Potete salire da San Biagio, da San Valentino. da Rosciano o dalla Valmusone. Vi troverete davanti un collinone alto 360 m e più o meno 250 m di dislivello da superare in 4-5 km di salita e di mangia-e-bevi.
Se siete intorno ad Ancona, se siete in cerca di salita, ma non vi va di affrontare le lunghe rampe al 12% del Monte Conero, questa collina è quello che fa per voi. Però, in questo caso, evitate Fontemurata.
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| 25% |
Il Monte della Crescia o Montecerno è un luogo con una storia antica. E' un collinone alto 360 m, il più alto della prima fascia collinare, il cacume di una cresta che comprende M. Baldo (320 m) - M. delle Grotte (313 m) e M. dell’Acqua (292 m).
Vi arrivano salite lunghe 4-5 km, che partono da San Biagio, dal fosso di San Valentino, dal Fosso Rosciano o dalla Valmusone. Sono tutte irregolari e tutte diverse tra loro. A loro modo sono tutte impegnative, ma ce ne è una che è più diversa e più impegnativa delle altre.
Si chiama via Fontemurata, toponimo non infrequente, spesso associato a pendenze micidiali. Bisogna andarsela a cercare, trovarla per caso non è facile, ma può capitare anche di finirci per caso. Se si viene da Osimo se ne vede l'inizio poco prima di San Paterniano: è una strada ben asfaltata sulla destra che scende tra i campi e sembra infilarsi in una ridente valle che declina verso il Conero. La valle, in effetti declina, ma non la strada, che, invece, fa una curva a 90° e risale verso il Monte dell'Acqua con uno dei muri più stretti e più ripidi della zona.
Start: Rosciano
Finish: Monte della Crescia
Distance: 3.5 km
D+: 230 m
Avg Grade: 6.1 %
Max Grade: 27.5%
Min Elev: 81 m
Max Elev: 311 m
Climb Category: 3
Fontemurata HC
Distance: 0.35 km
D+: 60 m
Avg Grade: 17 %
Max Grade: 27.5%
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| Via Rosciano si innesta in via Fontemurata. adesso si fa dura |
La parete HC di via Fontemurata è lunga 350 metri. Arriva a tradimento dietro in mezza curva, dopo che la strada aveva cominciato a salire da qualche centinaio di metri, ma in modo irregolare e senza dare segnali di pericolo. Dopo l'ultima casa invece la carreggiata si fa ulteriormente più stretta e inizia a farsi sempre più pendente. La punte, misurate con il clinometro sono tra 29% e 33%, ma ciò che pià conta è che il tratto almeno al 20 % è lungo almeno di 250 metri.
La cosa che rende particolare questa strada è che, nella sua strettezza e con la vegetazione che stringe ulteriormente il campo visivo, è difficile rendersi conto della lunghezza. Dopo ogni piega si rivela un nuovo tratto di 50-70 metri con pendenze oltre il 20%. Il momento più delicato è quello in cui si comincia a vedere il finale e si intuisce che le pendenze andranno a calare; la strada si allarga, ma le pendenze restano sopra il 27% e mancano ancora una ventina di secondi di salita. Due pedalate troppo forti in questo tratto può voler dire rischiare il piede a terra. E' un tratto che si fa più con i bicipiti e i lombari che con le gambe.
Ormai conosco Fontemurata come la rampa del mio garage e so quando è il momento in cui si può dare gas e fin dove, invece, bisogna trattenersi. Sinceramente vorrei ma non saprei come trasmettere questo sapere.
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| Foto con la Panda dei cacciatori |
Diciamo che il punto in cui è stata scattata la foto con la panda dei cacciatori è circa a metà dell'erta ed è troppo presto per accelerare. Se le gambe girano si deve superate il palo del telefono e contare almeno dieci pedalate.
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| spiana dove c'è la macchina, tra 20 secondi al 27%. |
Una volta finita la parete sud (o HC) la strada spiana completamente per 200 metri e si immette sulla strada del Monte della Crescia, che riserva altre tre gobbette prima del punto di valico. Con le gambe in fiamme, anche queste possono essere spiacevoli.
Conclusioni:
Fontemurata è un bel problema se viene affrontata alla garibaldina o se non si dispone di rapporti d'emergenza. Mi ricordo bene, e come potrei dimenticarlo?, che sono finito qui per la prima volta in quello che era il mio terzo giorno in assoluto in bici. Allora facevo giri di 15 chilometri, ma avevo già iniziato a mettere le prime salite. O meglio, nel giro precedente avevo inserito con un certa soddisfazione la Venturina. Avevo 30 anni, la Moser in acciaio armata di un 42 x 24 e non sono riuscito a superare l'ultima strettoia, perché nel momento stesso in cui pensi "magari potrei provare a zig zagare un po'" sei già finito con la ruota nel fosso.
Qualche anno più tardi, nel periodo embrionale di Strava, quando gli iscritti erano pochi e con il Capitano ogni giorno ci contendevamo i kom. La sera vedo un titolo strano: "Ribaltamento".
Era stata un'uggiosa giornata di ottobre. Non ho nemmeno guardato la cartina. "Hai provato a fare Fontemurata, vero?"
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