Monte Catria da Acquaviva di Cagli

Nel complesso la salita è oltre il limite per una bici da corsa ed è un peccato, perché questo di Acquaviva è l'unico versante del Monte nel quale non si incontrano grandi pendenze. C'è poco da piagnucolare. A quasi tre anni dall'alluvione del 2022 questa è ancora l'unica strada che si può percorrere in automobile, e legalmente, per arrivare in cima al Monte Catria.

 






Valico Monte Tenetra
Start: Acquaviva di Cagli
Distance: 13,5 km
Elev. Change: 865 m
Max Elev: 1240 m

Valico Monte Catria
Distance: 23.7 km
D+: 1215 m
Elev. Change: 1100 m
Avg Grade: 4.6%
Max Grade: 12%
Min Elev: 269 m
Max Elev: 1368 m
Climb Category: HC
Fondo: 50% pessimo
50% sterrato
Valid for: 



La salita al Monte Catria, in realtà, comincia già a Cagli: appena superato il fiume, la strada verso Frontone inizia a salire dolcemente per tre chilometri, fino alla frazione di Acquaviva (quota 370). Qui, quando si ha già un dislivello di 100 metri già nelle gambe, un evidente cartello turistico segnala "l'inizio ufficiale" della salita al Catria.

Ho affrontato questa salita due volte. La prima, nel 2011, durante un giro che comprendeva anche il  versante del Mandrale (c'è stato un tempo in cui quella strada esisteva ed era ancora asfaltata) e il lato sterrato del Petrano. Erano le 11 di un luglio infuocato ed ero incerto se salire di nuovo sul monte o salire semplicemente in macchina. Alcuni ciclisti di Pesaro mi avevano sconsigliato il versante di Acquaviva per via del fondo disastrato. Così, mi ero fermato al bar della stazione di servizio  che sorge proprio sull'incrocio per cercare informazioni affidabili. Tra un caffè e un crodino, ho chiesto agli avventori com’era la salita:.

"È regolare, non come il pezzo per Valpiana - Panoramicissima! - La strada l’hanno sistemata: è bianca, ma si sale bene." "Mi piacciono gli sterrati." "Li troverai."

La descrizione mi sembrava rassicurante, a parte quell’aggettivo: "panoramicissima". Sono partito. Perché tornare a casa con dei rimpianti?.  E infatti per undici anni me ne sono tenuto a distanza

La seconda volta erano le 15:00 di un giugno di fuoco, terzo monte alla fine della 1° Randonnée del Catria. Era - tanto per "non" cambiare - il terzo monte di giornata e non avevo studiato la salita su Salite delle Marche; altrimenti, a Cagli, avrei optato per Chiaserna. Ma ma quando ho capito il mio errore ero già a metà della panoramicissima.


Vale la puntualizzare questa cosa: il massiccio del Catria è orientato in direzione nord-sud: la salita da Chiaserna è in ombra la mattina, quella da Frontone che non esiste più e le Scalette sono in ombra il pomeriggio. La salita da Acquaviva, invece, non è in ombra. Mai. Non c’è un albero, ed è proprio questo il senso implicito di quel "panoramicissima". La strada segue tutta la cresta, passa vicino alle cime minori del massiccio, come il Tenetra e il Monte Alto e nemmeno la montagna offre riparo.

Ma andiamo con ordine

[Novembre 2023] Superato il ponte di Cagli, dopo tre chilometri di provinciale della Valcesana si arriva al paese di Acquaviva, un pugno di case sparse su un gibbo a spartiacque tra le valli del Burano e del Cesano. Sul punto più alto si trova un bar e un vecchio cartello turistico: consideratelo lo "start" ufficiale.

Da qui si svolta a destra, su una strada larga e rettilinea. Le pendenze crescono gradualmente, fino a stabilizzarsi attorno all’8%. I primi tre chilometri sono stati recentemente riasfaltati e scorrono bene. Oltre quota 700 torna l’asfalto vecchio: ancora in buone condizioni, ma con tratti di 10-20 metri dove affiorano i sassi. Le auto trascinano pietre grandi come noci, che restano lì ad aspettare i nostri copertoncini.

