Otto confini e quattro regioni (e due nazioni)

Sasso Simone è la boa di una regata. Persino i confini gli fanno ressa intorno. Emilia-Romagna, Umbria, Toscana e Marche qui disegnano tali labirinti che, circumnavigando la montagna in senso antiorario, in 40 chilometri esci dalle Marche per quattro volte ed entri in Toscana per altrettante. Sulla mappa troviamo persino un'enclave - un pazzesco Nagorno Karabak toscano - attorno a una frazione di nome Cà Raffaello.
Paolo Rumiz, 2006
(C) @senad.visuals (da Instagram)



Distance: 125 km
Ascent: D+ 3000 m
Route: strava|20425913

Qualcuno mi ha detto, commentando il regolamento del Brevetto KOM Salite delle Marche, che non è divertente caricare la bici in macchina per fare solo una salita e tornare a casa. Tutta un'altra cosa sarebbe inserirla in un giro di un centinaio di chilometri. E' vero. Il problema si pone in particolare per il Cippo di Carpegna, che è una delle salite più belle, ma è anche la più isolata del Brevetto.
In vista della bella stagione delle foglie rosse proponiamo questo percorso intorno al Cippo, una  variante allargata del classico Giro delle tre Regioni nella quale si superano non solo quattro colli (e 3000 metri di dislivello), ma anche otto/dieci confini di regione. Si tocca anche l'enclave toscana di Ca' Raffaello, e si passa per l'ex Repubblica di Repubblica di Cospaia, un microstato, un San Marino in piccolo che per quattro secoli ha prosperato tra lo Stato Pontificio il Granducato di Toscana grazie alla coltivazione del tabacco e alla dabbenaggine o distrazione dei cartografi (non si è mai capito).
A dividere le regioni sono i letti di quattro fiumi, Foglia, Marecchia, Tevere, Metauro e quattro passi: Cippo di Carpegna (1357 m), Valico di Viamaggio (1050 m, in realtà 984 m), Bocca Trabaria (1048 m), Passo della Spugna (753 m). Li supereremo tutti.




Il punto di partenza l'ho indicato a Belforte all'Isauro, ma, trattandosi di un anello lo si può mettere dove conviene di più: per esempio provenendo da Fabriano e dall'Alta Marca i punti di partenza migliori sono Sansepolcro o Città di Castello. In ogni caso, dovunque si decida di disegnare la linea di partenza, sia che si scelga il senso orario si che si preferisca il senso antiorario, si inizia subito in salita, perché, come sempre, in questi luoghi di pianura ce ne sta poca (e comunque avremmo provveduto a evitarla)

Segmento 1: dalle Marche alla Romagna, dal Foglia al Marecchia attraverso il Cippo di Carpegna

Lunghezza: 35.5 km 
dislivello: D+ 1050 m 
da quota: 360 (Belforte all'Isauro) 
a quota: 480 (Ca' Raffaello)
quota max: 1364 (Cippo di Carpegna) 

Mille e passa metri di salita e poco meno di 900 in discesa, spalmati, si fa per dire, in meno di 36 chilometri. Questo è il quartiere più impegnativo del nostro itinerario, soprattutto se si comincia a pedalare da qui.
L'ascesa verso il Cippo del Pirata è costituita da due parti (una blu, l'altra rossa; dal grafico si vedono bene, separate da un tratto verde di pianura):  da Belforte all'Isauro, ultimo paese delle Marche prima della Toscana, si sale per sette chilometro fino a San Sisto una strada a tratti anche dura. La media è del 6%, ma soprattutto nella parte iniziale ci sono rampe in doppia cifra. La salita si placa a quota 730, dove si aggira la punta della collina e si scopre Carpegna. Prima di entrare in paese si perdono anche una ventina di metri prima di ricominciare a guadagnare quota. 
Si consiglia un giro al centro; il paese in sé non è bellissimo, ma vale la penna fermarcisi un po': valgono la sosta il bel Palazzo Civico, nelle cui architetture si percepisce la vicinanza alla Toscana, i bar con i ricordi di Pantani, la fontana del Pirata in piazza, dove si consiglia di fare scorta d'acqua di fonte (quella sopra cui è scritto "NON POTABILE", ché dal rubinetto che butta l'acqua d'acquedotto non ho visto mai attingere nessun Carpegnolo)  
Dalla fonte 300 m a valle si prende la strada verso San Leo abbondantemente segnalata come l'inizio della salita sui cui amava allenarsi Marco Pantani. Il vero e proprio Cippo (6 km al 10%) inizia qui ed è raccontato diffusamente in Salite delle Marche|Cippo di Carpegna
La discesa del Cippo (ocio alla sbarra, sennò sono cazzi) finisce a circa 1000 m, breve svolta a destra e in duecento metri siamo sul Passo Cantoniera. Al trivio si prende la splendida strada a sinistra che punta diritta verso il centro dello Stivale. In nessun punto del Centro Italia le sponde dei mari sono così lontane. Prima in pianura poi in una discesa che sembra non finire mai (il confine Marche-Romagna è qui da qualche parte) tra vastissimi boschi finalmente si arriva al Marecchia. Da dieci anni questa è provincia di Rimini.


