Tolentino e la Ciclocolli storica


Con quella sua aria allegra, da ragazzini in gioco, Baldo Gerino cominciò (...) montò in sella e allacciò ai piedi nudi le cinghiette dei pedali. Va abbastanza forte - si bisbigliò Zugalà.
Zugalà è sempre stato un mediocre gregario, dentro la pancia colorata e sussultante del gruppo. Non ha mai vinto una corsa e, peggio, da tempo ha smesso di sognare una vittoria, o anche solo un onorevole piazzamento. La fatica ha preso il sopravvento e l’unica cosa che davvero conta per lui è portare il proprio corpo sfinito oltre salite interminabili, e sempre ultimo, fra gli ultimi, oltre la linea dei traguardi. Per l’ennesima volta staccato dal gruppo, a metà di una salita, Zugalà improvvisamente decide: sterza e imbocca una discesa che pare senza fondo, finché arriva a un cascinale sperduto… Inizia così l’irritante racconto di Roberto Piumini intitolato Il Ciclista illuminato. Troppo allegorico come racconto e, soprattutto, troppo inverosimile quel personaggio in ciabatte che andava più forte del protagonista.
Invece mi sono dovuto ricredere. Era una profezia non una iperbole; il ciclista con i piedi scalzi l'ho incontrato davvero lungo questo itinerario tra i colli intorno a Tolentino e come quello del libro mi ha dato una bella lezione. 



Il percorso della Ciclocolli storica è lungo quasi 90 km Si snoda su strade aperte al traffico, ma poco transitate e con alcuni tratti brecciati. Attraversa i comuni di Belforte del Chienti, Camporotondo di Fiastrone, Caldarola, Cessapalombo, San Ginesio, Urbisaglia, nel caratteristico paesaggio collinare marchigiano che accompagna il ciclista lungo il percorso offrendo vedute panoramiche a 360° che vanno dai Monti Sibillini fino al Mare Adriatico e al Monte Conero.
Il periodo migliore per affrontarlo è ad aprile, quando i campi sono verde chiaro e i Sibillini sono ancora bianchi. Peccato anche ad aprile possano capitare delle giornate da tregenda come quella che ha funestato la 6° edizione della ciclostorica. Diamo prima i numeri crudi e poi se volete continuare troverete la descrizione del percorso e il racconto della giornata. 

    Start:       Tolentino (MC)
    Lenght:    85.7 km
    D+:         1460m
    Max elev: 672 m


 

Da Tolentino a Caldarola

Faceva freddo e pioveva molto. Soltanto in cinque sono partiti, in un'insana allegria che solo la sensazione di essere bagnati dalla testa ai piedi lascia. Ognuno aveva le proprie motivazioni: chi per scarsa elasticità mentale, chi per sfida, chi per non tornare a casa, chi per amore per le bici in acciaio. Tra questi c'era mezza redazione di Salite delle Marche che, oltre alle citate ragioni, voleva visionare un paio di strade inedite.



Le condizioni climatiche non ci hanno consentito di scattare molte foto e nemmeno di capire la reale difficoltà del percorso, se non altro perché le maglie di lana e le scarpe intrise d'acqua a fine giro pesavano 4 kg (avevano assorbito 2.6 litri di pioggia. Il Direttore le ha pesate da bagnate e da asciutte prima di scrivere questo articolo). Siamo stati sufficientemente lucidi per capire che le colline boscose e le torri che spuntavano dalla nebbia e le strade deserte meritano un secondo giro. Comunque per le foto ci ha pensato l'archivio della Ciclocolli (se vedete una sfumatura di azzurro sono le foto del 2017) e il Garmin ha registrato tutto quello di cui avevamo bisogno. 
Il percorso segue il corso del Chienti dalla parte meno antropizzata quindi: Ponte del Diavolo, a destra  verso il Lago delle Grazie e poi a sinistra verso Belforte dove si lasciano le strade principali. Il lungo arriva a Caldarola su una bella sterrata. 



