[Articolo restaurato il 20/2/2025] Quando si disegna una rotta in direzione nord-sud attraverso l'interno delle Marche non può venirne fuori che una tappa molto mossa: D+ 3550 su 205 km. Si attraversano sette vallate, si contano almeno otto salite:
Croce di Casale (7.5 km, 5%,
seg. 9480659),
Valico di Rustici (5.5 km, 5%,
seg. 23330773),
Colle Luce (3 km, 5.2%,
seg. 8511175),
Frontale (6 km, 2.5%),
Palazzo Borgiani (GPM, battezzata "Santa Marciana" dal nome della chiesa rimasta al centro del bivio, 4.4 km, 5.9%,
seg. 5826646),
Barbara (2 km 4.5%,
seg. 37340182),
Monte della Serra (meglio nota come "Barbanti", GPM, 6 km 5%, seg. 749902),
Monte Santa Croce (impropriamente chiamata "Monterolo", GPM, 7,4 km, 8.5% seg. 1863125),
Sono state catalogate come GPM tre salite: Santa Marciana (assolutamente trascurabile), Barbanti e Monterolo; vuol dire che la parte della tappa, che si sviluppa nord del Fiume Esino è molto esigente e lo è in particolare il finale, dove, intorno a Pergola, il tracciatore ha voluto inserire un ricciolo di 20 km verso la valle del Metauro e, di conseguenza, un doppio passaggio sulla prima e seconda piega dell'Appennino, nel cuore del sistema di colline che formano il complesso del Furlo e delle Cesane.
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Discesa dei Barbanti al Giro d'Italia 2009 (c) Alessandro Federico |
Da Ascoli Piceno attraverso la Croce di Casale la corsa attraversa i borghi splendidi di Amandola, Sarnano, Tolentino, San Severino Marche, sfiora le pendici del Monte San Vicino e entra nella dura parte finale ad Angeli. Dopo chilometri di creste e l'attraversamento di Castelleone di Suasa si incrocia l'Appennino e si scalano le salite di Monte Santa Croce e Monte della Serra con lunghi tratti molto ripidi. Dal Monte della Serra manca solo la picchiata verso Pergola per raggiungere l’arrivo.
Classificata con tre stelle, la tappa nasconde più di un'insidia nell'intricato finale; sarà qualcosa di più di una tappa da fughe, anche perché la classifica corta potrebbe ispirare la battaglia tra i big. Le salite non dovrebbero causare grande selezione, ma sulle rampe di Monterolo c'è il terreno per fare la differenza e da lì al traguardo manca solo discesa. Approfondiamo i punti più significativi della tappa:
Start: Arena di Roccafluvione
Finish: Croce di Casale
Distance: 8 km
D+: 383 m
Avg Grade: 4.8%
Max Grade: 8%
Min Elev: 346 m
Max Elev: 738 m
Climb Category: 3
Come salita il Passo di Croce di Casale non ha molto da dire (8 km al 4.5%), ma è pur sempre il primo decimo del dislivello di giornata, il punto più alto del percorso e una strada che gli amatori devono a conoscere. Le case cantoniere dismesse, i paesi più grandi del consueto ricordano la gloriosa storia del valico, per nostra fortuna declassato dalla costruzione di un traforo, praticamente è una ciclabile. Il silenzio, la schiena boscosa dei monti rendono questa salita particolarmente gradevole, per conoscerla meglio vedi:
Salite delle Marche | Croce di Casale
Start: Pergola
Finish: Monte della Serra
Distance: 6.1 km
D+: 280 m
Avg Grade: 4.5 %
Max Grade: 7.7 %
Min Elev: 255 m
Max Elev: 535 m
Climb Category: 3
La salita del Monte della Serra, nota a tutti come "I Barbanti", era stata affrontata all'inizio della Pergola-Monte Petrano, la tappa regina del Giro del Centenario. Allora era una sorta di riscaldamento in vista delle grandi montagne ed era passata del tutto inosservata, quest'anno arriva invece alla fine di una tappa impegnativa.
