Romita (Frati Bianchi)


L'eremo dei Frati Bianchi è nascosto in una forra tra lo Spezzo di Poggio Cupro e lo sperone che andremo a scalare oggi.
Per molte ragioni è consigliabile la bella sterrata che porta fin qui, piuttosto che l'ardua salita asfaltata di questo post.

Un Monte Conero incassato tra le colline della media Vallesina. C'è anche un Eremo, meraviglioso, a lungo abitato dai candidi sai dei frati di San Romualdo. Parlando di salita, lunghezza e dislivello più o meno sono quelli, solo che qui tutto il primo chilometro e mezzo sale al 14% medio. Ed è questo che conta, non il dislivello complessivo. La salita della Romita è un vero muro, cattivo e lungo, come gli altri della zona: Rosora, il Trabocco, la Boccolina. Un chilometro e mezzo di intensa sofferenza seguito da un chilometro e mezzo di salita quasi normale.

da Pian del Colle  -  Frati Bianchi
 a Eremo della Romita (Frati Neri)
Distance: 1.39 km
Elev. Gain: 190 m
Avg Grade: 13.7%
Max Grade: 21%
Min Elev: 186 m
Max Elev:  375 m
Fondo: Asfalto 
Strava Segment: 24516167

 a Cupramontana
Distance: 3 km 
Avg Grade: 10.5%
Elev. Gain: 319 m
Max Elev: 505 m
Climb Category: GPM 2


La salita è molto ben segnalata. Percorrendo la provinciale di Pian del Colle, quella che parte dall'Abbazia di Sant'Elena e sale verso Sant'Urbano, dopo ca. un chilometro e mezzo si vedono sulla sinistra i cartelli turistici per il bosco e l'Eremo di Frati Bianchi. 




La strada sale subito, ma si impenna veramente dopo 200 m, proprio in corrispondenza della deviazione per l'antico eremo dei Camaldolesi. A quel punto la carreggiata si restringe e per un 1200 m non dà tregua: la prima rampa al 19% è seguita da 50 metri piatti coperti dagli alberi. dopo una curva sinistra si apre la visione di un interminabile drittone. Le pendenze nella prima parte sono fisse al 18%-19%, raramente ho viso apparire 21%, ma avevo altre preoccupazioni, non ho guardato il Garmin ne tratti più duri; ci ho gettato l'occhio solo nei tratti che sentivo più pedalabili e mi sono sorpreso a cercare di recuperare in tratti al 16%. Dicono che, in altri contesti dopo la seconda frustata, non si sente più il dolore: Evidentemente vale anche per queste salitacce 



Si può dire che arrivati all'Eremo dei Frati Neri (alias la Romita, la chiesa che dà il nome a questa contrada), per una volta, il più è fatto. A patto che non si sia bruciato tutto prima. Ci sono ancora tratti ripidi, l'avevo visto sulla cartina e lo confermava il Garmin, ma, lo dico per esperienza, a questo punto le gambe ridono nei tratti al 13-15%.

Dai Frati Neri, guardando indietro verso l'abisso 
Non trovate grandi foto, perché prima di testimoniare i paesaggi Salite delle Marche deve recensire le impressioni di salita; la mia impressione a caldo è che è proprio dura. Ovviamente sconsiglio di salire qui con il 39x27: è troppo lunga per spingere così tanti denti e voi non avete un antiquato protocollo da seguire sulle salite nuove.
Molte strade portano a Cupra, una più ripida dell'altra, ma questa mi sa che le batte tutte. Anche perché l'asfalto è perfetto e perché pesta un percorso antico e ricco di storia. Fortuna l'asfalto! Non fosse per il fondo stradale questa salita coinciderebbe con due Koppenberg consecutivi con un Muro di Grammont sopra. Domani parliamo di Trabocco.



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