Tappe del Brevetto Gravel #21: da Chiavellara a Cima Mutali



Distanza: 62 km
Dislivello: 2100 m
Tempo: 3.30 h
Gpx: strava | ...4976

Cronaca di un'escursione a lungo attesa su una zona d'Appennino ignota al grande ciclismo. L'occasione era stata quella di un sopralluogo a Valsorda, la salita dietro Gualdo Tadino, sulla quale rumors molto insistenti indicavano un arrivo di tappa del Giro d'Italia 2018. I girini il 15 maggio 2018 sarebbero restati sul fondovalle, ma il raid era stato stupendo, le foto e la fatica hanno prodotto un articolo della rubrica Imaginations from the other side nel 2017 e dato lo spunto per questa tappa del Brevetto Gravel  sette anni più tardi.
La tappa prevede la salita della Chiavellara (o Passo Cattio) valida per il brevetto, la visita dell'Eremo di Serrasanta, la discesa su Gualdo Tadino e il ritorno alla base per Cima Mutali. Quest'ultima salita, affrontata dal versante umbro non è valida ai fini del brevetto, ma lo se viene presa è dal Valico di Fossato. Se si vuole evitare di tornare indietro al Valico considerate che la discesa verso Cacciano richiede una MTB. (Con una MTB è anche possibile passare direttamente all'Eremo senza scendere a Valsorda e passare dal Monte Maggio alla Cima Mutali senza scendere a Gualdo Tadino).
Se non volete troppo bene alla vostra bici, con una buona dose di incoscienza, si può fare anche con con la bdc. Insomma io e il Capitano, senza essere fenomeni, ci siamo riusciti.
 
Io e il Capitano, senza essere fenomeni, ci siamo riusciti. Ma abbiamo anche incontrato un autobus

Il Monte Maggio

Da molto prima che esistessero l'Umbria e le Marche, forse anche prima della fondazione di Fabriano e Gualdo le controversie sui pascoli, sul taglio degli alberi e lo sfalcio dei fieni avevano opposto monaci, castellani e montanari dei due versanti dell'Appennino. La catena contesa formata dal Monte Maggio con i pascoli della Chiavellara, il Monte Serrasanta e il Monte Nero costituiscono un confine a lungo conteso:  spedizioni armate e rappresaglie, confische di bovini e di cavalli lasciati al pascolo, ferimenti e uccisioni di pastori, scomuniche e multe si susseguono per trecento anni fino al XVI secolo; i tentativi di arbitrato coinvolsero vescovi e arrivarono a scocciare addirittura i papi Giulio III e Pio V. Alla fine venne adottata la soluzione più logica: i vertici delle tre montagne, che fanno da spartiacque tra Adriatico e Tirreno vengono riconosciuti come spartiacque anche tra i due comuni di Gualdo e Fabriano; alla città umbra furono assegnati i versanti occidentali, a quella marchigiana i versanti orientali. Fabrianesi di diritto, ma aperti alle mandrie gualdesi restano i pascoli della Chiavellara e la strada che ancora oggi li attraversa a oltre 1200 metri di quota.


Queste terre tanto a lungo contese, oggi sono decisamente meno frequentate, ma risalendo lungo la dura strada verso la Chiavellara, attraversando i pascoli e gettandoci dall'altra parte verso la Valsorda e Gualdo Tadino ci è stata chiara la ricchezza naturalistica e il valore economico di un territorio tanto vasto e tanto poco abitato.

Il percorso


Partenza da Cancelli (fare il pieno d'acqua alla fontanella sull'incrocio o al bar) in direzione Fiuminata. La bella strada che sale piano piano fino a Serradica è un buon riscaldamento; se vi sembrerà di andare particolarmente piano non disperate: sembra pianura, ma, in realtà, in questa prima fase si guadagnano 100 m in 5 km. Dopo Serradica inizia il breve valico (2.5 km 150 m di dislivello) che separa i bacini idrografici dei fiumi Esino e Potenza. Sul culmine, chiamato nelle mappe dell'IGM "Cima della Montagna" (mai toponimo è stato più falso) si prende la strada sulla destra che porta al castello (che non c'è più) di Belvedere (che invece c'è eccome e dopo l'esemplare ricostruzione del sisma 1997 è tornato più bello di prima). 
Nel quartiere delle casette di legno di Belvedere, in corrispondenza delle torretta della Protezione Civile, la salita che in meno di sei chilometri porta ai pascoli della Chiavellara. (ben 650 metri sopra le nostre teste) 

Distance: 5.85 km
Elev. Gain: 630 m
Avg Grade: 11.9 %
Max Grade: 18 %
Min Elev: 645 m
Max Elev: 1273 m
Climb Category: 
Valid for:

