Castel Santa Maria - Monte Gemmo

Castel Santa Maria è un piccolo centro in territorio di Castelraimondo collocato su una penna alle pendici del Monte Gemmo. Il paese gode di una posizione dominante che le assicura un'ampia veduta su buona parte della valle del fiume Potenza e su un territorio molto vasto da Matelica a Camerino ai Monti Sibillini, nonché il collegamento ottico con le torri di Gaiole, Torre Beregna, Fanula e Guardia. Che dal nostro punto di vista sono tutte salite e precisamente quelle di Gagliole/Macchie, Villa d'Aria e Crispiero. (Lucia Cardoni, C.S.Maria un castrum di confine nei secc. xii-xiv)



Quando si esplora la mappa di Strava capita di incrociare segmenti dai nomi esilaranti: "Pitì tratto mostruoso", "Death Road" a Grottammare, "500m da incubo" a Osimo. Il segmento di oggi è "Back from braciola", nome di evidente origine matelicese, che racconta molto di quella che è la strada più bella da pedalare tra il mitico furgone di Alberto e la rive gauche della città di Enrico Mattei, del Verdicchio e del Miele. Ci concentreremo in particolare su un sotto-segmento che si chiama "C.S. Maria tratto che mena", ma anche sulla storia del posto che (lo scopro in questo momento) avevo conosciuto ai tempi dell'Università.

Siamo nei poggi di confine tra l'Alta Valle del Potenza e il ramo sud della Vallesina, zona di torri e rocche, in passato molto meno periferica di quanto non sembri oggi.

Castel Santa Maria è un piccolo centro nel territorio di Castelraimondo collocato, a 530 m s.l.m., su una penna alle pendici del Monte Gemmo. Il paese "gode di una posizione dominante che le assicura un'ampia veduta su buona parte della valle del fiume Potenza e su un territorio molto vasto da Matelica a Camerino ai Monti Sibillini, nonché il collegamento ottico con la Torre Beregna e con le torri di Gaiole, Fanula e Guardia." Che dal punto di vista del soprassella sono tutte salite e precisamente quelle di: Villa d'Aria, Gagliole/Macchie e Crispiero.


(c) lavalledelpensare.it


Il castello di Santa Maria, che sorgeva in mezzo, tra Lanciano e Matelica, naturalmente, era molto ambito tanto da Camerino quanto da Matelica e nel XIII secolo cambiò spesso padrone. Una cronaca asciuttissima ci dice che, nel 1212, i Conti di Santa Maria dovettero sottomettersi a Matelica, ma che tra interventi imperiali, vendite sventate, tentativi sciagurati di corruzione della guarnigione, Castel Santa Maria cambiò quattro volte proprietario fino al 1318, quando si firmò un armistizio tra i due comuni rivali. Avevo studiato le sue mura ai tempi dell'esame di Archeologia medievale, ma non avevo assolutamente capito dove fosse. E' servita la bici per ficcarmene in testa per sempre la posizione, a metà strada esatta della 5000 Marche. E in onore della Randonnée sarà presentata la salita da Camerino, merita invece un post a parte quella tremenda che sale da Pioraco. Alla fine torneremo a parlare della storia del castello.

Castel Santa Maria da Borgo Lanciano

Start: Castello di Lanciano/SP 361
Distance: 4.2 km
Elev. Change: 195 m
Elev. Gain: 325 m
Avg Grade: 4.6%
Max Grade: 18%
Min Elev: 320 m
Max Elev: 515 m
Climb Category: 3
Strava Segment: 7751551





La salita vera, quella che merita attenzione, inizia al ponte sul Rio Cimarolo, dopo 3 km di salita pedalabile e qualche contropendenza. E' questo il famoso "tratto che mena"; per un chilometro abbondante la più classica salita a gradoni diventa un vero e proprio muro. In particolare è il primo male quello che oppone le pendenze "migliori", facendo segnare punte. almeno. del 18%.
Seguono 300 metri pedalabili che offrono una bella vista sulle vigne e le colline dell'Alta Valle del fiume. Le montagne sul lato opposto della vallata sono quelle che celano gli altipiani di Montelago.
Tutte queste cose ho avuto il tempo di pensarle, perché avevo l'impressione che il peggio fosse finito, ma non era così; c'è un altro muro di 300 metri al 14% prima di arrivare alla cerchia del borgo.
Di solito su Salite delle Marche vengono presentate salite tecnicamente più impegnative. Questa di Castel Santa Maria, che pure ho sentito come una crudeltà inutile dentro una randonnée già difficile di suo, non può essere considerata molto dura. Merita la segnalazione non tanto per la salita, ma per la strada in sé che offre un percorso sicuro e suggestivo tra due vallate importanti della Regione.
Anzi, è davvero una gran bella strada, dal fondo appena rifatto e movimentata da saliscendi e da orizzonti variabili. Il traffico non può dirsi inesistente, perché questa è pur sempre una scorciatoia, ma è comunque limitato.
Dopo averla fatta la prima volta si capisce perché questa strada sia la "back from braciola".
Consigliatissima soprattutto rispetto all'alternativa, la provinciale SP256 Muccese con tutti i lavori in corso per la Pedemontana.

