Passo della Cappella, da Treia
PARTENZA:San Lorenzo di Treia
LUNGHEZZA: 4,2 km
DISLIVELLO: 380 m
PENDENZA MEDIA: 9,18%
PENDENZA MAX: 13%Siamo nella terza piega dell’Appennino marchigiano, quella che si distende verso la fascia collinare. Fondamentalmente abbiamo due massicci, delimitati a nord dal Lago di Castreccioni, a sud dalla Madonnella di Pitino. Sono separati da una strada con delle cave di carbonato di calcio. Sul colle più a nord sorge Cingoli, mentre qui non abbiamo centri abitati, come vedremo salendo.
Questa strada è stata percorsa dai pro del Giro nel 2012, ma fiondati in discesa perché il Colle era stato scalato da Pitino, molto più impegnativo, direi estremo. In quell'occasione il nome ufficiale del colle è stato Passo della Cappella e tale rimane anche per noi; tuttavia l'abitato alle sue pendici è San Lorenzo di Treia e molti "locals" -come il sottoscritto- potrebbero aver già sentito parlare di questa salita come Colle san Lorenzo.


Nell’attesa della salita, sulla sinistra superiamo il
Santuario del SS. Crocifisso, ma è solo il primo dei richiami spirituali
di questa zona: stiamo infatti percorrendo un tratto del sentiero francescano
che collega Assisi a Loreto e diversi cartelli lungo il percorso ce lo
ricordano.
Lentamente il falsopiano prende pendenze sempre più
sensibili. Dopo un paio di casolari e B&B la strada comincia ad
arrampicarsi sul colle con morbidi tornanti. I primi 100m presentano pendenze
intorno al 9%. Giunti in località San Lorenzo (500m slm) troviamo un pugno di
case, un Bar&Tabacchi come una volta e un incrocio: da qui si può scendere
a valle verso Santa Maria in Piana, tra Treia e Pitino, oppure continuare a
salire. Noi prendiamo la strada asfaltata, ma questa zona è piena di sentieri
per MTB e trekking, basta seguire le numerose indicazioni a bordo strada.

Dopo una serie ravvicinata di tornanti, che comunque fanno
respirare, inizia l’ultimo, interminabile chilometro: un drittone infinito al
12-13% che dura quasi fino al valico. Qui le piante sono più basse, ma se si
alza lo sguardo è comunque tutto verde e non si vede la fine… che comunque
arriva, quando la strada piega verso sinistra e le pendenze si placano
(continuiamo comunque a salire al 6-7%!). Sulla destra parte una stradina in
pessimo stato che porta alla torre della Roccaccia e alle grotte di Santa
Sperandia, protettrice di Cingoli, che nel XIII sec. in questo eremo si ritirò
in solitudine. Per raggiungerli dovremmo proseguire a piedi (o MTB) per qualche
centinaio di metri.
Siamo ormai allo scollinamento, 770m slm. Di fronte a noi si aprono
dei prati e un panorama magnifico, Google Earth vedere per credere: se la
giornata è limpida si può spaziare dal Conero alle colline recanatesi, poi
Treia e Macerata fino alla vicina collinetta di Pitino per arrivare alla zona
di San Severino e il gruppo del San Vicino verso ovest.
Proseguendo su questa strada c’è il versante occidentale del
Passo della Cappella, che porta alla Madonnella di Pitino (tratto sterrato!) o in
località Colcerasa, lungo la strada provinciale cingolana. Ne abbiamo parlato
in altri post, quindi attenzione a buche e tornanti perché anche qua le
pendenze sono serie, in particolare nel primo km di discesa.
Giorgio Di Blasio
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