La strada di valico tanto a lungo contesa tra le città di Gualdo Tadino e Fabriano sale ai pascoli della Chiavellara e li attraversa correndo ancora oggi parallela al confine regionale. 
E' una cattivissima carrareccia, può essere affrontata in auto (ci è passata anche quella di Google) è giustamente molto frequentata in MTB; per essere affrontata in bdc, servono le motivazioni giuste, copertoni da 25 e un po' di incoscienza. E' molto, molto, ripida, più del Cippo di Carpegna, ma non ci si fa troppo caso: la vera difficoltà è quella dovuta al fondo brecciato e, in molte parti, sassoso. Noi l'abbiamo affrontata con le bici dell'Eroica e l'abbiamo sfangata (anche grazie al passaggio di un taglialegna che ci ha alleviato un km di salita), ma sconsigliamo a tutti l'esperienza. 
N.B. A quota 1260 si possono tagliare 7 chilometri di salita se si prende la stradina sulla sinistra ceh attraversa i prati e arriva diritta all'Eremo. il prato è più comodo delle pietre e la strada è meno pendente della Chiavellara




Passo Cattio e Eremo di Serrasanta


Se invece fate la Chiavellara
Il valico ha un nome, si chiama Passo Cattio (coma il più noto Passo Cattivo, ma con caratteristica pronuncia  fabrianese). La linea di confine non si vede, ma il passaggio si percepisce sotto la sella, perché, non appena si entra in Umbria, il fondo diventa subito più raffinato. E' un confine molto importante perché è anche lo spartiacque linguistico tra l'asfalto e il catrame. 
Se il versante marchigiano è generoso definirlo un carrareccia, quello umbro ha carattere di strada provinciale. I primi 1200 m sono ancora bianchi, ma dai rifugi e dalle belle casette della Valsorda, un catino verde tra il Monte Maggio e il Monte Serra Santa, ci sono sette chilometri e mezzo di discesa perfettamente catramata fino alla Strada Flaminia  
Prima di scendere consigliamo di fare una capatina all'Eremo di Serrasanta. Sono altri 4 chilometri di salita, ma non capita spesso l'occasione di raggiungere un eremo costruito a oltre 1300 metri di quota. Sono un piccolo prezzo.
Una volta tornati sulla valle del Topino si devono fare tre chilometri di Flaminia (purtroppo tre chilometri di pianura tocca a farseli) prima di spostarsi a sinistra, passare sotto la ferrovia e prendere di nuovo le strade secondarie. 

Fonte ai piedi di Fossato di Vico

Consiglio per curiosi: una breve deviazione per  spiare la stazione fantasma di Galleri di Fossato


Valico di Fossato (o di Campodiegoli) [vai al post completo]

Cima Mutali [vai al post completo]



Start: Osteria del Gatto (Fossato di Vico)
Finish: Cima Mutali
Distance: 13 km
D+: 680 m
Min Elev: 425 m
Max Elev: 1085 m
Climb Category: GPM 1
Bike: Gravel
Valid for:

Finish: Valico dei Fossato
Distance: 6.7 km
Elev. Gain: 320 m
Avg Grade: 5 %
Max Elev: 725 m
Climb Category: 3


Il Valico di Campodiegoli (dall'Umbria lo a rovescio) non dovrebbe fare paura, con la Chiavellara sulle gambe tutto si fa più difficile.
Arrivati al valico, se non ne avete più buttatevi, con le giuste accortezze, verso Cancelli, ma se ne avete ancora prendete la carrareccia che sale sulla destra vicino alla statua del Redentore: conduce alle pale eoliche di Cima Mutali e vale la seconda tacca del Brevetto Gravel. 
La strada, in circa tre chilometri al 6% medio, sale tra i pascoli intorno al Colle Aiale (quota 800), entra nel bosco e rispinta ai prati di Cima Costicciola (quota 900) con una pendenza media d.

Verso Colle Aiale (c) Mauroskop /wikiloc

Cima Costicciola (quota 900)  (c) Mauroskop /wikiloc



Al bivio il nostro percorso svolta a sinistra in mezzo ai prati puntando direttamente sulla Cima Mutali.
Si rientra di nuovo in un bosco che va diradandosi finché la strada si immette sul tornante 6 della provinciale che sale da Fossato di Vico (quota 950).
Per cima Mutali resta circa un chilometro di strada catramata con una pendenza del 10% abbondante. Con una MTB l'anello si può chiudere scendendo verso Cacciano, Con una gravel sinceramente mi sembra più prudente tornare indietro al valico.

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