Monte Catria da Acquaviva di Cagli
Nel complesso la salita è oltre il limite per una bici da corsa ed è un peccato, perché questo di Acquaviva è l'unico versante del Montenel quale non si incontrano grandi pendenze.C'è poco da piagnucolare. A quasi tre anni dall'alluvione del 2022 questa è ancora l'unica strada che si può percorrere in automobile, e legalmente, per arrivare in cima al Monte Catria.
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Ho affrontato questa salita due volte. La prima, nel 2011, durante un giro che comprendeva anche il versante del Mandrale (c'è stato un tempo in cui quella strada esisteva ed era ancora asfaltata) e il lato sterrato del Petrano. Erano le 11 di un luglio infuocato ed ero incerto se salire di nuovo sul monte o salire semplicemente in macchina. Alcuni ciclisti di Pesaro mi avevano sconsigliato il versante di Acquaviva per via del fondo disastrato. Così, mi ero fermato al bar della stazione di servizio che sorge proprio sull'incrocio per cercare informazioni affidabili. Tra un caffè e un crodino, ho chiesto agli avventori com’era la salita:.
"È regolare, non come il pezzo per Valpiana - Panoramicissima! - La strada l’hanno sistemata: è bianca, ma si sale bene." "Mi piacciono gli sterrati." "Li troverai."
La descrizione mi sembrava rassicurante, a parte quell’aggettivo: "panoramicissima". Sono partito. Perché tornare a casa con dei rimpianti?. E infatti per undici anni me ne sono tenuto a distanza
La seconda volta erano le 15:00 di un giugno di fuoco, terzo monte alla fine della 1° Randonnée del Catria. Era - tanto per "non" cambiare - il terzo monte di giornata e non avevo studiato la salita su Salite delle Marche; altrimenti, a Cagli, avrei optato per Chiaserna. Ma ma quando ho capito il mio errore ero già a metà della panoramicissima.
Vale la puntualizzare questa cosa: il massiccio del Catria è orientato in direzione nord-sud: la salita da Chiaserna è in ombra la mattina, quella da Frontone che non esiste più e le Scalette sono in ombra il pomeriggio. La salita da Acquaviva, invece, non è in ombra. Mai. Non c’è un albero, ed è proprio questo il senso implicito di quel "panoramicissima". La strada segue tutta la cresta, passa vicino alle cime minori del massiccio, come il Tenetra e il Monte Alto e nemmeno la montagna offre riparo.
Ma andiamo con ordine
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Giugno 2022. Nei primi tre chilometri, oggi, l'asfalto è perfetto, ma oltre quota 700 le condizioni che si incontrano sono queste. |
- Nel 2011 avevo annotato con soddisfazione: “La ghiaia è fine, si può restare in sella e tenere una buona andatura. Percorribile anche in discesa, anche se non ne vedo il senso.”
Oggi, dopo altri 11 anni, la realtà è diversa: buona parte della strada è ancora decente, ma in certi punti la ghiaia è “viva” e affiorano sassi aguzzi della massicciata. All’inizio è sopportabile, ma verso il valico diventa troppo per una bici da corsa. Un vero peccato, perché questo è l’unico versante del Catria con pendenze sempre dolci. Ma non c’è tempo per piagnistei. Dopo l’alluvione del 2022 che ha cancellato la strada del Mandrale e vari pezzi di questo blog, questa rimane l’unica via legale e accessibile anche in auto per raggiungere la cima.
A quota 1.200 circa, un breve tratto pianeggiante seguito da un altro all’8% ci porta oltre i prati del Monte Tenetra, fino allo scollinamento sotto il Monte Alto (quota 1.240), culmine della prima parte dell’ascesa.
Un paio di chilometri in discesa portano al Rifugio Casetta dei Mochi e, poco dopo, all’incrocio con la strada che una volta saliva da Buonconsiglio (quota 1.130). Nel 2011si scendeva tranquilli a 40 km/h. Oggi, a passo d’uomo.
Comunque, se siete arrivati fin qui, rassicurate la bici: il peggio è passato. È tornata anche l’ombra, che mancava da un’ora e mezza. Per raggiungere il vero e proprio valico del Catria mancano 250 metri di dislivello in circa 5 km, due dei quali ancora sterrati con pendenza al 7-8%.
Anche su quest’ultimo tratto ci sarebbe molto da dire. La strada da Acquaviva è ufficialmente la “Strada di servizio del Tenetra”, e forse per allevatori e pastori va bene così. Il tratto da Valpiana alla Cupa delle Cotaline, un tempo utilizzato da tutti, è stato distrutto dai lavori per le piste da sci nel 2021. La frana del Mandrale nel 2022 ha chiuso definitivamente il discorso.
Oggi, quello sterrato è roba da gravel.
ai tempi d'oro (c) Pelorandom |
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I nuovi bidoni privi di fascino |
Interessante per un giro gravel ;)
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