Costa e Castel Santa Maria da Pioraco


Start: Cimitero di Pioraco/SP 361
Distance:  1.8 km
Elev. Gain: 235 m
Avg Grade: 12.8%
Max Grade: 22%
Min Elev: 388 m
Max Elev: 618 m
Climb Category: 3
Strava Segment: 7751551


Quattro gradoni micidiali per un muro lungo il doppio del normale e perfettamente evitabile qualunque sia la direzione che si abbia in mente. Ho un interessante aneddoto al riguardo... ma aspettate che esca il post

Un (bel) po' di storia


Del paese non ricordavo nulla, finché non ho preso in mano il librone Insediamenti e fortificazioni nella Marca medievale. Atti del 24° Convegno di Studi Maceratesi, Macerata, 19-20 novembre 1988 - Macerata, CSM, 1991, uno di quei volumi che ai tempi dell'Università guardavo con cupidigia e il naso appoggiato alle bacheche e che, adesso, grazie al bonus Docenti, mi sono potuto permettere di comprare. (credo a peso). Il terzultimo saggio porta la firma di Lucia Cardoni, copre le pagine 557-563 e si intitola "C.S. Maria, un castrum di confine nei secc. xii-xiv." E' la dott.ssa Cardoni, che mi immagino congelata nei suoi ventisei anni da tre decenni, che vi parlerà da qui in avanti del paese:

"L’impronta urbanistica è organizzata in tre cerchi concentrici, separati da viuzze strette che convergono su una piazzetta con la rocca (ex palazzo comunale), la chiesa parrocchiale e molti edifici medioevali" - e un buon restauro in grado di togliere l’asfalto dalle stradine renderebbe questo borgo davvero un luogo di attrazione, n.d.r".

Sebbene dal 1318 agli anni della Resistenza non è successo niente che abbia ispirato la penna degli eruditi, Castel Santa Maria è un luogo con una ricca storia: "la Rocca e l'insediamento fortificato subirono vari attacchi e alterne vicende in virtù della loro posizione di confine tra la giurisdizione camerinese e quella matelicese.
Sappiamo che dopo 150 anni di autonomia, nel 1212 i feudatari di Santa Maria si erano sottomessi a Matelica. Erano gli anni in cui terminava il tempo dei castelli è iniziava il dominio delle città; i vecchi signori dovettero impegnarsi a vivere sul luogo, fare la guerra e pagare le tasse a Matelica, che in cambio offriva loro cittadinanza e protezione. In quegli anni in cui il pericolo veniva soprattutto da sud. dalle ambizione dei da Varano.

Già intorno al 1240 Camerino aveva conquistato le rocchette della Valle del Chienti, ma non fu altrettanto facile conquistare quelle della Valle dell'Esino e nell'alta Valle del Potenza. L'Intagliata, la "grande muraglia" che difendeva il giovane ducato camerte, arrivava proprio dove inizia la vostra salita: scendeva dalla Rocca d'Ajello, raggiungeva la Torre del Parco, eretta appositamente per guardare il ponte sul Potenza, e si internava fino a Lanciano e alle porte di ferro della sua diga, allora ritenuta colossale e capace, in casi estremi, di riversare tanta acqua da travolgere un esercito.

Ci vollero oltre cento anni per annettere al Ducato dei Varano questa parte della Marca. Camerino e Matelica provarono a comprare il castello, intervenne in armi anche Percivalle Doria, il poeta guerriero della Magna Curia di Federico II, che fu vicario generale della Marca di Ancona dal 1258 al 1264. (Le canzoni di Percivalle Doria. Edizione e commento a cura di Giulio Cura Curà)
Nel 1311 un altro rettore della Marca, Raimondo di Attone di Spello, concede al capitano del Popolo e al signore di Camerino, Berardo di Gentile, la facoltà di edificare il Castrum Raymundi in prossimità del piano scaturito dalla confluenza del rio Lapidoso con il fiume Potenza. E' l'attuale Castelraimondo, quel nome è il segno che Camerino l'aveva sputata. L'armistizio del 1315 con Matelica segnò il definitivo passaggio del Castello nella giurisdizione di Camerino"

P.S. Se la dott.ssa Cardoni non si riconoscesse in toni, sintassi e contenuti sappia che non sono proprio riuscito a contattarla. o meglio, dopo i tentativi più semplici, non ho ritenuto necessario insistere e disturbare i pochi agganci che avevo. Le dico però che che ho letto con piacere il suo articolo e se volesse sparire da questa imbarazzate pagina o se volesse portare qualche miglioria correzione sarò ben felice di accontentarla. 




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