Se questo succede nel tratto asfaltato, potete immaginare come sarà la situazione sullo sterrato in vista del valico. Possiamo anticipare come quella del Tenetra-Catria sia un paradigma delle nostre strade; in pochi chilometri mostra tutti gli stadi attraverso i quali degrada un fondo stradale dal nero liscio, al butterato alla condizione di proto-mulattiera (a quattro corsie) figlia delle totale mancanza di manutenzione.
Eppure, senza questo problema, la salita sarebbe davvero gradevole: le pendenze non superano mai il 10%, e se lo fanno, non lo si nota, perché la carreggiata è inutilmente larga.
Pedala pedala, dopo circa 5,5 km (quota 830), si incontra una sbarra, che d’estate è sempre aperta.


Giugno 2022. Nei primi tre chilometri, oggi, l'asfalto è perfetto, ma oltre quota 700 le condizioni che si incontrano sono queste. 

Lo sterrato arriverà, ma si deve ancora aspettare ché l'"asfalto" "tiene" "duro" fino al km 7. Qui, sul tornante più suggestivo, proprio in faccia al Monte Petrano, arriva la ghiaia.  

Tempus fugit:

- Nel 2009 Pelorandom scriveva che la strada bianca iniziava 4 km più in alto, a quota 1100,a quota 1.100. Le cose sono precipitate in fretta.

- Nel 2011 avevo annotato con soddisfazione: “La ghiaia è fine, si può restare in sella e tenere una buona andatura. Percorribile anche in discesa, anche se non ne vedo il senso.”

Oggi, dopo altri 11 anni, la realtà è diversa: buona parte della strada è ancora decente, ma in certi punti la ghiaia è “viva” e affiorano sassi aguzzi della massicciata. All’inizio è sopportabile, ma verso il valico diventa troppo per una bici da corsa. Un vero peccato, perché questo è l’unico versante del Catria con pendenze sempre dolci. 
Ma non c’è tempo per piagnistei. Dopo l’alluvione del 2022 che ha cancellato la strada del Mandrale e vari pezzi di questo blog, questa rimane l’unica via legale e accessibile anche in auto per raggiungere la cima.





A quota 1.200 circa, un breve tratto pianeggiante seguito da un altro all’8% ci porta oltre i prati del Monte Tenetra, fino allo scollinamento sotto il Monte Alto (quota 1.240), culmine della prima parte dell’ascesa.

Un paio di chilometri in discesa portano al Rifugio Casetta dei Mochi e, poco dopo, all’incrocio con la strada che una volta saliva da Buonconsiglio (quota 1.130). Nel 2011si scendeva tranquilli a 40 km/h. Oggi, a passo d’uomo.

Comunque, se siete arrivati fin qui, rassicurate la bici: il peggio è passato. È tornata anche l’ombra, che mancava da un’ora e mezza. Per raggiungere il vero e proprio valico del Catria mancano 250 metri di dislivello in circa 5 km, due dei quali ancora sterrati con pendenza al 7-8%.

Anche su quest’ultimo tratto ci sarebbe molto da dire. La strada da Acquaviva è ufficialmente la “Strada di servizio del Tenetra”, e forse per allevatori e pastori va bene così. Il tratto da Valpiana alla Cupa delle Cotaline, un tempo utilizzato da tutti, è stato distrutto dai lavori per le piste da sci nel 2021. La frana del Mandrale nel 2022 ha chiuso definitivamente il discorso.

Oggi, quello sterrato è roba da gravel.



dalla solita galleria del solito impagabile (c) Pelorandom

meno scocciatori = sono questi i tempi d'oro

ai tempi d'oro (c) Pelorandom

I nuovi bidoni privi di fascino

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