Monte Paganuccio (Tarugo)

Venendo dal mare il Monte Paganuccio rimane a sinistra, a destra c'è il Pietralata, tra i due scorre il Metauro, sotto le ruote l'antica Strada Flaminia. Due monti, una strada storica e un fiume sono i quattro alimenti che nutrono la Gola del Furlo. E saziano l'appetito dei ciclisti.

Monte Paganuccio (976 m) è la maggiore elevazione del gruppo montuoso, genericamente noto con il toponimo "Monti del Furlo", che rappresenta l'estremità nord-occidentale della “ruga” del Monte San Vicino. Il territorio è attraversato da un articolato tessuto di suggestive strade bianche, ma c'è anche una bella strada adatta per la bici da corsa. Collega la Gola del Furlo, in Val Metauro, con Pergola sulla Valle del Cesano. Si chiama "SP 111 di Tarugo", è tutta un susseguirsi di salite e discese come testimonia l'altimetro: D+ 660 m, D- 550 m in circa 20 km.

"Richiede un buon allenamento tant'è impegnativa ricca di strappi e falsipiani - ci scrive Aris Sambuchi - ma la fatica viene assolutamente ripagata dalla bellezza dei paesaggi che si possono incontrare, immersi nel verde delle colline e vallate. E' il segmento che meglio illustra e riassume il nostro entroterra".

  



Start: Gola del Furlo 
Finish: Monte Paganuccio (bivio Castello)
Distance: 5.4 km
D+: 345 m
Avg Grade: 6.5 %
Max Grade: 15 %
Min Elev: 188 m
Max Elev: 533 m
Climb Category: 2
Strava Segment: 38400773


La prima salita, per chi proviene da Acqualagna, è volgarmente chiamata Tarugo, nome in realtà del  paese situato, ben oltre lo scollinamento che ci interessa, nella seconda valletta, quella scavata dal torrente omonimo. La strada fino a Pergola conta altri tre strappi prima di trovare pace sul Cesano, ma, per antonomasia è questa la salita che conta. 
I primi tre chilometri non hanno caratteristica degna di nota e non hanno meritato nemmeno una fotografia. Sono caratterizzati da una strada larga e ben tenuta, che sale in un ambiante boscoso. 
Le cose cambiano radicalmente al paese di Ca'Bargello, non appena si supera il ponte sul Rio. 



(c) Sambuchi "E' il segmento che meglio illustra e riassume il nostro entroterra".

Qui, superato l'incrocio per Valle, annunciata da uno schietto segnale stradale con scritto 15%, la strada si impenna di brutto e per due chilometri e mezzo si fa irriconoscibile. 
Siamo quota 315 quando cominciano i tornanti. I primi sono i più duri, ma ma bisognerà superarli tutti e dieci prima che la strada molli un po'. 
Quando arriva l'ultimo, dopo circa 1500 metri, siamo già a quota 470 (11% medio). 
La pendenza è impegnativa, ma i tornanti sono spettacolari, si vede la strada alzarsi molto rapidamente dal fondovalle, si vedono le tante strade bianche che raggiungono piccoli paesi e chiesette. Il panorama varia a ogni curva ed è molto bello. 
Non si può dire mozzafiato, a quello ci pensa la salita.




Il tratto dopo la fine dei tornanti gira intorno al fianco del Monte Paganuccio, con pendenze appena sotto il 10%. Si coglie che sta per finire la montagna e, con essa, la prima rata di fatica; sulla destra, ecco, si profila una gradina e all'improvviso ci si trova da 12% a 0%: intorno a quota 500 la strada corre a lungo su una linea di livello fino a un quadrivio con un strada bianca che scende verso Cagli, una strada asfaltata di fresco che sale verso i prati del Paganuccio. Questa deviazione merita di essere esplorata perché scollina quota 650 e scende verso Torricella, non dubito, però, che il tratto rifatto sia breve; probabilmente per superare i prati e ridiscendere al Metauro servono ruote un po' più larghe. 
Per noi la salita termina al quadrivio, ma Pergola è ancora lontana e altri 300 metri di dislivello non ce li toglie nessuno.


All'improvviso una gradina. E da 12% a 0% è un attimo



Dal Furlo a Pergola

La strada conta altri tre strappi significativi prima di trovare pace sul Cesano. Monte Scatto e Monte Fenigli non rappresentano un ostacolo paragonabile al Paganuccio, ma è opportuno ricordarsene. 
Tra i due suddetti è situata la località di Tarugo, poco più di una chiesa su cui hanno gravitato le abitazioni disperse in questa strana vallata nascosta a metà strada tra la Flaminia e Pergola.



Start: Gola del Furlo 
Finish: Ponte della Simonetta (Pergola)
Distance: 18.5 km
D+: 624 m
D-: 550 m
Max Grade: 15 %
Min Elev: 188 m
Max Elev: 533 m
Climb Category: 2
Strava Segment: 38400369


Il fossaccio del Monte Scatto è sicuramente il più severo dei due per le pendenze o forse per la fatica ancora fresca. Il secondo fosso fa perdere oltre 200 metri di quota - li recupereremo tutti- e ci porta sulla Valle del Tarugo, l'appartata enclave che ha conservato modi e paesaggi del periodo pre-romano  (ne abbiamo già parlato qui Salite delle Marche | Val Tarugo Molleone). 
Dal ponte sul Tarugo la risalita verso Fenigli è l'ultima fatica lunga: tre chilometri al 7% medio, prima del terzo scollinamento. Da qui resta solo il dentino di Serraspinosa prima di buttarci, definitivamente, sulla valle del Cesano.
Comunque meritevole in entrambi i lati, attualmente è meglio affrontare la SP111 nella direzione che abbiamo proposto; dal lato del Furlo la strada, proprio nel tratto più ripido, è molto danneggiata, ed è necessario affrontarla con prudenza. Nel lato verso Pergola, invece, il manto stradale è molto più curato. In discesa ci si può anche divertire.

uno scatto verso Fenigli







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