Frontignano

"E' la terra della maliziosa Sibilla. la maga che incantò Guerin il Meschino ed ispirò Heine e Wagner, dei racconti di fate che tracciano strade e ballano di notte con i pastori sino all'alba. Prima di trasformarsi in capre. La zona ove cresce l'edelweiss come sulle Alpi, ma alberga anche una miseria nera ed intollerabile. A migliaia gli abitanti, negli ultimi anni, l'hanno abbandonata per sempre."

Esattamente 56 anni fa, il 22 maggio 1963, usciva sull'Unità un articolo di Walter Montanari che raccontava la necessità e  le criticità dello sviluppo turistico dell'area dei Monti Sibillini. Fotografa l'antico aspetto dei monti anche la mappa dell'IGM usata per le altimetrie, che quassù segnala solo Madonne e fonti, nemmeno un edificio. Adesso tutto è cambiato. Gli anni '60-'70 hanno trasformato Frontignano in un polo turistico che aveva ambizioni nazionali e il Parco Nazionale ha fatto conoscere il nome dei Sibillini in tutta Europa.
Le bastonate dei terremoti del 2016 hanno restituito il comprensorio del Monte Bove a un antico silenzio; hanno aggiunto nuovi spettri a quelli delle leggende e nuovi scheletri a quelli di cemento e ferro lasciati sulle creste da una pianificazione turistica sbagliata.
Tutto l'Altipiano, oggi, è in letargo, ma la bicicletta può darci l'occasione di restituire un po' di vita a queste terre troppo vuote. (vedi la galleria di Michele Vittori su lostatodellecose.com) Anche per questo siamo contenti di colmare la grave lacuna su Salite elle Marche e presentare le due salite che portano a Frontignano di Ussita.



Estratto del video del Gruppo Ciclistico Matelica con la prova della 5° tappa Tirreno Adriatico 2016 (quella famosa tappa del San Vicino clamorosamente annullata il giorno prima per previsioni avverse). Nel video c'era il sole, ma era pur sempre il 6 febbraio, la sciarpina era giusto portarla, viste le temperature un po' rigide della mattina, comprese tra -7 e -4°C . Gustatevi il video per intero Tirreno Adriatico 2016 Prova 5 tappa Foligno-Monte San Vicino


Frontignano da Ussita

Start: Ussita (MC)
Distance: 9 km
Elev. Gain: 627 m
Avg Grade: 7%
Max Grade: 14 %
Min Elev: 715 m
Max Elev: 1342 m
Climb Category: GPM 1
Strava Segment: 16090747

(c) Simone Santucci

La salita facciamola iniziare a Ussita, subito dopo l'attraversamento del torrente eponimo in quello che è un po' il nuovo centro del paese con fontanella di acqua freddissima, bar, parcheggio, in pratica tutto quello che ci deve essere all'inizio di una salita lunga. In effetti si saliva ininterrottamente già da Visso, ma questi 4,5 km al 2% medio scegliamo considerarli un riscaldamento. 
(c) Michele Frontoni

In bici ho fatto questa strada solo una volta e per sbaglio: uscito da Visso mi ero ritrovato qui anziché sulla provinciale del Nera e avevo proseguito fino allo scollinamento a Pian della Croce. La mia intenzione quel giorno era di salire l'altro versante che giudicavo più impegnativo. Invece ho sofferto molto su questa salita che fatta in macchina sembra molto meno lunga e impegnativa.
Per questo motivo la descrizione della salita è affidata alla penna di Simone Santucci

