Porcarella da Sant'Urbano (Imaginations from the Other Side #3)

 

I hope there is a way back / With my talisman / So I look into myself
 / To the days when I was just a child / Come follow me to wonderland / And see the tale that never ends / Don't fear the lion nor the witch / I can't come back / I'm lost but still I know / There is another world



  Start:  Sant'Urbano (Apiro, MC)
  Distance: 13,7 km
   D+: 716m
  Elev. Gain: 672m
  Avg Grade: 6.7%
  Avg Change: 5.3%
  Min Elev: 262 m
  Max Elev: 934 m
  Climb Category: GPM 1


La Porcarella è il passo ciclabile più alto della Provincia d'Ancona. Da qualunque parte la si prenda è, per motivi di accessibilità, per i tornanti e le pendenze,  una delle salite più amate.
Vale la pena ricordare, allora, che i versanti non solo due (Albacina e Serra San Quirico), ma sulla parte che sale del mare si innesta un'interessante variante che sale dalla valle del Torrente Esinante.
Il punto di partenza ideale è la splendida abbazia di Sant'Urbano (quota 262), che, a dirla tutta, è a un chilometro dall'incrocio che segna l'inizio della salita vera e propria (ma ci sono almeno cinque motivi per visitare questa strana chiesa a tre livelli) La salita, molto discontinua non è certo il versante più interessante, ma è utile perché permette di chiudere un percorso ad anello di 60-70 km che collega Apiro con Albacina,  Matelica e il Monte San Vicino


La salita si può può dividere in (almeno) due parti:
  1. Dal fondovalle al Castello di Precicchie. 
  2. Da San Giovanni a Poggio San Romualdo.
    In mezzo un tratto di un chilometro che serve a perdere 50 metri di quota.
La salita si imbocca dalla strada di fondovalle, su un dosso  (quota 272) posto più o meno a metà strada tra l'Abbazia di Sant'Urbano e il bivio tra Apiro e Poggio San Vicino.
Un inizio soft: 9% fino al primo tornante (quota 290) poco meno fino ai 700 m (quota 325). Qui c'è il primo gradino, si smette quasi del tutto di salire per un chilometro fino al bivio con la strada che sale diretta a Poggio San Vicino (e, quindi, al Monte San Vicino). Da questo punto si ritorna a fare salire al 6-7% per 1500 m fino al Castello di Domo (quota 433, fontanella).


Domo: ingresso al castello

La strada continuerebbe in discesa in direzione Serra San Quirico, ma noi si svolta a destra in direzione... del cielo. Il chilometro che porta sopra Precicchie è quello in assoluto più impegnativo: ci fa superare un dislivello di 117 metri con una parte centrale, in prossimità del 6° tornante, dove si raggiunge il picco di pendenza del 18%.


Questo breve segmento, fino al 2015 era ancora strada bianca; oggi che l'asfalto è perfetto consente un veloce collegamento tra le salite più importanti della zona: quelle del San Vicino, di Castelletta e della qui descritta Porcarella.
Il culmine (quota 550) si tocca  poco prima del bivio Montefiascone-Precicchie. 

Quota 550, fine prima parte: Precicchie 



Noi dobbiamo buttarci a destra in discesa, superare il bellissimo castello fabrianese e rassegnarci a risalire.
La discesa in un chilometro ci ha fatto perdere ca. 50 m metri, un altro chilometro di salita regolare al 5% ci fa riguadagnare quota 549 e l'immissione sulla SP14 (meglio nota come il versante da Serra della Porcarella) praticamente all'altezza del bivio per Grotte, Castelletta e per la Gola di Frasassi
La salita verso Poggio San Romualdo (questo il nome "commerciale" con cui negli anni Sessanta è stato ribattezzato il borgo antico di Porcarella) invece prosegue dritta dritta sulla Provinciale oltre il paesino di San Giovanni, l'unico di nullo valore architettonico.

HenrY, il bar mitico di San Giovanni. 

Durante la salita ci si può rifornire di acqua anche a Domo, a Precicchie e, più in alto, a Vigne, ma solo all'Henry Bar di San Giovanni, "l'ultima casa accogliente", ci si può rifocillare con Gatorade a meno di 0,80 euro, mezze banane a 0,30 e, se non si sa resistere alla tentazione, di whisky (non manca certo la scelta).
Superato il paese inizia la parte finale della salita e tornano i tornanti, ce ne sono cinque che proseguono la numerazione iniziata a Serra San Quirico e interrotta a Sant'Elia. Le pendenze fino alla fine sono sempre comprese tra il 6 ed il 7% a parte l'attraversamento di Vigne (quota 758).



A marzo fa ancora freddo. Le ragazze di Vigne escono
con il primo sole ma sanno che bisogna coprirsi. 
Si può notare la stratificazione "archeologica" 
dei costumi tipici dal XIX al XXI secolo 

A Vigne io ho sempre l'impressione che tutto sia rimasto agli anni 90 (dell'Ottocento). Non sarà vero, ma i villici conservano lo spirito rustico, gli usi e i "costumi", intesi non solo in senso lato, dei marchigiani dei secoli passati: a Vigne c'è sempre movimento, ci sono sempre le ragazze a spasso (ultimamente ne ho vista solo una e spero che l'altra stia bene), c'è sempre qualcuno che spacca la legna, perché a Vigne deve fare freddo di brutto. Alessandro Federico di Albumciclismo mi ha raccontato che ha fatto foto un po' in tutto il mondo, che anche nel più isolato altopiano del Turkmenistan la gente era contenta di farsi fotografare. A Vigne, l'ho visto anch'io, non è riuscito a convincere nessuno.


Superata la piccola terrazza di Vigne, la strada ricomincia a salire al solito 6-7%. Ormai il più è fatto Al bivio per la millenaria abbazia di Valdicastro e la strada ahimè sterrata per Pian dell'Elmo sappiate che manca circa un chilometro e mezzo impegnativo, con pendenze che arrivano di nuovo al 9-10%. Poi la strada molla un po'
Ma ormai la mole del San Vicino incombe e quando spuntano i ruderi delle torri e le prime case di Porcarella (perché, nonostante il marketing, il nome Poggio San Romualdo lo usano solo i forestieri) la pendenza cala progressivamente fino al celebre ristorante "Da Norma" e al valico (quota 934).
Se non avete troppa fretta, posso consigliare di fare il giro largo e passare in mezzo al paese. Del vecchio castello non resta quasi nulla, le case degli anni 50-60 non valgono il brezzo di un biglietto, ma c'è la vecchia scuola che a fianco della brutta chiesa moderna racconta ancora di quando nel paese  c'era ancore tutto a partire dai bambini, un parroco e un maestro 
Questa strada è transitabile tutto l'anno e, per questo è capitato a tutti di prenderci neve, pioggia  e grandine, ma, in corrispondenza del valico e dell'area di sosta per camper, c'è una provvidenziale pensilina in legno. C'è anche una fontanella, ma se si scende verso Fabriano tanto vale aspettare la fine della discesa e fare il pieno alla gelida fontana di Albacina.








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