Forca Ventosola, Passo Scentinelle, Costa del Precino o, semplicemente.... via da Castelluccio

Il toponimo dell'IGM sarebbe Costa del Precino,  una sella posta a quota 1520 tra il Monte Ventòsola e il Monte Cappelletta. Ho trovato anche i toponimi Forca Ventosola,  Passo Scentinelle, dal nome di una fonte poco sotto il punto di valico, e Malpasso. RCS Sport lo chiama Rifugio Perugia, Google , senza nessuna giustificazione, Valico di Castelluccio.

Occhio che tra tre chilometri di rettilineo piatto arriva la salita

Per quanto belli siano gli altipiani di Castelluccio, prima o poi bisogna tornare a casa. Dal grande catino carsico si può uscire attraverso tre "forche", che aprono la via verso Ascoli, Norcia e Camerino; due forche sono in territorio marchigiano, Forca di Gualdo e Forca di Presta, una è tutta in Umbria e non ha un nome vero e unanimemente accettato. Di questo terzo varco ci occupiamo oggi, vale a dire del dente, che porta dal Pian Grande alla strada di Forca Canapine. In appendice si fa cenno anche delle altre due forche. 
Ci sarebbe anche una quarta forca, posta a quota 1800. Ci vuole una giornata a dorso di somaro da Visso o tre d'ore buone in MTB; si chiama Forca di Giuda (vedi articolo)




Start: Pian Grande
Distance: 3.40 km
Elev. Gain: 241 m
Avg Grade: 7.0 %
Max Grade: 9.5 %
Min Elev: 1280 m
Max Elev: 1521 m
Climb Category: GPM 3
Fondo: Asfalto
Strava Segment: 20335973


Il toponimo sulla mappa dell'IGM sarebbe Costa del Precino, che è una sella posta a quota 1520 tra il Monte Ventòsola e il Monte Cappelletta, ma ho trovato anche i toponimi Forca Ventòsola e Passo Scentinelle, dal nome di una fonte poco sotto il punto di valico. Si chiamava Malpasso in tempi più antichi, quando la strada valicava un po' più a nord. Ad aggiungere altri strati alla toponomastica ci ha pensato anche RCS, che, nelle sue recenti altimetrie, ha ribattezzato questo GPM "Rifugio Perugia". E Google che senza nessuna autorizzazione usa un banale e ingiustificato "Valico di Castelluccio". 
Come in un'opera tolkeniana, dunque, il valico che ci apprestiamo a scalare assume molti nomi e diversi a seconda del punto di vista da cui lo si affronta.
Comunque la si chiami, trattasi di una salita di 3 km atti a superare un dislivello di 240 m. 



La strada è relativamente recente, di vari decenni posteriore all'era fascista a cui dobbiamo la costruzione del Rifugio Perugia. Tecnicamente non ci sono da dare molte informazioni, perché la strada è quanto di più uniforme si potesse costruire.
Il Monte Ventósola (1718 m) si eleva dalla molle dorsale erbosa con una forma di svelto cono, che la rende riconoscibile anche da lontano, ma il versante orientale, quello che si affaccia sulla Piana di Castelluccio, copre uno scarso dislivello e non è particolarmente rilevante.
La provinciale ne segue il fianco e, senza bisogno di tornanti e curve, mantiene una pendenza moderata, ma subdola, crescente man mano che ci si avvicina al valico. In sé la salita è tutto fuorché impossibile, ma i tratti finali al 9-10% possono dare noia, perché arrivare alla base della salita vuol dire avere già nelle gambe almeno 1100 metri di dislivello positivo. (La stessa cosa, per altro, vale per ognuna delle forche di uscita).
Ma ecco due ragioni per essere di buon umore: si pedala dando il fianco sinistro al Pian Grande, che, sempre più in basso, si manifesta nella sua vastità. Un paesaggio splendido in ogni stagione.
Sulla strada si gode di un punto di vista privilegiato sull'inghiottitoio, la dolina dove le acque si inabissano per rispuntare, attraverso vie sotterranee, molto più in basso, sulla piana di Santa Scolastica oppure sulla Nera oppure sul Tronto.