I primi due chilometri "ufficiali", pur andando avanti a rampe, sono complessivamente molto facili. Si passa accanto al vecchio palaghiaccio ed è un salire regolare finché non si entra a Calcara. Al primo tornante, Santa Croce Vecchia di Calcara, inizia la salita dura e propria. 
Il fondo è buono, la strada ben protetta dal sole. La parte difficile è quella centrale con due chilometri intorno all'8%. Il dato della pendenza media è la somma di un paio di brevi muri e un tratto di respiro che arriva un po' a sorpresa dopo il penultimo tornante.
Nell'ultima parte la salita non spiana, ma diventa comunque più semplice: anche non conoscendola nel dettaglio, si comincia a intuire che è quasi finita, visto che la vegetazione si dirada, si apre il panorama sul Monte Bove e si cominciano a vedere gli impianti di risalita di Frontignano. Dietro si può intravedere anche la strada del Fargno.
A questo punto ci si ritrova alla Madonna del Piano di Santa Croce, un ampio incrocio,  che purtroppo, per ora, non fornisce nessun tipo di scelta, visto che la strada spettacolare che scende a Castelsantangelo sul Nera è chiusa. Non resta quindi, se non si vuole tornare indietro, che continuare fino al centro di Frontignano e agli impianti. 
Per chi utilizza la mountain bike il divertimento vero e proprio inizia sopra Frontignano, mentre chi è in bici da corsa può arrivare al massimo ai 1368 metri di Pian dell'Arco dove finisce la strada asfaltata. 
Anticamente quassù non c'era niente; solo una fonte, la Fonte di Frontignano in cima all'ampio prato di Pian dell'Arco. La mappa dell'IGM segnala solo Madonne e fonti, nemmeno un edificio ma il fervore degli anni '60-'70 hanno trasformato Frontignano in un polo turistico con ambizioni nazionali. 
"Le zone montane più belle -  recitava nel finale l'articolo di Montanari -  non sono state ancora contaminate. Tuttavia. in questi ultimi tempi i primi sintomi di risveglio produttivo e i primi balbettii di attività turistica hanno indotto a realizzazioni che destano un certo allarme: alcune imprudenti iniziative di lottizzazioni (vedi Frontignano di Ussita e Pian dell'Elmo del San Vicino) cominciano a compromettere alcune delle più promettenti località montane, mentre centri storici come Macerata e Camerino si sono avviati sulla strada di una lesiva deturpazione del loro patrimonio artistico ambientale."
Montanari aveva ragione: obiettivamente Frontignano non è bello, ma  ha molto da offrire.

Frontignano da Castelsantangelo s/Nera


Start: Castelsantangelo sul Nera
Distance: 7.8 km
Elev. Gain: 624 m
Avg Grade: 8%
Max Grade: 14 %
Min Elev: 718 m
Max Elev: 1342 m
Climb Category: GPM 1
Strava Segment: 7839734


E' la salita di San Placido, uno dei borghi storici più alti delle Marche. E' un po' più corta rispetto alla strada che sale da Ussita e ha un disegno più interessante. Ha sfiorato la ribalta nazionale quando nel 2016 era stata messa sul percorso di una bellissima tappa dalla Tirreno Adriatico che però venne annullata perché il cielo era nuvoloso.
Da allora non ci sono state più occasioni, dal momento che, dopo i terremoti del 2016, la strada non è stata più riaperta. Un peccato perché la strada ha da offrire tutto quello che cercano gli innamorati delle salite: tanti tornanti, pendenze importanti, panorami suggestivi e anche edifici storici.
Nell'auspicio di una riapertura rapida questa ne è la descrizione:
La salita inizia con una evidente rampa poco a valle di Castelsantangelo sul Nera. Se si proviene da Castelluccio la strada rimane sulla destra, facilissima da individuare.

Chiesa di San Vittorino (XIII secolo) una delle tre chiese storiche di Nocria

Nocria nel 2011

Il primo chilometro, decisamente duro, serve per arrivare a Nocria,  uno dei borghi più colpiti dal terremoto. I video in rete fanno capire bene perché la strada si stata chiusa al transito veicolare, ma non spiegano perché non sia stata ancora riaperta.

San Placido, agosto 2016

In poco più di un chilometro si sale di 100 metri, solo durante l'attraversamento del borgo la pendenza si attesta intorno al 7%. Superato il paese, c'è un chilometro all'8% e poi il tratto più impegnativo: per due chilometri, fino a San Placido la strada sale con pendenze in doppia cifra e punte oltre il 12%.
Molto suggestiva era la sequenza dei tornanti che precedono e seguono quello che era un borgo grazioso con edifici antichi dai portali di rara bellezza a certe altitudini. Adesso con le macerie evidenti immagino lo sia molto meno. I lavori di ripristino della strada dovrebbero essere partiti nella primavera 2019, ma non ho aggiornamenti affidabili. 
La salita e i tornati continuano con pendenze vicine al 10% ancora per un chilometro, poi si entra nell'altipiano del Pian della Croce e due drittoni al 6% portano all'incrocio con la strada che sale da Ussita.


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