quando mancano 150 metri al centro di Maiolati. Un ultimo sforzo che fa quasi sorridere, ché dopo tanti ettometri al 15% un tratto al 12% sembra una bazzecola.
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Se vi venisse il dubbio, se vi voleste chiedere chi vi ha condotto su questa strada, la risposta sembra volervela dare il paese stesso: la birreria che sta esattamente alla fine della salita si chiama Libero arbitrio. Il bel palazzo che sta dall'altra parte è l'ospizio: la casa di riposo Spontini
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Start: Via Vallato
Crossing point: Cimitero
Finish: Maiolati Spontini
Distance: 2.75 km
D+: 288 m
Average gradient: 10.5%
Maximum gradient: 23%
Elevation change: 288 m
Min elevation: 119 m
Max elevation: 407 m
Se alla forcola continuate a sinistra lungo via del cimitero non farete molta meno fatica rispetto a Tajano, soprattutto se non avrete l'accortezza di prendere i tornanti all'esterno. La salita continua ancora per 600 metri nei quali la strada infila una spettacolare sequenza di sei tornanti.
Dà sempre gusto fare i tornanti, anche se come in questo caso scavati in mezzo al bosco non offrono panorami ma solo svolte ripide.
Qualcosa di più la offre la parte di salita che viene dopo il piazzale del cimitero. saranno le pendenze dolci o la consapevolezza che il peggio è dietro le spalle , vale a pena di guardarsi intorno.
Non vi sfuggirà la CASA DELLA LUCE delle Suore di Sant'Anna Tiruchirapalli. avete letto bene. L'Ordine esiste davvero e anche la loro casa-accoglienza. ma voi siete in bici e la luce la vedrete solo alla fine dell'ultimo strappetto. Pedala pedala..
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