Passaggio a Caldarola


Vestignano
 

Lenght: 4.8 km
AVG gradient: 4.1%
Max. gradient: 18%
Elevation gain: 352 m
Elevation change: 202 m
Min elevation: 323m
Max elevation: 525m
Strava Segment: 
Salite delle Marche: Vestignano e i castelli di Caldarola

La salita verso l'interno di Caldarola parte dolce subito fuori dalla città, ma poi sale irregolare. Il percorso della ciclostorica non attacca direttamente il castello, ma segue un giro più largo che lo aggira da destra dopo essere passato sotto il castello di Croce. Non manca una tratto impegnativo con pendenze abbondantemente in doppia cifra, ma nel ricordo resta di più la bellezza dei boschi che la difficoltà dell'ascesa.


San Ginesio




Lenght:  8.6 km
AVG gradient: 4.4%
Max. gradient: 10%
Elevation gain: 375 m
Min elevation: 300 m
Max elevation: 675 m
Strava Segment: 34192614
Salite delle Marche: San Ginesio dal Fiastone


Con quella sua aria allegra, da ragazzini in gioco, Baldo Gerino cominciò (...) montò in sella e allacciò ai piedi nudi le cinghiette dei pedali. Va abbastanza forte - si bisbigliò Zugalà - ma è un'elettricista dopotutto.

La salita da Camporotondo a San Ginesio è nota a tutti (vedi post). Non è un'asperità preoccupante. Per noi, sotto il diluvio, oberati da due chili di pioggia intrappolata nelle maglie di lana è stata meno agevole. Ma se si è in compagnia non ci si può mostrare deboli.
La storia dell'anno, una delle più bizzarre che mi sia capitato di vivere in bici, riguarda Stefan (non è il suo vero nome), il ragazzone con l'infradito che ci ha tirato per tutto il giro. Eravamo tutti poco equipaggiati, io, per dire, non avevo l'impermeabile, ma, come il Baldo Gerino del libro di Piumini,  lui non indossava un solo capo tecnico né casco, né guanti, né scarpe. La mancanza delle scarpe era motivata da un fungo ai piedi con cui conviveva da novembre; era tutto l'inverno che andava al lavoro in bici in ciabatte. L'allenamento al freddo non gli aveva comunque concesso l'immortalità, alla fine mani e piedi erano lividi. Solo che andava più forte di tutti. In bici ci si aiuta. Guardare Stefan ci ha fatto capire che ce l'avremmo fatta anche noi. La nostra compagnia è servita a lui per finire il giro e non tornare indietro.



Un sentitissimo ringraziamento alla signora del bar, non solo per il caffè e la colossale crostata che ci ha offerto, ma per i complimenti. Quelli non hanno prezzo soprattutto quando, nelle due ore precedenti, sotto la tempesta, ti sei iniziato a chiedere se non sarebbe stato più sensato restare a Tolentino. Nemmeno un raffreddore nonostante tutto. 

Urbs Salvia



Il ritorno verso Tolentino segue la bella provinciale SP126, dopo Santa Maria in Alto Cielo, sulla collina di Paterno una nuova deviazione porta i ciclisti del lungo verso Colmurano, Urbisaglia e l'Abbazia di Fiastra. E' una parte molto bella perché ci sono una decina di chilometri di sterrati e perché si attraversano il Parco archeologico di Urbs Salvia (con tanto di ponte da superare bici in spalla) e la riserva naturale dell'abbazia; si gira intorno a al lago  e si attraversano le campagne più tranquille fino al Ponte del Diavolo


Gli altri percorsi

Nel corso degli anni la Ciclocolli si è sviluppata su altri percorsi medi e lunghi. Uno dei passaggi più suggestivi è quello per il castello di San Severino Marche, facilmente raggiungibile da Tolentino. Le colline tra le due città ospitano anche la ferrovia Civitanova-Albacina, una delle opere più eleganti del XIX secolo, i cui ponti hanno poco da invidiare a quelli del treno rosso di Harry Potter.






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