Segmento 2: dalla Romagna alla Toscana, dal Marecchia al Tevere attraverso il Passo di Viamaggio



Lunghezza: 38,5 km
dislivello: D+500
da quota: 480 (Ca' Raffaello)
a quota: 330 (Sansepolcro)
quota max: 984 (Valico di Viamaggio)

La discesa termina dunque sulla SR258 esattamente a Ca' Raffaello
la famosa exclave toscana  in terra romagnola (16 kmq del comune di Badia Tedalda in mezzo alla Provincia di Rimini. Grazie per la foto a malatidigeografia.it/)
visitate il sito per saper tutto della più grande exclave interregionale

La strada torna rapidamente romagnola a Molino di Bascio e continua con qualche mangiebevi fino a un alto viadotto sopra il Fiume Marecchia: è il Ponte Presale, dall'altra parte si è definitivamente in Toscana e comincia la salita di Viamaggio.
Il passo di Viamaggio è un valico dell'Appennino tosco-romagnolo che unisce la Valmarecchia Toscana alla Valtiberina; non è l'Iseran, ma non è da sottovalutare. Lungo una dozzina di chilometri, raggiunge un'altitudine massima di 983 m (ma il  versante occidentale supera quota 1000)



Conosciuto e molto frequentato fin dall'antichità, visto che già in epoca romana vi transitava l'importante via Ariminensis.
Ciclisticamente parlando il Viamaggio è fatto da tre gradoni: i primi due chilometri, l'attraversamento di Badia Tedalda (unico tratto in doppia cifra) e, dopo quattro chilometri di quasi falsopiano, gli ultimi tre chilometri.


Segmento 3: dall'Umbria alle Marche, dal Tevere al Metauro attraverso la Bocca Trabaria


Lunghezza: 
33,5 km
dislivello: D+500
da quota: 330 (Sansepolcro)
a quota: 469 (Borgo Pace)
quota max: 1049 (Valico di Bocca Trabaria)

Sansepolcro è di gran lunga la città più grande e più bella tra quelle toccate in questo giro. Dovrebbe offrire acqua e forme di ristoro più raffinate. (tra cui una Risurrezione di Piero della Francesca). Il confine regionale con l'Umbria taglia la pianura tra Sansepolcro e San Giustino. Qui, poco prima di entrare in paese, suggeriamo un breve deviazione verso il Lago di Cospaia; si prende via della Repubblica (di Cospaia, non Italiana) si risale uno strappetto (D+ 50m) che porta nel cuore del territorio dell'antico microstato di cui si è già parlato sopra. 160 anni fa, facendo questo giro in draisina, si sarebbero pertanto visitate quattro regioni e due nazioni! Si discende quindi per la stessa strada e dopo pochi metri si sterza a sinistra verso Bocca Trabaria e le Marche.

Ci sono due possibilità; oltre alla classica SS78 si può salire da Corposano. Come si evince dal nome stesso, di qua è un po' più dura. In ogni caso alla casa cantoniera a metà salita le due strade confluiscono.
Bocca Trabaria (1049 m) è un valico degli Appennini, che divide la valle del Metauro dalla valle del Tevere. Posto sulla direttrice Fano-Grosseto, l'ho sempre percepita come la porta della Toscana, il valico principale per andare dall'Adriatico al Tirreno, ma mi sono dovuto ricredere per due motivi: 

1) Bocca Trabaria finisce in Umbria. Di poco, ma in Umbria, a San Giustino (PG). 
2) Una grossa frana, l'emersione di bombe della II Guerra mondiale l'hanno tenuto chiuso per anni, dimostrandomi così che si poteva passare "tranquillamente" da un'altra parte se proprio si voleva andare da Urbino a Sansepolcro.

Nei miei ricordi il valico, grazie ai molti tornanti, è lungo, ma poco impegnativo dal punto di vista delle pendenze. Una peculiarità è che Bocca Trabaria sarebbe il valico che divide geograficamente l'Appennino tosco-emiliano dall'Appennino umbro-marchigiano e, conseguentemente l'Appennino settentrionale da quello centrale. (Secondo altre fonti, invece, il confine sarebbe il valico più basso di Bocca Serriola)


Segmento 4: dalle Marche alla Toscana e poi di nuovo nelle Marche, dal Metauro al Foglia attraverso il Passo della Spugna

Lunghezza: 25,5 km

dislivello: D+500
da quota: 469 (Borgo Pace)
da quota: 360 (Belforte all'Isauro)
quota max: 752 (Passo della Spugna)

A Borgo Pace non saranno restate molte forze, ma non rimane molto. Il quarto segmento è il più facile, il Passo della Spugna è breve e pedalabile (5 km al 5.5%).
Il passo è raccontato diffusamente in Salite delle Marche| Passo della Spugna.
Occhio alla bella discesa, sterrata, ma più sicura di tante altre strade con l'asfalto logorato.
Al primo scollinamento, dove l'asfalto finisce, comincia la Toscana; di nuovo. Dall'altra parte della Montagna ci troviamo a Sestino, che geograficamente dovrebbe essere nelle Marche, visto che gli scarichi e i torrenti incidono tutti sul Mare Adriatico, tuttavia è ancora Granducato. Ma non c'è più salita per oggi. La strada verso la macchina è tutta leggermente a scendere. Poco dopo Sestino si rientra nelle Marche, dopo poco di nuovo dalle Marche alla Toscana e poi di nuovo nelle Marche all'ingresso di Belforte.
Se vi piace immortalare i cartelli di inizio/fine Regione, alla fine del viaggio dovreste ritrovarvi con 10 scatti nella fotocamera (senza contare quelle di Cospaia)







Commenti