Monte Catria da Chiaserna

Il Giro d'Italia e' transitato da questo versante nel 2009, verso le tre del pomeriggio, mentre imperversava l'anticiclone africano con le sue temperature torride, tanto che perfino le ammiraglie avevano finito le borracce da passare ai professionisti, cosicché questi prendevano addirittura le bottiglie dagli spettatori, cosa più unica che rara per dei pro. Questo per dire che la salita va affrontata di mattina presto, altrimenti l'ombra e' poca e concentrata nel finale. (Pelorandom)


Start: K2 (Chiaserna)
Finish: Cupa delle Cotaline
Distance: 10.7 km
D+: 850 m
Avg Grade: 7.8%
Max Grade: 16 %
Min Elev: 478 m
Max Elev: 1368 m
Climb Category: HC
Valida per il brevetto:
https://spark.adobe.com/page/RooV5qhMRi87Q/



Tra le mille falle di Salite delle Marche non avevo recensito per anni una delle salite più importanti, la salita principale del Monte Catria, quella asfaltata che parte da Chiaserna, anzi dal leggendario Forno K2 di Chiaserna (fate incetta di maritozzi mi raccomando. Ma anche di gel e barrette, vendono anche quelli). Non l'avessi mai fatto: oggi, novembre 2023, la strada, di fatto, transitabile, ma, ufficialmente, è chiusa. Vi invito a seguire gli aggiornamenti sull'articolo Monte Catria, post effimero sulla pedalabilità del Monte.

Questa è stata una delle mie prime vere montagne in bici, un regalo di compleanno che mi sono fatto il 7 ottobre del 2008 quando ancora mi facevo degli scrupoli a lasciare da soli moglie e figli: un giro in solitaria da Sassoferrato. In quel martedì indimenticabile ho forato per la seconda volta a metà salita, dopo una sosta per fotografare i cavalli bradi del Catria e mi sono ritrovato a scegliere se tornare indietro e fare 35 km su una gomma sola o farne 45 e svalicare. Ovviamente ho completato la salita e, nonostante la fatica, ricordo ancora la meraviglia della faggeta di mille colori. Il ricordo della discesa con la posteriore floscia, il cerchio che raschiava sul breccino tormenta ancora le mie notti.

Bando alle nostalgie un grazie devo dirlo a Pelorandom il cui post è stato l'unica recensione della salita dal 2010. Fedele alla mission di Salite delle Marche, questo post è in buona parte una parafrasi di Pelorandom di cui consiglio la lettura completa se volete tutti i dettagli tecnici 




"Partenza dal paesino di Chiaserna dove conviene prendere l'acqua perché poi non se ne troverà più." La salita inizia 200 m dopo il forno/pasticceria K2 "si parte subito al 10% [...] solo un breve tratto di respiro e poi fino a oltre quota 900, pendenza quasi sempre tra il 10 ed il 12%. La strada è allo scoperto, ma se siete partiti presto, il sole è ancora basso e il bosco fa una discreta ombra."



Ma presto l'ombra se ne va




A quota 940 c'è un tratto di mezzo chilometro in falsopiano (è qui che ho forato per fare le foto e prendere fiato nel 2008), in corrispondenza dei rifugi Cupa dell'Acquarola e Fonte Luca, poi le pendenze tornano a valori del 8-9% fino ad un altro tratto di respiro, a quota 1060 m dove termina anche la cronoscalata che da Cantiano sale fin qui nel mese di maggio (ben visibile la linea bianca del traguardo).


Mai capito perché la cronometro dovesse finire così presto. Manca la parte più bella del monte. Ma soprattutto, mancano 300 e passa metri di dislivello, quasi metà dell'erta. 
I panorami diventano più aerei e poi... quel bosco di faggi che mi aveva colpito tano il mio primo giorno sul Catria



Da qui la strada diventa ancora più bella: la faggeta si fa più folta e conviene togliersi gli occhiali da sole, perché, anche a mezzogiorno, l'ombra è davvero scura




In corrispondenza di un tornante verso sinistra c'è il punto di massima pendenza, un tratto molto breve al 16% prima di uscire allo scoperto in un punto che ci dà un suggestivo scorcio sul Monte Acuto, la cima gemella del Catria. I due piloni che si vedono nel prato, diceva Pelorandom nel 2010, sono le basi di due vecchi due generatori eolici, "che fine abbiano fatto lo ignoro".



La salita psicologicamente finisce sulla cresta in loc. Madonna degli Scout (quota 1335) da dove, finalmente, si vedono le colline che degradano fino al mare. In realtà si deve salire ancora un po': mancano ca. 40 metri per arrivare al rifugio. 


Sella dell'Infilatoio

Siamo sulla Sella dell'Infilatoio, che prende il suo nome dai potenti venti che si infilano tra le cime del Catria e del Monte Acuto capaci di mandare continuamente in avaria i generatori eolici (essendo più la spesa che l'impresa, furono dismessi nel 2000). Si rientra nel bosco con le solite pendenze, se ne esce appena prima del del valico, un trivio da dove, sulla destra parte una strada bianca che conduce al rifugio della Vernosa e alla cima del Monte Catria (serve la MTB). La strada asfaltata invece continua in falsopiano per poi discendere a Buonconsiglio e Frontone.
Se avete fatto scorta al K2 i prati sono il punto ideale per rifocillarsi, altrimenti c'è il rifugio Cupa delle Cotaline, dove arriva la rinnovata bidonvia che parte da Caprile di Frontone.

La strada di Chiaserna vista dalla vetta del Catria

Dopo l'alluvione del settembre 2022 la discesa verso Frontone , semplicemente, non esiste più.  si può forse provare la sterrata verso Cagli, ma si fa prima a tornare indietro. Peccato. [AMARCORD] La successiva discesa è relativamente insidiosa: il breccino incollato con catrame steso nel 2009 per il passaggio del Giro d'Italia, per fortuna è sparito. Per anni le buche e i cumuli di ghiaia hanno costituito un pericolo per i cerchioni fondo è un accettabilissima strada brecciata, che va affrontata con la doverosa prudenza, ma che non rappresenta un pericolo in sé. Dopo il pianoro di Valpiana la discesa fino alla gelida fonte del Mandrale si fa ripidissima e mette a dura prova freni e copertoni.
Quando l'ho fatta la prima volta con la posteriore a terra mi sono preso delle belle paure sui tornanti, ma le altre volte è stata uno spasso 


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