Il Pian Grande in basso si manifesta nella sua vastità

Dalla strada si ha un punto di vista privilegiato sull'inghiottitoio

Sul valico si percepisce chiaramente di aver sconfinato nell'altra metà dell'Italia. All'orizzonte appaiono monti diversi e lontani: da destra a sinistra il Monte Carpegna (non il Passo Pantani, ma quello dietro Spoleto che ospita la salita di Pettino), il Monte Amiata, piccolino per la distanza, il Monte Cotica (tutto si tiene) e il Terminillo, la cui vetta dista, in linea d'aria, circa 30 chilometri.

Guarda il panorama virtuale del valico e scopri tutti i monti visibili  

Il Monte Ventósola (1718 m) si eleva improvvisamente dalla molle dorsale erbosa con una forma a svelto cono, che la rende riconoscibile anche da lontano. Se il versante orientale (...) non è particolarmente rilevante, i versanti meridionale e occidentale si abbassano molto ripidamente sulla grande piana di Norcia, con un dislivello ben superiore ai 1000 metri. Per questo il Monte Ventósola si presenta particolarmente evidente ed appariscente se visto da Norcia o dalle altre frazioni sparse per il suo altopiano da Appenninista.it

Forca di Presta da Castelluccio di Norcia

(c) Lucio Griccini




Start: Pian Grande
Distance: 4.9 km
Elev. Gain: 240 m
Avg Grade: 5 %
Max Grade: 8 %
Min Elev: 1296 m
Max Elev: 1536 m
Climb Category: 3
Strava Segment: 8123003


Lato facile della salita più difficile (o quasi) dei Sibillini. Fa quasi ridere che dalla parte dell'Umbria Forca di Presta, che dai versanti orientali infligge dislivelli di 1000 e 1300 m, sia raggiungibile con una salitella di appena 240 m.
La cosa più bella di questa salita è arrivarci e attraversare l'Altipiano: che si salga la Norcia o da Visso, che ci sia la neve o le lenticchie anche sfiorite l'affaccio sui Piani di Castelluccio è spettacolare.
5 km che scorrono via senza difficoltà, anche perché si pedala distratti da panorami davvero unici.
Se non avete fatto il pieno a Castelluccio, durante la stagione turistica Forca di Presta offre generi di conforto incompatibili con il lavoro del vostro nutrizionista. 






Forca di Gualdo e Madonna della Cona da Castelluccio di Norcia

Con una velocissima discesa di poco più di 2 km. si scende, infatti, a quota 1334 di Pian Perduto. Non ci sono cartelli ad indicarlo, ma cercate di non perdervi ora che siete arrivati qui. Ci sono altri 2 km. di salita ed anche se li potete vedere tutti sopra di voi, concentratevi sul pensiero che: "E' fatta!"  P. R. Sbaffo, Racconto di una delle prime G.F. dei Sibillini, 2009 

 



Start: Pian Perduto
Distance: 2.1 km
Elev. Gain: 163 m
Avg Grade: 8.6 %
Max Grade: 12 %
Min Elev: 1333 m
Max Elev: 1496 m
Climb Category: 3
Strava Segment: 4658813 

Se i numeri non mentono, è la più semplice delle tre forch...
I numeri non dicono mai la verità. Per me è la più dura di tutte. E se non fosse una stupidata sarebbe giusto scrivere due articoli diversi su questa salita per distinguere quando a si fa dopo Forca di Presta o dopo Forca Canapine. Ma sarebbe una sciocchezza, appunto.  Di sicuro c'è che si arriva qui sempre tanto stanchi e questi due chilometri sono spesso un supplizio. 
E' davvero la più corta delle tre forche di uscita, ma si fa dopo aver scalato anche il dente di Castelluccio e, comunque, presenta più aspre pendenze rispetto alle due sorelle maggiori. 
Però c'è la madonna della Cona in cima e la fonte d'acqua più buona e, ogni tanto, anche i porchettari e i festarini. Ogni anno, il 9 di marzo, si svolge presso la Chiesa della Madonna della Cona la “Festa delle Anime”, una manifestazione nata per ricordare la distruzione del paese di Monte San Martino e della conseguente dispersione degli abitanti delle frazioni di Corone, Saccovescio e Castelvecchio. La grande festa della Madonna, con il relativo mercatino, invece, è la prima domenica di luglio.


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