Anello Monte Santa Croce e Monte della Serra

Questo articolo è quello che avanza della ricognizione sul percorso della 5° tappa della Tirreno Adriatico 2025. Un'uscita in pieno inverno molto bella, molto fredda, che però si è rivelata inutile, dato che RCS Sport ha pensato bene di invertire il senso dell'anello finale, e quindi di cambiare tutte le salite e tutte le discese. 
Ci restano così i dati di due salite che rimangono indite al grande ciclismo, ma che comunque meritano di essere conosciute dagli amatori: Monte Santa Croce (meglio nota come "Monterolo", GPM, 3,4 km, 8.5% seg. 1863125) e Monte della Serra (GPM, 4.9 km, 5.8%, seg. 749902). 
Ultimo chilometro più facile dopo Monterolo

Monte Santa Croce (Monterolo)




Start: Passo Monterolo
Finish: Monte degli Scopi - Monte S. Croce
Distance: 3.4 km
D+: 305 m
Avg Grade: 8.5 %
Max Grade: 16 %
Min Elev: 223 m
Max Elev: 528 m
Climb Category: 2
Strava Segment: 1863125


La salita inizia nel fondovalle del Cesano in località Passo e termina su un passo vero e proprio, sulla sella tra il Monte degli Scopi e il Monte S. Croce. A destra e a sinistra i due monti emergono poco oltre il livello della strada e sui prati sommitali si apre una spettacolare vista a 330° che spazia dal mare al Conero al San Vicino. 
La salita è avara di panorami e generosa di sofferenza: troppo ripidi i tre chilometri centrali per guardarsi intorno, i classici chilometri che fanno rimpiangere una domenica mattina passata a letto.
Sebbene breve, è senza dubbio la salita più impegnativa della giornata, il punto in cui la selezione naturale fa il suo corso.
Già al primo curvone si iniziano a contare le defezioni, appena girato l'angolo, infatti, la strada attacca il fianco del monte senza deviare dalla linea più breve. Il gruppetto si sparpaglia, chi finge di fermarsi per un problema meccanico, chi impreca contro il vento, chi inizia a dubitare delle scelte fatte in gioventù. Due tratti in particolare raggiungono il 17% e offrono il picco massimo della tragicommedia: gambe che sembrano tronchi d'albero, volti deformati dallo sforzo, pensieri nefasti di abbandono. "Non si capisce, ma siamo oltre il 10%", bisbiglia qualcuno tra un rantolo e l'altro, mentre dietro una semicurva la strada si impenna ancora, facendo sprofondare il gruppo nel silenzio della disperazione. 


Non si capisce, ma siamo oltre il 10%, in compenso dietro la semiurva la strada impenna ancora


Sono i 6-700 metri che precedono il paese e gli ultimi due tornantini appena superato il medesimo. Sono scene diversamente memorabili, che i professionisti non ci avrebbero comunque fatto vivere mai; però... se si incontra il vento freddo da nord, persino un gruppo di pro si potrebbe spezzare come un pacchetto di cracker sotto le scarpe.



La discesa dal Passo Monterolo, un toboga stretto, scivoloso e insidioso, dove il rischio è quello di ritrovarsi a fare amicizia con il guardrail. A noi che l'abbiamo testata in una giornata fredda e umida di gennaio 2025, con poco freno a disposizione e condizioni generali piuttosto sfavorevoli, è parsa, obiettivamente, parecchio impegnativa. Le condizioni dell'asfalto sono attualmente un terno al lotto: laddove è smandrappato si scivola, laddove è nuovo si scivola ancora di più. Tuttavia si spera che la riasfaltatura sarà stata completata per il giorno della gara.


Monte della Serra da Isola di Fano




Start: Isola di Fano
Finish: Monte della Serra
Distance: 11 km
D+: 393 m
Avg Grade: 4 %
Max Grade: 13 %
Min Elev: 148 m
Max Elev: 545 m
Climb Category: 2
Strava Segment: 749902


La discesa era una prova di coraggio: stretta, scivolosa, piena di buche e con l’asfalto rifatto solo in certi punti, giusto per confondere i meno esperti. La salita del Monte della Serra fa siculamente meno paura. L'inizio è rincuorante, la salita ha due facce.
La prima parte di fondovalle, tra Isola di Fano e Cartoceto, risale i Piani di Tarugo e in 6 km fa guadagnare nemmeno di 100 m di quota (ca. 2%). La seconda parte (4.9 km, 5.8%) è molto più impegnativa, soprattutto all'altezza della Parrocchia di Cartoceto, in corrispondenza della quale termina un vero e proprio muro lungo 1100 m.

Il primo male comincia subito dopo Cartoceto in corrispondenza del ponte sul Torrente Tarugo (quota 245): sono 660 m di lunghezza, D+ 65 m; seguono 150 metri più pedalabili e un altro male, 300 m per D+ 35 m, fino all'entrata dell'invisibile sito di Parrocchia di Cartoceto (quota 355).
Superato questo tratto non restano che 3 km di strada panoramica piuttosto pedalabile e l'ultima insidia di una discesa impegnativa con molti tornanti.

La chiesa della Madonna dei Barbanti (c) Alessandro Federico

A metà discesa, sul bordo di un piccolo altipiano, fa la sua figura la chiesa della Madonna dei Barbanti da cui prende il nome la strada. Ci separano dal traguardo una teoria di cinque tornanti molto ravvicinati e più o meno un chilometro di fondovalle in leggera salita. L'impresa è compiuta: bar a Pergola non ne mancano e se per la birra è troppo freddo non mancano cappuccini e brioche, davanti alle quali riflettere: "Si sarebbe potuti andare più forte, ma oggi non era giornata"



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