Colle Portella e Monte La Torre

Entrambe culminano sul Valico di Monte la Torre. Se quella di sinistra è la Costa dei Guai come la dovremmo chiamare questa  stradina strettissima che sembra fatta apposta per le imboscate?

Portella: grotte dell'antico castello  (c) I luoghi del silenzio

In questo articolo si incontrano dei nomi che oggi significano poco: perduto è il Castello di Portella, scomparso il Comune che lo possedeva, cancellato anche il sito che ne raccontava la storia (ma per fortuna c'è web.archive.org)
Il territorio nel quale si trova la salita di Colle Portella è appartenuto per secoli al sindacato di Montadamo, che - raccontava Giuseppe Bachetti, il "prete più felice del mondo" - nel Medioevo aveva Statuti propri, un Parlamento generale costituito dai capifamiglia e un “palactium communis”. Il Castello era anche la sede del Podestà che, ogni sei mesi, la città di Ascoli nominava, mediante estrazione a sorte, tra i suoi cittadini e aveva giurisdizione anche su Vena Carpignana (Venagrande), Vena Casule (Vena Piccola), Vena Tirabotte, Morignano e Casalena. 
Luoghi più sperduti ora, che pure sono raggiunti dall'asfalto, che in quei secoli bui, durante i quali hanno avuto il loro massimo splendore, quando  ogni  paesello aveva autonomia amministrativa, i briganti si ingrassavano e, su queste strade, si muovevano i pittori del gotico internazionale. 
Dopo la Restaurazione fino al 1766 Montadamo fu un Comune che comprendeva anche quei territori di Force, Palmiano e Venarotta su cui si divincola una salita selvaggia che risale il fianco di una forra "vena" nella quale potrebbero vivere ancora gli uri con i cinghiali.
Per trovarne l'entrata senza una traccia GPS è più semplice passare da Venarotta. Stavolta non si va a sinistra sulla famosa Costa dei Guai, ma ci si inoltra a destra in direzione di Cerreto e Monsanpietro, in una geografia intricata di "vene" e di colline. 
Entrambe le strade culminano sul Valico di Monte la Torre, ma se quella di sinistra è la Costa dei Guai come la dovremmo chiamare questa strettissima stradina che sembra fatta apposta per le imboscate?




Start: Cimitero di Portella
Finish: Il Palazzo
Distance: 4.2 km
D+: 423 m
Avg Grade: 9.8 %
Max Grade: 17.6 %
Min Elev: 321 m
Max Elev: 728 m
Climb Category: 2
MAD: 2
Strava segment: 13482905
Surface: tarmac/gravel

Finish: Monte la Torre
Distance: 6.8 km
D+: 487 m
D+: 67 m
Min Elev: 321 m
Max Elev: 751 m
Climb Category: 2

Un Monte Conero incastrato nelle pieghe della campagna stretta tra i Sibillini e il Monte dell'Ascensione, almeno i numeri dicono questo. 

Nel resto delle Marche il territorio ha una regolare: tre file parallele di montagne e un tappeto di colline che digrada verso il mare. La catena montuosa più vicina alla costa vanta cime intorno agli 800 metri (i monti del Furlo, quelli della Gola della Rossa, l'Ellissoide di Cingoli, Penna San Giovanni), la seconda e la terza piega si dividono la linea di spartiacque  e  le cime tra i 1500 e i 1700 metri. 

Nel Piceno, però, le cose si complicano: i Sibillini e la Laga sfiorano i 2500 e  anche la prima piega si alza più del dovuto. Si crea così una specie di bacinella orografica i cui bordi sono rappresentati dalle catene montuose dei Sibillini e del Monte dell'Ascensione e i panni che stanno dentro sono un intrico di crepacci, vene, fossi e alture, che così compressi, compressi tra montagne più alte, superano spesso gli 850 metri senza mai emergere davvero sull’orizzonte: restano nascosti, schiacciati e di loro sappiamo a malapena il nome.

Proprio questa confusa orografia ha favorito, nei secoli, la nascita di castelli e, quindi, di strade; su una di queste - quella che si arrampica sulla vena del torrente Chiaro e che un tempo serviva il perduto castello di Portella - ci siamo avventurati in questo articolo.



Una strettoia e segnali di pericolo anticipano la svolta verso Portella. Sul punto più basso della strada che congiunge  Venarotta, Cerreto e Monsampietro c'è un trivio compreso tra due ponti sul Torrente Chiaro. 
La nostra amica, segnalata da una vecchia freccia azzurra è la strada in evidentissima salita che penetra con un tornante nella collina. I primi 200 metri scavati nella roccia sono già molto duri (16%).


L'unico tratto pedalabile arriva ai 250 metri, un inattesa radura sulla quale sorge la chiesa di Chiesa di Santa Maria Assunta e il cimitero. 

Chiesa di Santa Maria Assunta

I tornanti che si incontrano subito dopo la fine del pianoro sono particolarmente duri (15-16%), ma su tutta la strada per due chilometri il fiato non si tira mai. Si lambisce il paese, del castello resta poco; curiose sono le grotte che gli abitanti hanno tresformato in cantine, ma le pendenze sono tali che difficilmente vi fermerete a riflettere su queste cose.


Dopo il paese la strada si fa ancora più stretta e logora, la vegetazione ai lati è folta, ci sono poche distrazioni. Poi la cosa si fa definitivamente gravel.
Dopo 2.25 chilometri dall'inizio dell'erta si arriva in località Colle Portella. Non è finita, ma ci sono 100 metri di pianura in cui il bosco si dirada e appare, per la prima volta, un po' panorama. 
Da Colle Portella alla confluenza sulla provinciale restano ancora due chilometri nei quali a brevi tratti di respiro di alternano rampe in doppia cifra. Nel complesso questa seconda metà della salita, che sale verso il Monte Moro è meno impegnativa (la media è del 9%). 
Il bosco cede e, sebbene la cresta sia sempre faticosa, la vista sul Monte dell'Ascensione a destra e sui Sibillini a Sinistra è confortante. 
Sulla Provinciale 93 di Castel di Croce si arriva in discesa. Il punto di valico, posto leggermente prima della località Il Palazzo, è s una quota di 50 metri più elevata rispetto alla strada principale per cui, per 7-800 metri, ci si può davvero rilassare.


Passo Monte la Torre

Il Passo di Monte La Torre dista 2.5 km dal valico di Portella. 800 metri servono per perdere 50 metri di quota, i restanti 1700 per riguadagnarne 70. 
All'incrocio in località Osteria bisogna andare a sinistra. Non dovete sapere altro.
L'ambiente è molto diverso, la strada ha un asfalto buono, buonissime sono le pendenze, alla fine il Valico supera i 750 metri, che è sempre una bella quota da salire. Sul punto più alto si può scegliere: a sinistra si torna a Venarotta lungo la Costa dei Guai, a destra si scende a Force e sulla valle dell'Aso.


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