La salita è un concentrato di tornanti, ma è meno difficile di quanto non sembri a un primo sguardo. Si tratta di una provinciale dalla carreggiata larga e dalle pendenze molto regolari. Non credo che sei chilometri al 6% possano influire in modo decisivo sulla corsa.
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La chiesa della Madonna dei Barbanti (c) Alessandro Federico |
A metà dell'ascesa, sul bordo di un piccolo altipiano, fa la sua figura la chiesa della Madonna dei Barbanti da cui prende il nome la strada.
Pensare a un attacco su questa salita appare a dir poco velleitario, ché, oltretutto, dallo scollinamento al fondovalle ci sono 11 chilometri di una discesa decisamente facile. Il cambio di percorso credo sia dovuto principalmente a ragioni di sicurezza: tanto è semplice la discesa dalla Serra tanto sarebbe stata rognosa quella del Santa Croce.
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Start: Isola di Fano
Finish: Monte degli Scopi - Monte S. Croce
Distance: 7.4 km
D+: 370 m
Avg Grade: 5 %
Max Grade: 16 %
Min Elev: 161 m
Max Elev: 528 m
Climb Category: 2
Dopo il solito cambio di percorso dell'ultimo minuto. questa diventa la salita decisiva della tappa più dura della Tirreno Adriatico 2025.
La salita parte dal fondovalle del Tarugo, in località Isola di Fano, e termina sulla sella tra il Monte degli Scopi e il Monte S. Croce. Sul garibaldi della Tirreno Adriatico 2025 la chiamano Monterolo, impropriamente, perché la frazione eponima si trova sull'altro versante e si incontra solo a metà discesa.
Presa da nord, da Isola di Fano, l'ascesa, è più lunga e meno regolare. Complessivamente si può dire che il finale di tappa è più impegnativo, ma più facile dal punto di vista planimetrico e più scontato dal punto di vista tattico.
I primi 2,5 chilometri non dicono molto, hanno una pendenza media del 3% e servono solo a far sballare i calcoli.
Dopo questo preambolo, però, le cose iniziano a farsi serie. Dal km 2,5 al bivio per il paese di Montevecchio si sale con tre gradoni progressivamente più lunghi. La pendenza media è dell'8%, ma si incontrano rampe decisamente ripide, anche 16% nel tratto che immediatamente precede l'incrocio.
Dopo un tratto pedalabile di circa 300 metri il finale riprende a salire a singhiozzo sempre puntando la chioma boscosa del Monte degli Scopi 15%, 7%, 13%.
La fine della salita arriva all'improvviso: una tabella tabella turistica tra due cipressi nasconde, dietro la curva, uno spettacolare e sorprendente affaccio sulla Valle del Cesano. A destra e a sinistra i due monti emergono poco oltre il livello della strada. Sui prati sommitali si apre una spettacolare vista a 330° che spazia dal mare al Conero al San Vicino, ma i corridori non avranno certo il tempo di guardarsi attorno. Numeri alla mano, la salita vera conta un dislivello di 300 metri in meno di cinque chilometri. Non si direbbe granché, ma è vero che dopo 200 km e un D+ di 3500 metri, i tanti tratti ad alta pendenza possono rimanere sulle gambe e un po'di selezione si farà sicuramente.
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La sella tra il Monte degli Scopi e il Monte S. Croce |
La discesa su Pergola è velocissima e non presenta particolari pericoli. A parte due tornanti ravvicinati prima del borgo di Monterolo e di una ampia U alla fine del tratto più scosceso, la strada non fa una curva. Si va giù fortissimo, perché la strada è molto ripida e non ci sarà spazio per recuperare: chi arriverà con un manciata di secondi in cima al Santa Croce, probabilmente, alzerà le braccia nella città dei Bronzi.
Non vediamo probabile l'arrivo di una fuga, perché il percorso è decisamente logorante; tuttavia sembra una tappa meno adatta agli scalatori che agli scattisti.
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