Gradara, il Muro di Fratta

 


La fortezza sorge su una collina a 142 m s.l.m., il mastio si innalza per altri 30 e domina l'intera vallata fino (forse) alla Croazia. Però a Gradara si arriva in discesa...  Non proprio una discesa vera, certo, ma il senso è chiaro: scendendo da Tavullia non resta da superare che una gobbetta innocua, si cambia a mala pena  rapporto. 
Se si sale dal mare, la strada principale è così larga e spianata (5%) che non fa paura. Per di più, le biciclette si fermano a quota 110, perché il centro murato è off-limits.
Si direbbe un impostore, una chimera, il manifestarsi in forma sensibile di un topos letterario: il luogo comune della "dolce collina". Ma chi l'ha mai vista, da queste parti, una "dolce collina"? Non vi sembra sospetta una collina marchigiana che non nasconde nemmeno una stradina dalle pendenze assassine? 
Sospetto fondato: basta curiosare sul versante nord e la verità salta fuori. La troviamo passando per Fratta: è breve, ma spietata, con due rampe che mozzano il fiato, e un finale che fa lo stesso, ma non per le pendenze, bensì per la bellezza dei bastioni merlati. L'unica teofania è un asfalto perfetto che non concede scuse. 





Start: via canellina
Finish: Monte Osteriaccia
Distance: 1 km
D+: 97 m
Avg Grade: 9.3 %
Max Grade: 25%
Min Elev: 13 m
Max Elev: 110 m
Climb Category: 3
Strava segment: 3393...314


Prendere questa strada da sotto non è così facile. Cercate su maps via Canellina, incrocio Monte Formica.
Trovate questa bella tabella che vi spiega tutto del "Paesaggio agrario delle Marche", ma sono cose di cui i ciclisti hanno esperienza: 500 metri prima c'era la zona commerciale, 200 metri prima siete passati sopra l'autostrada, poi una curva cieca... ed eccoci nella campagna profonda, nelle selve inestricabili del cinghiale e dell'uro, bianchi, coraggiosi, innocenti, crudeli, pronti al cimento.

 eccoci nella campagna profonda, nelle selve inestricabili del cinghiale e dell'uro...
...bianchi, coraggiosi, innocenti, crudeli, pronti al cimento.

Il Muro di Gradara è davvero degno delle peggiori salite marchigiane. Il dislivello non può essere molto, ma ricordate che la Costa dei Cocciari ha un D+ di appena 80m. 
La salita di Gradara, invece, sarebbe anche abbastanza lunga: dalla tabella turistica in basso alla porta sulle mura del castello c'è qualcosa più di un chilometro. Ma voi fidatevi del Garmin, non guardate la pendenza media.
Questo muro dal profilo altimetrico inconsueto si compone di due mali: il primo, lungo 250 metri, nasconde un tratto di 30 metri al 25% in un contesto tutto in doppia cifra. Segue un tratto in pianura lungo 100 metri e 2-300 metri di salita cristiana al 7-9%. Le foto si riferiscono a questo tratto. Potete immaginare da soli perché non siamo riusciti a immortalare i tratti migliori (ché le fotografie non restituicono un'idea realistica dei tratti più duri=.


Il secondo male, vigliaccamente, si presenta dietro una curva. Anche in questo caso il conto è salato: fanno almeno 200 metri in doppia cifra, con un lungo tratto oltre il 20%. Il finale, invece, è improvvisamente dolce; d'altra parte il castello di gradare non è Laputa, mica è stato costruito in cielo e già sembrava strano essere saliti così tanto. A mozzare il fiato, quel poco che ne rimane, non sono più le pendenze, ma è la vista del castello. Ammettimolo: ne vale la pena
Zero traffico su questa strada, Asfalto steso di recente e, addirittura, segnaletica orizzontale. Una rarità. Bello constatare che le nostre tasse servano a qualcosa di veramente utile.  



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